Gaza, l’attacco di terra e il boicottaggio di Israele

 AGGIORNAMENTO dal blog di Audrey: Israele colpisce la rete telefonica
 Gaza verso il completo isolamento!

I prodotti israeliani hanno il codice a barre che comincia con 729
 Lo so
che continuo a copiare spudoratamente da Femminismo a Sud, però anche questa iniziativa mi sembra importante: evitare di acquistare i prodotti israeliani (hanno il codice a barre che inizia con le cifre 729), perché «ogni euro che noi gli diamo si trasforma in bombe e tank che sparano contro la popolazione civile palestinese». «Quando andate a fare la spesa, non comprate. Non dirigete soldi in quella direzione», è l’invito del post originale, nel quale trovate anche la lista dei codici a barre di tutte le nazioni, notizie sulle relazioni economiche tra Italia e Israele e sulle aziende italiane che commercializzano prodotti israeliani.
 
 Si tratta di un tentativo di danneggiare economicamente Israele e quindi bisogna fare una precisazione per evitare che le solite anime candide accusino i detrattori della politica di guerra di voler affamare una popolazione intera. State facendo confusione: è Gaza, non Israele, che sta vivendo (ma sarebbe più logico dire morendo, penso io) l’embargo voluto dal suo potente vicino. Perciò state tranquilli: Israele non soffrirà la fame a causa del nostro boicottaggio perché ha risorse infinitamente più grandi della popolazione di Gaza, e una libertà di movimento alla frontiera incommensurabilmente maggiore. Il boicottaggio, infine, non è eterno, ma limitato alla fascia temporale che la coscienza dei boicottanti suggerisce: la fine delle “ostilità”, ad esempio, oppure l’avvio di un vero processo di pace. Io sono anni che evito come la peste la frutta israeliana e posso aspettare ancora.
 
 
Si tratta però di dare un segnale a chi di segnali ne lancia in continuazione. Giusto ieri è incominciato l’attacco di terra
dell’esercito israeliano che è entrato a Gaza, secondo la retorica
ufficiale, «per infliggere un duro colpo ad Hamas e costringerlo ad
accettare le condizioni di Israele». Gli
scontri tra soldati e guerriglieri sono incominciati e le truppe – come già le bombe, cosiddette «intelligenti» – si sono subito distinte per la precisione assai poco chirurgica delle loro operazioni. Ieri sera, infatti, i cannoni dell’artiglieria israeliana hanno bombardato la moschea di Ibrahim Maqadmeh, a Beit Lahiya, durante la preghiera del  tramonto e hanno ucciso 13 persone in preghiera, ferendone altre 40. In un attacco aereo contro il campo profughi di Rafah, alla frontiera con l’Egitto, invece, sono stati uccisi almeno 4 cittadini palestinesi. Il numero dei morti è salito a 464, e i feriti superano i 2.370.
 

 
A chi capisce l’inglese, consiglio l’articolo They know no limits now, di Eva Bartlett, attivista per i diritti umani e giornalista freelance canadese, attualmente a Gaza con l’International Solidarity Movement.


 Ho tratto l’immagine di questo articolo dal blog Femminismo a Sud

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6 risposte a Gaza, l’attacco di terra e il boicottaggio di Israele

  1. Lameduck scrive:

    Se in America vi sarà veramente la crisi di quelle buone, allora forse si chiederanno se vale la pena mantenere un figlio tanto costoso e violento.
    Se venissero a mancare i fondi dagli USA allora si che sarebbero dolori.

  2. Mario scrive:

    Credo che quella sarebbe una soluzione a tante cose, in effetti… Solo se la crisi continua a lungo e peggiora, però, altrimenti (visto il tipo di risposta che gli Stati stanno dando che non implica alcun cambiamento di rotta o di modello di sviluppo) mi sa che i soliti noti continueranno a fare tutto ciò che vogliono, in Medioriente come nel resto del mondo… PS: era una nota ottimistica 😉

  3. Luisa scrive:

    Ci sono state già mille polemiche su questo boicottaggio qui a Roma, ma forse le persone non si rendono conto che i consumatori sono liberi di comprare o non comprare quello che vogliono! Se ora non vogliono più sovvenzionare le ditte israeliane è un loro sacrosanto diritto visto quello che sta accadendo a Gaza.
    Inviterei anzi tutte le persone di origine ebraica che credono nei diritti civili a fare altrettanto dimostrerebbero una volta per tutte che i legami “di razza” valgono molto meno del libero arbitrio. Se questo boicottaggio può servire a far finire le morti di civili e bambini di Gaza io dico senza dubbio : boicottiamo!

  4. Mario scrive:

    Hai ragione. Per quanto riguarda il caso di Roma, nei volantini si invitava a boicottare i negozi ebrei, il che non è solo una triste assonanza con i misfatti del nazifascismo, ma antisemitismo vero (o magari assenza di ragionamento). Qui non si tratta di boicottare il negozietto del Ghetto romano; anzi, se mi trovassi in zona andrei di proposito lì a fare la spesa, per solidarietà contro certe proposte e per vedere se ci scappa un po’ di dialogo su ciò che sta accadendo a Gaza. Il boicottaggio che dovremmo intraprendere, invece, non ha nulla di razzista: smettere di acquistare i prodotti col codice a barre che comincia per 729 significa provare l’economia israeliana non del pane o dell’acqua (quella è l’economia palestinese), ma delle risorse per acquistare sempre nuove armi, sempre più sofisticate. Senza volare tanto alto, si tratta comunque di dare un segnale, forse più rumoroso delle (sacrosante) manifestazioni. Hai poi davvero ragione quando inviti le persone di origine ebraica che credono nei diritti civili a «fare altrettanto» per dimostrare che «i legami “di razza” valgono molto meno del libero arbitrio». Speriamo!

  5. NB: nella lista dei produt tori israeliani non appare la TEVA e la DOROM (farmaci), ne anche in quella +completa pubblicata dagli israelebrei per “contrastare” il boicot taggio Questa pubblicazione DIMOSTRA i suddetti non sono quei furboni che si dice sia no! Inoltre si indica come 0729 il codice prodotti israel
    iani! Appaiono anche sotto ( (Italia) e proven SUD AFRICA (avocado) ma con etichetta CARMEL! non fatevi fregare Avessere preso le botte ai tunnel sti naZZZZZisti da cui la “tregua” unilaterale?
    Quando i vigliacchi perdo no…treguano! Altra prova: non fanno entrare i giornalisti neanche quelli lecchini! Date un’occhiata su internet a “i protocolli di sion” I naZZZZisti israel ebrei vogliono la Palestina xkè già hanno tutto il “mon do” occidentale e “affiliati”

  6. Mario scrive:

    Non credo che sia un vero commento, comunque lasciamo stare i protocolli dei savi di sion e altre cazzate antisemite. Quel che succede a Gaza è già abbastanza tremendo per aggiungerci gli orrori del nazifascismo.

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