Diamoci una mano

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Le prossime elezioni europee, a quanto dicono i sondaggi, potrebbero portare al Parlamento di Bruxelles/Strasburgo un gruppo di parlamentari di sinistra, non allineati con le posizioni della Commissione in fatto di austerità, debito, ricette “obbligate” per l’economia.

Si tratta della lista «L’altra Europa con Tsipras».

Non si tratta dell’ennesimo gruppo populista, tentato dall’addio all’Europa, ma di chi non concepisce che una sola ideologia – quella liberista – debba dettare le regole alle quali dovranno sottostare i milioni di persone che vivono nell’Unione europea.

È il gruppo di chi vuol cambiare l’Europa standoci dentro, rifiutando qualsiasi chiusura nazionalistica, ma anche un progetto di unione che è diventato il grimaldello del capitale finanziario per scardinare ciò che rimane dei diritti e dello stato sociale nel nostro continente.

È anche un’occasione per negare il proprio consenso alla retorica del pensiero unico, del “voto utlile”, dell’appiattimento delle differenze. Chi scrive, almeno da due legislature, non è più rappresentato all’interno del Parlamento italiano, perché la nostra legge elettorale, con i suoi assurdi sbarramenti, priva decine di migliaia di persone del loro diritto di essere rappresentate.

Chi scrive vorrebbe che, almeno in Europa, riprendessero a circolare idee che non sono quelle dei partiti più grandi, appiattite sui dettami della Commissione e del Fondo Monetario Internazionale.

Votare la lista «L’altra Europa con Tsipras», guidata dal leader greco di Syriza, che nel Paese più vessato dalle imposizioni degli Stati “virtuosi” dell’Unione, ha avviato un percorso politico originale, significa mettersi contro un’idea di Europa che nulla ha a che fare con le conquiste dei diritti e della democrazia raggiunte a partire dal secondo dopoguerra.

Nel collegio elettorale del Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), la candidatura della lista Tsipras dipende – incredibilmente – dalla possibilità di raccogliere 3mila firme in Valle d’Aosta, la regione più piccola d’Italia, che conta un elettorato di appena 80mila abitanti.

La legge prevede infatti che ogni lista nuova, per candidarsi, raccolga 30mila firme in ogni collegio (risultato assolutamente raggiungibile) e almeno 3mila firme in ogni regione, equiparando di fatto territori diversi come la Lombardia e la piccola Valle d’Aosta.

In Valle la raccolta è partita, con tanto impegno da parte dei simpatizzanti e del candidato valdostano, Andrea Padovani. Oggi è intervenuta anche la candidata piemontese Giuliana Sgrena, giornalista del manifesto, mentre nei prossimi giorni dovrebbe essere in Valle anche Moni Ovadia.

3mila firme, tuttavia, sono un obiettivo quasi impossibile in Valle d’Aosta, a meno di non decidere in tant* – che poi si intenda votare «L’altra Europa con Tsipras» o meno – che consentire la partecipazione di questa nuova lista (che senza la Valle d’Aosta sarebbe esclusa da tutto il Nord-Ovest d’Italia) è un atto di democrazia, e magari anche un favore fatto a se stessi.

Diamoci una mano, dunque, e andiamo a firmare presso i banchetti appositamente allestiti, oppure presso il nostro comune di residenza.

Grazie a chi vorrà metterci la firma.

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Una risposta a Diamoci una mano

  1. Francesco Lucat scrive:

    Bravo Mario….

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