È un clima di tensione quotidiana quello percepito ad Adro, piccolo comune del bresciano retto dall’ineffabile sindaco leghista Oscar Lancini, famoso per avere – nell’ordine – vietato la mensa scolastica ai bambini i cui genitori non potevano permettersi di pagarla, agghindato con simboli leghisti la scuola intitolata a Gianfranco Miglio, uno dei “maîtres à penser” della Lega delle origini, vietato di fornire un’alternativa alla carne di maiale – ancora alla mensa scolastica – a meno di non dimostrare di non poterla consumare per ragioni di salute, certificato medico alla mano.
Soffiare quotidianamente sul fuoco dello scontro d’identità o di civiltà è sicuramente logorante per il tessuto sociale di una comunità. Non stupisce quindi la notizia battuta oggi, 29 settembre, da Ansa Lombardia, secondo la quale «momenti di tensione» si sono vissuti oggi «davanti alla scuola di Adro dove la referente zonale dello Spi Cgil», «Romana Gandossi, ha denunciato un’aggressione».
«La donna ha denunciato ai carabinieri di essere stata spintonata e insultata da altre donne dopo che aveva accompagnato a scuola la nipotina», continua il comunicato dell’Ansa. «Quello che è successo è colpa tua», sarebbe stato gridato contro la donna, «con riferimento alle polemiche sui simboli del Sole delle Alpi presenti nella scuola».
Su ciò che sta succedendo ad Adro, ma anche sulle persone e i gruppi che a questo clima oppongono resistenza, conto di pubblicare quanto prima una piccola inchiesta.
Sull’aggressione a Romana Gandossi, riporto di seguito la nota della Camera del Lavoro di Brescia:
L’aggressione fisica e verbale avvenuta questa mattina ad Adro alla nostra iscritta e delegata zonale dello Spi Cgil Romana Gandossi è molto grave.
L’episodio non deve essere sottovalutato ed è il segno di quanto purtroppo andiamo ripetendo da settimane rispetto al clima pesante di intimidazione che c’è nel paese franciacortino nei confronti di chi non si sottomette al verbo leghista. Fa ancora più specie e desta ancora maggiore preoccupazione il fatto che l’aggressione sia avvenuta a distanza di poche ore dalla presa di posizione pubblica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale «ha ribadito la sua convinzione che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire, in sedi pubbliche, quelli della nazione e dello Stato».
Da parte nostra, oltre a esprimere vicinanza a Romana Gandossi, ribadiamo il nostro impegno a proseguire la campagna contro le discriminazioni e contro l’arroganza di sindaci sceriffo convinti che la maggioranza (relativa) dei consensi sia sufficiente per fare a pezzi le regole costituzionali che invece dovrebbero essere condivise tra tutti. Le cose non stanno così, i sindaci sceriffo se ne facciano una ragione. A partire da quello di Adro.
Segreteria Camera del Lavoro di Brescia
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