Cielo grigio di pioggia, la luce neutra del tuo giorno riposa gli occhi. Fuori della finestra spazia lo sguardo sopra l’ardesia umida d’un tetto, i rami nudi dei pioppi, la massa della collina, con qualche vigna lontana.
Dentro l’aula, feroce, il neon brucia gli occhi, mi duole il riverbero bianco sui fogli o sul registro aperto. E’ tutta qui la vita? Già non è poco, ma vedo vuol scappare la mia mente in fuga solitaria, passare l’aria a guado e giungere di là dalle onde, ai mondi lontani dove ancora chi combatte lotta e la vita disperata dell’eroe è sensuale e non solo disperata.
Giorni di sole forte, spazi piatti infiniti da dove pare inutile cercare di scappare, s’è persi sulla terra e della terra s’è piccoli abitanti. E’ facile chiudendo gli occhi, o anche solo respingendo un po’ più in là questa realtà concreta, immaginare zapatisti audaci fare l’amore con belle señoritas.
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