O Presidente nostro sconsigliato,
la sua pretesa d’essere il migliore
in centocinquant’anni di governo
di quest’Italia così disgraziata
– lo dico con licenza – è una cazzata;
meriterebbe il voto sul quaderno
se l’impiegata sua, senza pudore,
la scuola non avesse liquidato.
O Presidente nostro, ma le pare?
Di lei si ride in quasi tutto il mondo,
salvo quaggiù, nello Stivale rotto,
dove subiamo le sue idee geniali:
chiamare i poveracci criminali,
fare regali ai tizi del G8,
la stampa minacciare (bell’affondo!)
e ridestare il mostro nucleare.
Se c’è la crisi a noi che ce ne importa?
La combattiamo a forza d’ottimismo:
le imprese stanno uscendo dal pantano,
che c’entra che han dovuto licenziare?
Qualche operaio intento a protestare
sul tetto d’una fabbrica a Milano
non può certo bloccare il meccanismo:
vivi precario, oppure: «Ecco la porta,
s’accomodi, si faccia licenziare,
che tanto un disperato lo troviamo».
Per mantenere la pace sociale
ed evitare scontri e barricate,
o Presidente dalle gran trovate,
è sufficiente che il telegiornale
sparga veleno sopra il musulmano,
sul "clandestino" che vuole rubare,
sul comunista che mangia i bambini,
sui media, sul complotto di sinistra,
sui bimbi nelle zattere del mare,
su quelle donne che non dicon «papi»,
sui magistrati, con i loro capi
d’imputazione. Il tutto per salvare
chi quotidianamente somministra
bromuro, per sedare i cittadini.
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Mica quel padano del Manzoni, i testi del Badino obbligatori a scuola!!
Manzoni, chi era costui?