Il titolo potrebbe far pensare a Calderoli, ma ormai sappiamo con chi abbiamo a che fare, e non intendo spendere parole su un razzista indegno di sedere dove siede. Al limite, vi invito a firmare la petizione online per chiederne la rimozione da vice presidente del Senato, perché non puoi dire certe cose e farla franca: è diseducativo.
Il titolo potrebbe far pensare al governo in carica, quello che ha in Berlusconi il principale sostegno – o il principale azionista, fate voi. Ma dell’oscenità delle «larghe intese» ho già detto.
L’«indecenza» che non ha limite, in questo caso, riguarda uno scempio inutile e perfettamente evitabile, commesso nella mia città, Aosta, ai danni di uno dei monumenti romani più belli e meglio conservati, le Porte Pretorie.
Per decenni (tre e mezzo) sono passato sotto quelle porte, godendo della contiguità col passato, di una testimonianza storica perfettamente inserita nella città presente, un luogo suggestivo, poetico, turistico se proprio dobbiamo parlare di soldi, che la notte i riflettori dipingevano di luce, creando un’atmosfera che non voglio pensare di aver perso per sempre.
Già, perché chi ha avuto la bella pensata di “valorizzare” l’opera restituendone per intero la monumentalità riportando il livello del suolo a quello dell’epoca romana si è limitato in realtà a fare un bello scavo e a sostituire la strada con agghiaccianti passerelle sospese sul niente, sotto le arcate delle porte.
Non è questione di gusti. Il risultato è un pugno nell’occhio che rischia di cancellare per sempre – o per chissà quanto tempo – uno degli scorci più suggestivi della città, come tanti altri paesaggio del cuore per chi ad Aosta abita, possibile scoperta per chi viene da fuori, convinto di trovare una città d’arte gestita con criteri razionali e un poco di buon senso.
Ed è questo il punto: chi decide gli interventi, quegli interventi che cambieranno i paesaggi cui tutti siamo abituati, magari affezionati? E chi consulta mai i cittadini? Noi che viviamo in un posto siamo cavie per esperimenti: altri decidono dove fare un ospedale o quanti anni tenere sotto scacco un quartiere a furia di lavori, quanta polvere di cantiere e quanto smpg di camion e ruspe farci respirare, quanti luoghi cui siamo affezionati stravolgere ottenendo magari pessimi risultati nel nome… di cosa?
A essere malevoli verrebbe da pensare che questa foga sia proporzionale agli appalti da distribuire. Io che malevolo non sono, critico il decisionismo delle amministrazioni, l’idea che il mandato elettorale comprenda la licenza dell’arbitrio, della mancanza di dialogo con la popolazione, o al limite dell’instaurazione di quel finto dialogo in cui si illustra alla cittadinanza ciò che però è già stato deciso.
E adesso che i soldi sono stati buttati?
«Indietro non si torna!»
E tornateci, invece. In fondo chi vi aveva chiesto di andare avanti?
A questo proposito, invito tutte e tutti a firmare la petizione proposta da Patrizia Nuvolari, che chiede alla Sovrintendenza ai Beni Culturali della Valle d’Aosta di ripristinare il piazzale com’era prima dell’intervento di “valorizzazione” delle porte. Potete farlo seguendo questo link.
Sulla vicenda delle Porte Pretorie, invito a consultare l’attento blog di Patrizia, Patuasia, che ieri ha inaugurato la Settimana della sub-cultura, una carrellata di interventi che sarebbe stato meglio evitare, che negli ultimi anni hanno contribuito a rendere la nostra città più brutta ed estranea.
>>> L’immagine di questo articolo è tratta dal blog Patuasia.