Barricate! [da ZiaPoe]

Copio e incollo da ZiaPoe questa mia poesia, con tanto d’introduzione.

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Il testo che segue non è un invito alla rivolta violenta (le palette e i rastrelli contro i carri armati, del resto, sarebbero strumenti di offesa solo per la retorica fasulla di certi media), m
a la considerazione che, a furia di subire, le persone – quantunque non organizzate – potrebbero finire per ritenere colma la misura.

I retori della pace sociale, della fine del conflitto (quelli cioè che negano la necessità di un conflitto tra chi ha troppo poco e chi troppo, anche per nascondere il fatto che il conflitto è oggi operato dall’alto verso il basso e non viceversa) avrebbero forse interesse più di altri a fermare la pericolosa caduta verso il fondo, verso quella soglia che non si può varcare senza conseguenze.

A noi converrebbe, invece, la rivoluzione: disarmata, spero, ma in ogni caso capace di abbattere questo sistema economico e la sua religione.

Barricate!

E  ci troviamo sulle barricate,
vigili, in attesa:
s’apre la buca sotto al carro armato,
la sabbia l’inghiotte.
Gridiamo d’esultanza, ha funzionato!
È giunto il momento
e, rapidi, lasciamo la catasta
d’ombrelloni e borse,
armati di paletta e di rastrello;
superiamo urlando
i materassini, i teli, le sdraio:
circondiamo il buco
nella sabbia. Da sotto, imprecazioni:
non s’aspettavano
il tranello – di più, gli sembra assurdo:
presi in imboscata
da semplici bagnanti col costume!
Eppure è logico,
e forse lo sentivano anche loro
che non ce n’era più,
che le mascalzonate del potere,
prima sopportate
per abitudine e pigrizia, adesso
erano cresciute
oltre misura, fino a scatenare
la rivoluzione,
scoppiata finalmente sulla spiaggia,
con la complicità
del mare troppo mosso per il bagno.

[Mario Badino 17-18 luglio 2013]

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