1) Wild Boys
Premessa numero 1: questo articolo inizia in maniera un po’ più frivola del solito. Premessa numero 2: sono in vacanza a Mesagne (Brindisi) insieme a Silvia. Ieri, con Alessandra e Maurizio, una coppia di amici, siamo andati fino a Napoli per il concerto dei Duran Duran, che doveva tenersi all’Arena Flegrea. Tre ore e mezza di viaggio attraverso la Puglia, il Beneventano e l’Avellinese, ammirando le pale eoliche sulle colline, sogno inconfessabile di un don Chisciotte ambientalista, poi l’autostrada scende verso il mare e c’introduce nel traffico della tangenziale partenopea, finché finalmente raggiungiamo l’uscita n. 10 (Fuorigrotta), il nostro Bed & Breakfast e, a seguire, la pizza. Ci avviamo trulli trulli, a piedi, verso la Fiera d’Oltremare, raggiungiamo i cancelli… E non troviamo nessuno, fatta eccezione per quattro o cinque persone ferme a parlare. «Il concerto è stato annullato», ci dicono. Pensiamo a uno scherzo: com’è possibile che un concerto di quelle dimensioni sia annullato senza che si sappia niente? Ma i guardiani presenti al cancello confermano e aggiungono che si sapeva già da venerdì. «A noi hanno venduto i biglietti sabato», dicono due dei presenti. Lo scoramento è generale, ma c’è poco da fare. Un’auto si ferma, ci chiedono del concerto. «Annullato», rispondiamo. «Wild Boys!», commenta uno, all’interno della macchina. Ridiamo tutti. I fan più accaniti (le fan più accanite?) sono i più delusi. Ci diciamo che sicuramente la data è stata annullata perché non erano stati venduti abbastanza biglietti, e che non si fa così, che sono stati dei gran maleducati, che piuttosto dovevano affittare un posto più piccolo e fare lo stesso il concerto. Anche solo una canzone, almeno salutare il pubblico! Chi dice che hanno perso la faccia a non suonare, chi, invece, che avrebbero perso di prestigio se avessero suonato davanti a troppa poca gente. Alla fine, abbiamo scoperto che la motivazione ufficiale dell’annullamento, diffusa il giorno prima, è la rottura di un camion durante il viaggio per Napoli, che avrebbe danneggiato il materiale di scena rendendo impossibile l’esibizione. «È la prima volta che ci succede una cosa del genere», ha dichiarato Simon Le Bon, che si è detto dispiaciuto, anche perché per loro l’Italia «è una seconda casa». Alla versione ufficiale, però, non ha creduto nessuno, anche perché i guardiani avevano detto che si sapeva già da quattro giorni. E poi, in ogni caso, almeno mettere un cartello…
2) Napoli
Per vincere l’amarezza, abbiamo fatto conoscenza, gli otto che eravamo (otto e mezzo, c’era pure un bambino), e siamo partiti insieme per una visita guidata della città, a cura dei nostri compagni di sventura napoletani. Siamo stati sul lungomare e abbiamo bevuto la birra di un chioschetto presso una spiaggia dove anticamente venivano lavati i panni (e che, per questo, si chiama, se non ricordo male, ma secondo me ricordo male, Mappicella). Siamo risaliti sull’auto e abbiamo visto sfrecciare la zona dei grandi alberghi, Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino. Ci siamo fermati verso piazza Plebiscito e abbiamo continuato a piedi. È vero che i rifiuti non ci sono più, non se ne vede uno: chissà dove li hanno messi. Se sono bastati 50 giorni per mettere fine a un’emergenza di 14 anni, mi dico, significa che l’emergenza non è stata risolta: la sporcizia è stata semplicemente nascosta sotto il tappeto. Sonia e Diego, i nostri ciceroni, vanno oltre: ci dicono che sì, nei mesi dell’emergenza è stata dura, ma che in televisione le cose erano sicuramente gonfiate. Vuoi vedere che l’emergenza è stata amplificata e che adesso si sono semplicemente messi d’accordo?
Piazza Plebiscito si estende tra il Palazzo Reale e la chiesa di San Francesco da Paola. Davanti alla chiesa ci sono due statue equestri. La tradizione vuole che, procedendo a occhi chiusi dal centro della piazza, si cerchi di raggiungere il portone della chiesa andando sempre dritto, senza mai deviare. Per motivi che non so spiegare, non ci riesce nessuno: vai avanti bene fino un certo punto, poi pieghi a destra o a sinistra, verso un cavallo o verso l’altro. Io avevo già provato un’altra volta, senza riuscire. Ieri sono andato avanti per un po’, poi ho aperto gli occhi e mi sono trovato ancora “centrato”. Ho visto che chi ha proseguito è andato dritto per un certo tratto e poi, all’improvviso, ha girato a destra o a sinistra, senz’alcun motivo apparente. È un mistero. «Ma vedrete che dopo il problema dei rifiuti Berlusconi risolverà anche questo!», sfotte Diego. Ridiamo.
3) Il ritorno
Ancora due passi ed ecco il teatro San Carlo, davanti al quale ci concediamo ‘na tazzulill’e cafè, il vero caffè di Napoli. Ritorniamo alla macchina e il giro continua con la visione rapida di alcuni fra i luoghi più celebri della città. Forcella, il quartiere dei boss, Spaccanapoli, il Duomo, dove si scioglie il sangue di San Gennaro, i quartieri spagnoli, piazza Dante, la zona delle boutiques, dove, insinuano maliziosamente i nostri ospiti, «i rifiuti non ci sono mai stati». Facciamo ritorno a Fuorigrotta, ci salutiamo. Il mattino dopo siamo pronti a ripartire per Mesagne. Compro il manifesto all’edicola e leggo che il Senato ha approvato il «lodo Alfano», che garantisce l’immunità alle prime quattro cariche dello Stato, ossia il Presidente della Repubblica, quelli di Camera e Senato, il Presidente del Consiglio. La nuova finanziaria (che ha tagliato i fondi a tutto, pur di toglierci l’ICI) rischia di fare chiudere i pochi giornali non omologati (sarà contento Beppe Grillo, che non voleva i finanziamenti pubblici alla carta stampata) e alla stazione di Milano Centrale un altro Eurostar si è spezzato in due (in compenso avremo la TAV, per fare guadagnare Montezemolo).
Fuori però c’è il sole e in apparenza non è cambiato nulla: Radio Norba disquisisce sulle preferenze degli italiani in fatto di grigliate, auto e tir proseguono il tran tran abituale, i monti sono verdissimi d’alberi. A un’occhiata superficiale sembrerebbe non essere cambiato nulla…
Le foto di questo articolo sono state scattate durante il concerto dei Duran Duran dello scorso 19 luglio all’Idroscalo di Milano.
E GIA’,A UN’OCCHIATA SUPERFICIALE SEMBREREBBE NON ESSERE CAMBIATO NULLA …MA TANTO E’ CAMBIATO!E’ CAMBIATO IL RICORDO CHE UNA DURANIANA DA OLTRE VENTI ANNI PUO’AVERE DEL GRUPPO CHE L’HA ACCOMPAGNATA DAGLI ANNI BUI DELL’ADOLESCENZA, QUANDO CON LE CUFFIE ALLE ORECCHIE TI CHIUDEVI NELLA STANZA A CERCARE SOLLIEVO IN QUEI TESTI INGLESI CHE IMPIEGAVI GIORNI A TRADURRE,FINO AGLI ANNI DELLA COSI’ DETTA MATURITA’…QUANDO CON DUE MESI DI ANTICIPO RISPETTO ALLA DATA DEL CONCERTO TI AFFRETTI AD ACQUISTARE IL BIGLIETTO PER ESSERE SICURA DI ESSERE LI’ QUEL GIORNO… TU NO,NON PUOI MANCARE AD UNIRTI AL CORO,A TORNARE INDIETRO NEGLI ANNI E CON TUTTO IL POPOLO DELLE DURANIANE FAR SENTIRE L’AFFETTO RIMASTO INTATTO NEGLI ANNI…TU NO MA LORO SI!!! MA SUL SERIO PENSAVANO CHE CI AVREMMO CREDUTO COME AVESSIMO ANCORA TREDICI ANNI? PUO’ CREDERCI UNA MAMMA CHE PARTE X ANDARE A VEDERE IL CONCERTO LASCIANDO I FIGLI AI NONNI? PECCATO. AVREI VOLUTO NON AVER ACQUISTATO MAI QUEI BIGLIETTI.SIMON SAREBBE ANCORA UN MITO PER ME.E INVECE NON HA CANTATO X POCHI
Io sono una delle tante fan deluse, che però vuole concedere loro il beneficio del dubbio, forse vi è stata una cattiva organizzazione dell’evento, che non è stato pubblicizzato a dovere. Li seguo da 25 anni e può sembrare puerile, ma assicuro che la loro musica mi ha accompagnato ed a volte anche aiutato a sopportare situazioni ed eventi tristi e non solo della mia vita. Desidero ancora adesso vederli in concerto e perciò ho pensato di raccogliere il maggior numero di firma possibile, una petizione da inviare al loro sito ufficiale che almeno servirà per far capire loro dell’errore compiuto e delle tante persone deluse. Spero che non ridiate e non pensiate che sia ingenua, lo so che soltanto i soldi possono farli ritornare ma voglio comunque provare una strada alternativa anche se folle.
Grazie
Ho creato un blog: http://www.myspace.com/cannella70 (e-mail cannella70@yahoo.it se volete contattarmi)
Salve sono riuscita a creare una petizione per far venire i Duran Duran a Napoli, o almeno per far sapere loro che non abbiamo dimenticato..chiunque voglia apporre la propria firma http://firmiamo.it/concertodeidurandurananapoli
FORZAAA
ebbene si! il concerto l’ho fatto cancellare io..
come possono ancora esistere sti Duran Duron?? e basta!! Il loro segreto e’ nel loro nome.. tutto li!
Anch’io come Anna e altri fans di Napoli. aspettavo questo concerto da anni! (non sono mai venuti a Napoli per un concerto da quando hanno fatto il primo Italian Tour nell’87) e io per vederli ho sempre dovuto subire delle “trasferte” in altre città pur di vederli. (Milano e Roma) ma stavolta avevo già comprato i biglietti due mesi prima di quello che doveva essere un GRANDE EVENTO per TUTTI i fans di Napoli. e invece…. ANNULLATO! a sole 24 ore di distanza da quella data fatidica…ancora adesso provo una grande AMAREZZA, DELUSIONE, e TANTA RABBIA per qualcosa che poteva essere e non è stato più…io seguo i DD da 26 anni ormai e 26 anni di fedele seguito non si possono cancellare con un “colpo di spugna” ma se il VERO motivo dell’annullamento di questo concerto è stato la scarsa vendita di biglietti dico: “meglio pochi ma buoni” no??? allora a questo punto cosa devo pensare che a Simon (che è il mio Duran preferito) e “soci” interessa più la QUANTITA’ che la QUALITA’ del loro pubblico??? questa cosa non riesco proprio a mandarla giù…..CARI DURAN STAVOLTA L’AVETE FATTA VERAMENTE GROSSA!!! ma tanto chissà se leggeranno mai questi nostri commenti! e se anche li leggessero fino a che punto gli interesserebbe???…..
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