Brindisi, “emergenza” rifiuti

vetro

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La faccio breve, perché ancora non mi sono fatto un’idea chiara delle cose e rischio di dire inesattezze. D’altro canto, la situazione mi pare grave e non ce la faccio a stare zitto, quindi prendete questo post così com’è venuto.

Nella provincia di Brindisi, dove attualmente risiedo, la raccolta dei rifiuti potrebbe essere sospesa – domani lo sarà – perché non si sa più dove mettere i rifiuti. Si profila la solita “emergenza”, a quel che posso immaginare, dove le virgolette sono dovute alla convinzione che certi problemi non scendano dal cielo, all’improvviso, ma si preparino nel corso degli anni.

I fatti, per quel che ho capito, sono questi: la discarica di Autigno è sotto sequestro per inquinamento, e i rifiuti indifferenziati, per poter accedere alla discarica «di soccorso» di Formica Ambiente, devono essere processati dall’impianto di biostabilizzazione di Brindisi, che però è stato bloccato, in quanto fuori norma. In ragione di ciò, la spazzatura indifferenziata degli ultimi giorni si trova ancora sugli autocompattatori, e non c’è modo di procedere alla raccolta delle diverse tipologie di rifiuto.

Tutto ciò avviene in un territorio che, negli ultimi anni, ha avviato pratiche virtuose, come la raccolta porta a porta dei rifiuti destinati al riciclo, evidentemente però senza riuscire a risolvere gravi problemi strutturali.

Io non so che cosa accadrà nei prossimi giorni; data la mia sostanziale inesperienza del territorio e delle sue dinamiche, mi vengono subito in mente gli scenari peggiori, quelli della crisi dei rifiuti campani (crisi che mi piacerebbe sapere davvero com’è stata risolta, intendo dire sotto quale tappeto è stata nascosta la polvere).

Probabilmente nulla di tutto ciò accadrà, e nel giro di qualche giorno ci sarà una soluzione “di emergenza” che consentirà la ripresa della raccolta. Azzardo però alcune previsioni:

  1. La situazione “emergenziale” sarà, appunto, una soluzione-tampone, che non avvierà una vera risoluzione del problema: i rifiuti saranno messi “da qualche parte”, derogando all’obbligo di biostabilizzazione, e dimenticati fino alla prossima crisi.
  2. Si deciderà che il futuro dei rifiuti sta nel portarli altrove, o nel bruciarli, o nel costruire una nuova discarica, continuando ad avvelenare questo o altri territori. Mancherà, in ogni caso, un serio impegno nella riduzione della massa dei rifiuti attraverso pratiche virtuose, e la prospettiva dei rifiuti nelle strade servirà ad anestetizzare la coscienza civile di chi sa che non tutti i sistemi di smaltimento sono uguali, per la salute e per le tasche dei cittadini.
  3. Ci sarà probabilmente qualcuno – c’è sempre – che riuscirà a lucrare sulla situazione.

Il tutto in un territorio che già oggi è caratterizzato dall’alta incidenza delle patologie tumorali, dovute anche, a quanto è dato pensare, alla presenza di importanti realtà industriali, concentrate nell’area urbana di Brindisi, dal petrolchimico all’industria farmaceutica alla centrale a carbone di Cerano.

Il tutto in un territorio che negli ultimi anni ha riscoperto la propria vocazione turistica, e che avrebbe ogni interesse a investire in un turismo legato – oltre che al mare – alle altre bellezze paesaggistiche e alle specificità culturali, in un processo di valorizzazione del territorio che potrebbe avere enormi ricadute – economiche ma anche socio-culturali – sulla popolazione del brindisino.

Il tutto in un territorio che dovrebbe riscoprire piccole strade, campi, ulivi,

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e che già ora comincia a riempirsi di immondizia nei campi.

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Cercherò di seguire la vicenda e di essere un po’ più preciso nei prossimi giorni.

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