Mercoledì 11 maggio dal Cairo partirà la carovana Vik2Gaza/Restiamo Umani, che tenterà di raggiungere la Striscia attraverso il valico di Rafah. Del convoglio farà parte anche Enrico Ventrella, membro dell’Arci Valle d’Aosta e dell’Espace Populaire, il circolo di cui faccio parte.
Vorrei dire di avere provveduto a intervistarlo prima della partenza, ma io le domande non le so proprio fare, al limite dico: «Bè?» e aspetto che l’intervistato mi dica ciò che vuole. Per fortuna passava di là l’amica Alessandra Giovinazzo, che ha provveduto a chiedere, e che da questo momento è nominata, honoris causa, intervistatrice del blog.
Quello che segue è il testo dell’intervista. Siccome non registro ma prendo appunti eventuali imprecisioni sono colpa mia.
Blog: Come hai deciso di partecipare al convoglio?
Enrico: Ho conosciuto di persona Vittorio Arrigoni, alla memoria del quale la carovana è dedicata, in più sono già stato in Palestina e da anni ne conosco la situazione.
B: Qual è lo scopo della carovana?
E: Innanzitutto passare il valico di Rafah e forzare il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza, con una richiesta ufficiale al governo egiziano affinché resti aperto il confine con la Striscia.
B: Ritieni che dopo la fine del regime di Mubarak questo sia un obiettivo a portata di mano?
E: Ci sono buone possibilità. La nostra, in ogni caso, è un’azione dimostrativa. A parte questo, porteremo la nostra solidarietà al popolo palestinese e cercheremo di condividerne la vita quotidiana, sia pure per pochi giorni. Alloggeremo presso famiglie palestinesi, spesso costrette ad arrangiarsi in maniera poco umana, con l’elettricità che va e che viene – ci hanno detto di portarci delle candele – e addirittura la scarsità di acqua e cibo. Speriamo che ai palestinesi faccia piacere la presenza di internazionali disposti a condividere questi aspetti della loro vita. Il 15 maggio, infine, insieme ai palestinesi, commemoreremo la Nakba, cioè l’allontanamento forzato di migliaia di palestinesi dalle loro case e dalla loro terra [a partire dal 15 maggio del 1948, quando gli inglesi lasciarono la Palestina], e ricorderemo Vittorio Arrigoni a un mese dalla sua morte.
B: Quanto durerà l’iniziativa?
E: Partiremo dopodomani [11 maggio, ndr] per il Cairo, il 12 proveremo ad attraversare il valico di Rafah e a entrare nella Striscia; il 18 dovremmo essere di ritorno al Cairo.
B: Chi organizza il convoglio? Quanti volontari sarete?
E: L’ISM (International Solidarity Movement), l’associazione di cui faceva parte Vittorio Arrigoni, una delle più attive in Palestina nell’opporsi all’occupazione e all’embargo in maniera nonviolenta. Saremo un’ottantina di persone.
B: La Striscia di Gaza è stata recentemente teatro di molti atti di violenza, dai bombardamenti mirati israeliani all’omicidio di Vittorio Arrigoni. Hai paura?
E: Per ora no. Sono stato spesso in Paesi a rischio e so che il pericolo c’è sempre. Certo, al di là dei raid israeliani, è possibile che in seguito all’accordo tra Fatah e Hamas l’ala più radicale del movimento islamico decida di tenere un atteggiamento più duro verso gli stranieri. In ogni caso, credo che l’essenziale sia affidarsi alle persone del posto.
B: Che cosa diresti a una persona che non capisce che senso ha impegnarsi per una causa come questa?
E: Che la sofferenza di un popolo è la sofferenza di tutta l’umanità e che per essere davvero liberi c’è bisogno che tutti lo siano. La libertà risiede nella conoscenza e non possiamo no interessarci della situazione di Gaza. Incontrare persone che hanno veramente sofferto è anche un aiuto a mettere le cose nella giusta prospettiva: di fronte a certi drammi, tu che sei più fortunato non ti puoi sentire depresso.
B: Come è possibile seguire la carovana dall’Italia?
E: Attraverso il sito http://vik2gaza.org/, che pubblicherà foto, video e report giornalieri.
>>> Nella foto, Enrico Ventrella intervistato da Alessandra Giovinazzo.
Grande Enrico.. Buon viaggio!
Ciao Enrico, un bacione!!! Sei mitico!!!!