Israele smettila, non so in che altro modo dirlo.
Smettila con l’odio, smettila con l’illegalità, smettila con la guerra.
Vuoi che ti dica che rapire e ammazzare tre ragazzi è una cosa inumana? Non ho difficoltà.
Vuoi che ti dica che Hamas non è il mio modello di partito, di politica, di governo? Non ho difficoltà.
Vuoi che ti dica che il rapimento e l’uccisione di tre ragazzi ti autorizza a fare ciò che stai facendo in Palestina, con raid aerei, demolizioni di strutture, vessazioni e soprusi sulla popolazione civile? Risponditi da solo.
Da che mondo è mondo gli autori di un crimine – rapimento, omicidio, le cose più abiette – pagano personalmente la propria colpa. Immaginiamo tre ragazzi italiani rapiti e uccisi da un kommando svizzero, o francese. L’Italia bombarderebbe i suoi vicini di casa? Manderebbe le ruspe oltre confine a togliere l’asfalto dalle strade? A tirare giù le vigne, come vengono abbattuti gli ulivi in Palestina?
Israele, stai utilizzando tre ragazzi rapiti e uccisi come scusa per un’escalation militare in Palestina, per minare sul nascere i tentativi recenti di coesione nazionale dei palestinesi e proseguire la tua politica di assoggettamento.
Finché la Palestina sarà una terra frammentata da muri, reti sorvegliate da soldati armati, finché il tuo esercito sparerà addosso ai contadini palestinesi che non rinunciano a entrare nei loro campi che tu hai dichiarato zona militare, finché dureranno i raid aerei, gli omicidi mirati, l’embargo contro Gaza, la detenzione di moltissimi prigionieri politici nelle tue carceri, l’arresto delle ambulanze ai check point, il divieto di uscire in mare per i pescatori di Gaza, con la tua marina militare che non trova niente di meglio da fare che sparare addosso ai pescherecci che si trovano in acque palestinesi o internazionali, certo non israeliane, finché non cercherai la pace, la pace non ci sarà.
I tre ragazzi morti pesano anche sulla tua coscienza, Israele, insieme ai palestinesi uccisi per rivalsa, insieme a Mohammed Khudair, 15 anni, rapito e ucciso da coloni israeliani questa mattina, per vendetta. Vendetta contro chi non c’entra niente, come così spesso accade. [fonte la giornalista palestinese Noor Harazeen, ma la notizia è anche sui giornali israeliani, noto che il sito di «Repubblica», invece, apre con Renzi a Bruxelles]
Mohammed è stato rapito, torturato, il suo corpo bruciato e poi lanciato in una fattoria. Se la Palestina fosse uno Stato in grado di difendersi, ora tanti coloni nelle loro abitazioni illegali dovrebbero temere i raid di risposta. Questo, fortunatamente, non accadrà, per il semplice fatto che la Palestina non ne ha la forza, ma è proprio quello che i plaestinesi stanno subendo in questi giorni, e in ogni caso il meccanismo l’odio tra le due popolazioni è destinato ad aumentare.
Chi è l’intollerante, Israele? Chi è il fanatico? Chi il fondamentalista religioso? E per quale ragione il popolo palestinese, tradizionalmente laico, sta iniziando a pensare che solo Allah potrà porre fine all’oppressione? Chi, in altre parole, sta alimentando un fondamentalismo del tutto pari a quello di chi ritiene suo diritto occupare le terre altrui, perché promesse da Dio al popolo eletto qualche migliaio di anni fa?
E il fanatismo si diffonde anche in altri Stati. Qualche giorno fa è stato aggredito, di giorno a Roma e in pieno centro, un ragazzo che si era appena allontanato dal presidio in difesa del popolo palestinese di cui faceva parte. Gli aggressori? Gruppi di giovani ebrei del ghetto, riuniti, come squadristi, per farla pagare a chi cerca di bucare la cortina del silenzio, quella che i nostri media hanno steso sulle tue azioni, Israele.
Perché per i giovani ebrei di Roma la ragione è sempre dalla tua parte, Israele. Perché per i giovani ebrei di Roma essere dalla parte dei palestinesi, e osare manifestarlo pubblicamente, non è legittimo e va punito.