«Non manca d’ideologia chi minaccia, in caso di privatizzazione della Rai, la fine del servizio pubblico televisivo. Anche in questo caso, infatti, proprietà privata e interesse dei cittadini sono perfettamente conciliabili, come dimostra uno studio commissionato dal mio Ministero, che ha tracciato un quadro probabile di ciò che sarà la Rai dopo la privatizzazione. Si badi, en passant, che la dismissione della TV di Stato consentirà all’erario un notevole risparmio, finalizzabile al rientro del debito previsto per il 2013.
«Si prenda a titolo di esempio la pubblicità di un prodotto, diciamo il detersivo per piatti Pulix (che ringrazio per aver contribuito alle spese di pubblicazione di questo libro). Il detersivo Pulix ha in serbo per l’autunno 2011 una grande campagna promozionale, con ricchi premi in palio per i consumatori. Si tratta, com’è ovvio, di un’informazione molto utile per le massaie – e dunque in linea con le politiche di sostegno alle famiglie del Governo. Come tale, la notizia dovrebbe trovare ampio spazio in un servizio che davvero volesse essere “di tutti”. Ebbene, già ora, con la TV di Stato, Pulix è costretta a pagare fior di quattrini gli spazi televisivi in cui trasmette i propri spot. Con il passaggio al privato, non cambierebbe assolutamente nulla. Anche la vocazione “regionalista” di RaiTre, che i nostri amici della Lega vorrebbero implementata, sarebbe salvaguardata: lo studio ha infatti immaginato alcuni scenari in cui il prodotto reclamizzato potrà essere valorizzato attraverso l’indicazione dei punti di acquisto presenti sul territorio.
«Se dalla pubblicità vogliamo passare all’altra grande specificità del servizio pubblico, l’intrattenimento, non si capisce perché la privatizzazione della Rai dovrebbe risultare problematica. Come dimostrano ogni giorno da anni i canali Mediaset, è infatti possibile fare un intrattenimento che sia davvero per tutti, a partire da una gestione privata dell’emittente televisiva. Naturalmente, il governo s’impegnerà ad aprire un tavolo con le parti sociali, cui sono invitati sin d’ora i vertici di Cisl e Uil – magari in un secondo momento anche la Cgil – per garantire la continuità delle principali trasmissioni dopo il passaggio alla nuova proprietà. Mi sento di escludere che programmi come «L’Isola dei Famosi», «Ballando con le Stelle» o «Porta a Porta» siano a rischio di chiusura».
[tratto da G. Tremonti, «Tra Moody’s e Bruxelles. Mille sistemi creativi per conseguire il rientro del debito dello Stato» Milano, Mondadori, 2011; pp. 375, € 20 + donazione facoltativa per aiutare, responsabilmente, il Paese]