Tutti ce l’hanno con Grillo perché non ha voluto fare il governo insieme al Pd, o perché non ha lasciato che Bersani facesse il governo, salvo decidere dopo – volta per volta – se dare o togliere la fiducia all’esecutivo. Sono ritornelli che non mi appassionano. Penso che un governo Bersani sarebbe dannoso quasi quanto un governo Berlusconi (o, per motivi diversi, un governo Grillo) perché Bersani ha votato il fiscal compact, l’equilibrio di bilancio in Costituzione, le riforme della signora Fornero e crede nelle grandi opere, ecc ecc.
Per me, quindi, se il Parlamento trovasse la maniera di andare avanti col governo in carica, il tempo necessario per fare due-leggi-due (la nuova legge elettorale – ma quale? – e quella sul conflitto d’interessi), senza le quali è abbastanza inutile tornare a votare, andrebbe benissimo così.
Io ce l’ho con Grillo perché non mi piacciono gli «Uomini della Provvidenza», categoria quanto mai abbondante in questo sventurato Paese, categoria che rischia sempre di portare il nome eccellente, il capopartito, il capo-al-posto-del-partito, a trasformarsi in un dittatore più o meno compiuto.
Non ripubblico, perché non ho il tempo di chiedere il permesso dell’autore e perché non mi piace pubblicare cose altrui senza permesso, la bella nota di Andrea Baio, ex elettore del Movimento 5 Stelle, più che deluso indignato da Grillo, ma anche dal “suo” partito. La linko, però, invitandovi a leggerla. La trovate su Facebook, per così dire di pugno del suo autore, o – per chi non avesse Facebook (che non è mica un obbligo) – in questo post.
Buona lettura.
>>> L’immagine di questo articolo è relativa al primo “Vaffanculo Day“, promosso da Grillo l’8 settembre 2007.