Mail bombing contro chi decide come devi vestire

A Castellammare di Stabia il sindaco Pdl, Luigi Bobbio, ha in mente un provvedimento, che sarà discusso lunedì 25 ottobre, finalizzato a «ripristinare il decoro urbano per favorire una migliore convivenza civile».

Al di là dei paroloni si tratta della solita serie di divieti, inutile quanto invasiva, che si propone di multare chi si sdraia a prendere il sole in pubblico come chi bestemmia per strada o chi gioca a palla nella villa comunale, cioè nel parco cittadino (e dove si dovrebbe giocare? davanti al municipio?).

Tra i 41 articoli del nuovo regolamento spiccano, per la loro grettezza, quelli che vorrebbero punire, con ammende da 25 a 250 euro, l’abbigliamento succinto delle donne (leggi minigonna e scollature), al nobile fine – secondo quanto dichiarano l’amministrazione e… la parrocchia! – di prevenire la violenza sessuale.

Come dire che se una donna viene stuprata è colpa sua perché, vestendosi in un certo modo, ha lasciato intendere di “essere a disposizione”…

Certo, per fissare i limiti della decenza (quanti centimetri di pelle è legittimo lasciare scoperti e in quale luogo o stagione?) occorre proprio essere portati: credo che il desiderio di mettere regole che gli altri dovranno rispettare, pena l’inferno o la prigione, sia uno dei vizi umani più brutti, mentre mi pare quasi superfluo ricordare che i limiti della libertà individuale risiedono soltanto in quella altrui e non nelle ideologie o nelle appartenenze politiche.

E non si capisce perché la minigonna non vada bene per strada, ma sia adeguatissima se indossata in televisione.

In ogni caso, l’aspetto più grave è l’aver legittimato, indirettamente, l’equazione per cui la maniera di vestire di una donna (l’uomo in genere questi problemi non li ha perché tanto lui «porta i pantaloni») e la possibilità di violenza sono legate da una logica di causa ed effetto.

La responsabilità della violenza è invece interamente del violento, le vittime di violenza non vestono tutte allo stesso modo e non sono neppure tutte giovani o rispondenti agli standard più diffusi di bellezza; e soprattutto la maggior parte delle violenze è commessa all’interno della della famiglia e non per strada.

Contro il provvedimento del sindaco di Castellammare si è espressa, fra le altre, la consigliera regionale del Pd Angela Cortese, che ha sottolineato come il regolamento di polizia urbana proposto dalla giunta sia «offensivo per la dignità delle donne» in quanto «lede l’autodeterminazione e la libertà femminile». «Dopo anni di conquiste e dopo le rivoluzioni culturali che avevano superato vecchi modelli, Bobbio vuole tornare a restrizioni di stampo fascista trattando le donne come oggetto tanto da paragonarci a suppellettili che concorrono al decoro urbano», ha dichiarato Cortese. «Ben più grave è la dichiarazione di Don Paolo Cecere che, come al solito, addossa alle donne e alla minigonna la colpa della provocazione alla molestia sessuale. In una città che sta vivendo una drammatica crisi sociale ed economica, in cui ritorna prepotentemente la camorra e i suoi modelli di violenza, è davvero paradossale che un’amministrazione comunale non trovi di meglio che occuparsi delle scollature e delle minigonne».

Un sit-in avrà luogo davanti al municipio durante lo svolgimento del consiglio comunale di lunedì per fermare l’approvazione del nuovo regolamento. Intanto, la rete si mobilita proponendo, via Facebook, un mail bombing (bombardare di e-mail in cui si esprime il proprio disappunto e si invita a tornare indietro) diretto verso le caselle di posta del sindaco e del parroco.

Pubblico di seguito gli indirizzi del sindaco e del parroco, invitando tutt@ a partecipare all’iniziativa, perché una società migliore va costruita.

sindaco[at]comune.castellammare-di-stabia.napoli.it (sindaco)
parr.s.antonio[at]inwind.it (parroco)

>>> Sull’argomento, leggi anche l’articolo Talebanismi italiani, pubblicato su Femminismo a Sud, blog dal quale ho tratto l’immagine di questo post.

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