Non so, magari era persino buono l’intento di quell’articolo trovato su facebook, che per di più non ho neanche letto, ma a me ha piuttosto infastidito l’idea di titolare che con due euro al giorno gli anziani possono seguire una dieta meravigliosa – com’era? sana? equilibrata? non ricordo già più, forse era semplicemente «scacciacrisi».
Mi ha infastidito perché dire che in Italia una persona può anche solo nutrirsi decentemente con due euro al giorno è prendere in giro chi ha bisogno – a meno che non si stia proponendo di uscire dal sistema economico dominante, ad esempio facendosi l’orto.
Capita poi – a proposito di orto – che sulla Stampa online uno legga che negli «orti degli anziani» di Aosta (si trovano in pieno centro cittadino) l’Arpa ha trovato tracce di metalli pesanti nell’insalata, in particolare Nichel e Cobalto. Ma la presenza di metallo in orti e ortaggi, ha spiegato il direttore dell’Arpa regionale, Giovanni Agnesod, «può essere dovuta anche a fattori diversi dall’inquinamento dell’aria, come l’intervento dell’uomo con particolari sostanze o attrezzature».
Può essere, certo. Come può essere che la presenza in piena città, sul fondo di una valle stretta incastonata tra i monti, di un’acciaieria come la Cogne Acciai Speciali c’entri qualcosa; e qui il fastidio aumenta, e non solo per la presenza ad Aosta di una sorgente perpetua di emissioni, ma anche per la tendenza di tanti a minimizzare (non dico, in particolare, di Agnesod, che non conosco direttamente, e che ha pure il dovere di prendere in considerazione tutte le possibili cause, ma sono in tanti, troppi a voler ridimensionare a ogni costo la portata dell’inquinamento da acciaieria sull’aria che respiriamo).
Mi trovo a Mesagne, in provincia di Brindisi, e ci resterò per tutto l’anno scolastico. Aosta è lontana, l’inquinamento no. Qui c’è Cerano, a due passi, la centrale a carbone. C’è l’area industriale di Brindisi. C’è Taranto, un po’ più in là, con l’Ilva. Non so come girino i venti, non so che aria faccio respirare ai bambini, ovunque uno si giri c’è da deprimersi.
Qui dove sono si tende a bere l’acqua in bottiglia, anche se non si dovrebbe. Ho appena letto un elenco delle marche in cui sarebbe più alta la concentrazione di arsenico. Naturalmente c’è anche quella che prendiamo noi, teoricamente una delle migliori. Ma chi ha scritto l’elenco che gira in internet? Un laboratorio d’analisi o una marca rivale? Anche questo provoca fastidio: l’impossibilità di fidarsi delle voci sconosciute, e il timore che sia meglio farlo, dal momento che, a guardarsi dentro, non sembra possibile fidarsi neppure di quelle istituzionali.