Metrica liberissima. Parlo di guerra. Non è una novità, ma i tempi sono questi. «Io per fortuna» è titolo provvisorio. Ritengo non sia ancora finita, ma inizio a pubblicare questi versi. «Io per fortuna – parte I», allora.
Io per fortuna (– parte I??)
Io per fortuna non ne ho visti mai,
cadaveri in strada,
ma ho visto le immagini trasmesse,
i corpi di bambini massacrati,
i visi delicati;
e certo le bombe non sono l’esclusiva,
neppure di lontano,
dei terroristi spaventosi e brutti,
di quelli con la barba e la bandiera:
i mandanti indossano la giacca,
giacca e cravatta (appretto); e gli aviatori,
celesti esecutori,
portano divise e gradi veri, lassù, nell’alto dei cieli;
centrano in terra gli uomini di buona volontà.
Io per fortuna non ne ho viste mai,
esplosioni che squarciano la quiete,
e già tollero poco i motorini, i botti,
la gente al cellulare; non riesco a immaginare
che sono in casa quando crolla il tetto,
il piano sopra se ne viene sotto
muoio schiacciato, rotto,
perché di sotto, o sopra oppure a lato
vive – viveva – il terrorista,
con la famiglia, i figli oppure solo.
[Mario Badino, notte tra il 15 e il 16 dicembre 2015]