Facciamo che il vecchio lo lasciamo stare, mi ricorda mio nonno, un pochino. Tuo nonno era negro? No, ma lo lasciamo stare lo stesso, ha i capelli di mio nonno. Aveva i capelli crespi tuo nonno? Crespi no, ondulati. Ma bianchi come quelli del negro. Un negro coi capelli bianchi – ti fa pena… Non dico questo: prendiamocela con quell’altro, però: il vecchio lo lasciamo stare. Va bene, lo lasciamo stare.
Cerdo prende lo slancio e si precipita sul vecchio. Un istante, poi l’uomo cade a terra e Cerdo lo colpisce ripetutamente, con violenza.
Bastardo, t’avevo detto di lasciarlo stare. Occupati dell’altro, piuttosto, non vedi che non è scappato? Non vorrei che c’avesse…
Il negro giovane è armato di coltello. Ago lo disarma con un calcio e gli si butta addosso, continua a picchiare fino a lasciarlo in terra svenuto. Cerdo ha finito col vecchio e raggiunge il suo amico.
Pulizia fatta! Cazzo ti costava lasciarlo stare, quello? Sembrava mio nonno, l’ho detto.
Ago e Cerdo immaginano di avere musica nelle orecchie mentre si allontanano, come la colonna sonora di un film. Sulla città, intanto, scendono i titoli di coda.
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