Doppio appuntamento questo fine settimana per i cittadini valdostani, chiamati il prossimo 18 novembre a esprimersi con un referendum circa la costruzione di un pirogassificatore per smaltire i rifiuti prodotti nella regione.
Per tutte le persone indecise, quelle a cui ho sentito dire: «Che cosa ne so? È un argomento troppo complesso». Per quelli che quasi quasi ascoltano i consigli di chi invita a non andare a votare. Per chi, onestamente, non si è ancora fatto un’idea. Per chi sa già che voterà No. Per chi sa già che voterà Sì.
L’appuntamento è con il film «Sporchi da morire», venerdì 19 ottobre alle ore 20 presso l’auditorium di Pont-Saint-Martin e sabato 20 ottobre alle ore 20 presso il cinema teatro Giacosa di Aosta, ingresso ovviamente libero in entrambe le date.
Il film è un’importante inchiesta sulle conseguenze dello smaltimento a caldo dei rifiuti e sarà seguito dall’incontro-dibattito con il dottor Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, uno dei massimi esperti mondiali di patologie derivanti da nanoparticelle, ovvero parti di sostanze combuste troppo piccole per essere trattenute dai filtri dei camini.
Sei a favore del pirogassificatore? Hai dubbi sulla sua reale pericolosità per la salute? Lo dico, per una volta, senza troppe polemiche: è il momento di informarsi (e di cambiare idea). Venerdì e sabato chi non sa, chi non è sicuro, chi pensa di aver deciso potrà esprimere i propri dubbi e fare le proprie domande a una persona competente, in grado di rispondere con agomentazioni scientifiche, quelle che – secondo la retorica degli anti-referendari – mancherebbero in chi afferma la nocività del pirogassificatore per la salute umana.
Non è tuttavia il primo incontro con la popolazione, e invito tutt* a seguire il blog www.vallevirtuosa.it per avere notizia dei vari appuntamenti. Lo scorso 5 ottobre, ad esempio, all’auditorium delle scuole medie del Villair di Quart, si è svolta una serata informativa con gli esperti Celestino Panizza e Raphael Rossi, medico del lavoro il primo, tecnico della gestione dei rifiuti il secondo.
Panizza ha ricordato che i pirogassificatori non sono altro che «inceneritori sotto mentite spoglie», fondando la propria affermazione sulla sentenza 317/07 della Corte di giustizia europea. Ha poi presentato diversi studi scientifici sugli effetti sulla salute degli inquinanti emessi dagli inceneritori e sulla correlazione con l’aumento di patologie degenerative e tumorali. Si è poi concentrato sul caso della sua città, Brescia, dove la scelta dell’incenerimento ha compromesso la corretta gestione dei rifiuti. L’impianto ha infatti costretto la provincia a importare rifiuti, ha bloccato la raccolta differenziata e ha fatto registrare dati epidemiologici preoccupanti, con episodi come quello della contaminazione da diossina del latte delle cascine nei dintorni dell’impianto, uno scenario che potrebbe ripetersi in Valle d’Aosta con il pirogassificatore.
Rossi ha definito il pirogassificatore «una scelta sbagliata per la Valle d’Aosta», sottolineando le problematiche impiantistiche e i costi elevati. Ha poi ribadito che il contesto regionale è troppo piccolo per un inceneritore, «a meno che non si importino rifiuti da fuori». Un impianto del genere, inoltre, comprometterebbe la crescita della raccolta differenziata e si presterebbe a gestioni «poco chiare», come a Pietrasanta (Lucca), dove i dati sulle reali emissioni del camino erano sistematicamente alterati.
Rossi si è quindi concentrato sull’altro punto che, a torto, viene spesso rimproverato agli anti-pirogassificatore: la presunta mancanza di alternative. Esistono pratiche di gestione corrette che prevedono un massimo di prevenzione con un serio piano di riduzione dei rifiuti, un livello di raccolta differenziata oltre il 70%, una tariffazione con diminuzione dei costi per chi differenzia meglio, il trattamento meccanico biologico per la modesta frazione residua, che ridurrebbe a circa 1/5 il fabbisogno di discarica per lo smaltimento, meglio di qualunque impianto di incenerimento, come dimostrano gli esempi virtuosi del Verbano-Cusio-Ossola, del Trentino e di comuni come Capannori (Lucca) e Ponte delle Alpi (Belluno).
>>> Per la parte relativa all’incontro del 5 ottobre, ho “saccheggiato” il resoconto pubblicato da Valle Virtuosa.