L’ovest selvaggio della Frontiera americana ha avuto la ventura di incontrare, nel corso della sua storia, orde di scrittori, cineasti, fumettisti, che ne hanno celebrato gli aspetti eroici e quelli quotidiani, buoni e cattivi, e hanno contribuito, tra storia e fantasia, a costruire un immaginario collettivo potente ed evocativo.
Anche il (nord) ovest d’Italia, la sconosciuta Valle d’Aosta, avrebbe bisogno di qualche cantore, o più che altro dell’interessamento dei media, per mettere in luce le ricchezze storiche e naturalistiche del suo territorio e le innumerevoli aggressioni che a questa – peraltro incantevole – regione alpina vengono inflitte giorno dopo giorno.
Secondo la vulgata, la Valle d’Aosta è una terra ricca e serena, dove la vita scorre piacevole in una specie di bolla atemporale che tutto preserva dalle emergenze gridate in televisione, al riparo dalla volgarità della politica nazionale e dagli effetti peggiori della crisi economica.
Ma la Valle d’Aosta è terra di conquista per la ‘ndrangheta, come tutto il resto del nord.
Ma la Valle d’Aosta ha enormi problemi di collegamenti, con una linea ferroviaria farsesca e l’autostrada più cara d’Italia.
Ma la Valle d’Aosta non è capace di fare una buona raccolta differenziata dei rifiuti e progetta un inceneritore per la spazzatura prodotta da una popolazione complessiva di 120mila persone.
Contro la costruzione del “termovalorizzatore” il prossimo novembre si svolgerà un referendum propositivo, strumento quasi assente nel resto del Paese (esiste anche nella provincia di Bolzano). Si svolgerà se saranno ritenuti infondati i ricorsi presentati per impedire ai cittadini di esprimersi.
Nel 2007, quando si è tenuto il primo referendum propositivo della storia d’Italia, il partito di governo (da più di 30 anni), l’Union Valdôtaine, ha invitato i cittadini a non votare, riuscendo nell’intento di impedire il raggiungimento del quorum.
La Valle d’Aosta assomiglia sempre più a una colata di cemento, con le sue espansioni urbane, il suo aeroporto inutilizzato ma prossimo a dotarsi di un uovo terminal, le sue strade poderali per raggiungere il singolo casolare in montagna, la sua creatività di fronte alle valutazioni d’impatto ambientale e ai piani regolatori.
«Vuolsi così colà dove si puote». Ciò che è deciso dall’alto del Palazzo regionale è benedetto dal Cielo, e i cittadini contrari sono etichettati come fastidiosissimi esponenti del “no”.
Se invece un progetto non interessa l’amministrazione, allora è meglio accantonarlo, anche gettando via milioni di soldi pubblici già spesi, come nel caso della ferrovia del Drinc, suggestivo collegamento ferroviario tra il comune di Cogne e la valle centrale, risalente al tempo in cui era in funzione la miniera di magnetite più alta d’Europa e preziosa testimonianza della storia industriale italiana.
Per un’immagine meno artefatta della realtà valdostana, visita i siti:
Comitato Aeroporto Sostenibile