Due comunicati sul grave attacco di Israele alle navi pacifiste della Freedom Flotilla, che crecavano di violare il blocco di Gaza. Il primo è della famiglia di Angela Lano, direttrice di Infopal.it; il secondo del collettivo A/I che gestisce, fra l’altro, la piattaforma NoBlogs sulla quale ci troviamo.
Per chi abitasse dalle mie parti, domani, martedì 1° giugno, il presidio di solidarietà è in piazza Chanoux ad Aosta a partire dalle ore 17. Iniziative analoghe si stanno tenendo in tutte le città d’Italia.
Comunicato della famiglia di Angela Lano [da InfoPal]
Malgrado le varie agenzie stampa italiane ripetano che gli italiani sequestrati dalle autorità israeliane "stanno bene", la famiglia di Angela Lano, direttrice di Infopal.it, informa che la Farnesina e l’Ambasciata d’Italia in Israele non sono in possesso di informazioni al riguardo.
I cittadini italiani a bordo della Freedom Flottilla sono pertanto "spariti" a tutti gli effetti.
Il porto di Ashdod, infatti, dove sono state condotte la navi della Freedom Flotilla, è stato dichiarato "zona militare" dalle autorità israeliane e nessuno può entrarvi, tanto meno i giornalisti.
Israele si rifiuta inoltre di fornire la nazionalità dei sequestrati, pertanto le stesse ambasciate in Israele non possono comunicare alcuna informazione precisa al loro riguardo.
Comunicato del collettivo A/I
Una notte. Una nave. Decine di uomini e donne che vogliono portare aiuto ad altri uomini e donne. Improvvisamente: spari, bombe, elicotteri, assalti, morti (per ora 19), feriti, un massacro. Uno sterminio. Luci ed esplosioni che squarciano il cielo. Grida e sangue innocente. I visi distorti dalla ferocia.
Non è il racconto dell’attacco notturno di una squadraccia contro i partigiani, o quello di un blitz delle SS per scovare ebrei nascosti in territorio tedesco. È la storia di quello che lo Stato di Israele ha appena compiuto contro una nave di aiuti umanitari diretta verso la Striscia di Gaza.
La Freedom Flotilla è stata assaltata e le persone a bordo massacrate. Le ultime di migliaia di vittime della foga omicida dello Stato di Israele.
Non è un videogame. Non è un incidente. È un atto premeditato di prepotente violenza per mandare un segnale a tutti coloro che non accettano la dittatura di Tel Aviv, che non accettano che milioni di persone siano rinchiuse da anni in un lager a cielo aperto. Senza cibo. Senza medicinali. Senza libertà.
Allo Stato di Israele e a molti dei suoi cittadini e sostenitori la storia non insegna nulla. Un terribile rovesciamento della storia in cui i protagonisti del più grande genocidio si rendono protagonisti a loro volta dell’oppressione e dello sterminio lento e inesorabile di un intero popolo.
La strage della Freedom Flotilla deve riportare Israele e i suoi sostenitori nella storia. E ognuno di noi deve agire perché non si torni più indietro. Torniamo a riempire le piazze. Torniamo a gridare il nostro dolore e la nostra rabbia. Torniamo a vivere la rivolta.
In ogni città. In ogni strada. In ogni quartiere.
Intifada.
Per non dimenticare tutte le vittime del regime israeliano.
Libertà per il popolo palestinese.
Il collettivo di A/I
autistici.org
inventati.org
noblogs.org
Aggiornamenti su: Italy Indymedia
Mobilitazioni: Forum Palestina
Leggi anche Marina militare israeliana: pirati e assassini.