Il punto più basso della sinistra partitica italiana è stato raggiunto – per come la vedo – durante l’esperienza dell’ultimo governo Prodi, quando una politica economica di destra è stata portata avanti con vigore degno di miglior causa da quello che veniva definito come il “governo amico”.
Amico di Confindustria senz’altro, ma per il resto mi sono sfuggite le ragioni della presunta amicizia che lo avrebbe dovuto legare a me, che capitano d’industria non sono.
Da allora a oggi, a sinistra del Pd qualche cosa è cambiato e accolgo con favore le parole del segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, che legge correttamente la lezione di Syriza in Grecia: un partito capace di raccogliere le speranze di quella parte di cittadinanza che non ci sta a perdere i propri diritti nel nome di una crisi generata da qualcun altro, le stesse persone che ora ci impongono ricette insostenibili nella speranza di non perdere la poltrona.
Un partito che non accetterà un ministero o due in cambio della propria connivenza ma farà ciò di cui l’Europa, oltre alla Grecia, ha bisogno: una seria opposizione alle politiche liberiste e alla dittatura del debito, mostrando come un’alternativa è non solo possibile, ma necessaria.
Un partito che si fa esempio della via da seguire, perché il successo di Syriza dimostra che le buone idee non devono restare per forza fuori del Parlamento, e neppure essere annacquate – eufemismo per annegate – dalle esigenze di una coalizione che mette insieme anime inconciliabili.
Accolgo dunque con entusiasmo le parole di Ferrero che parla della necessità di una sinistra autonoma dal Pd, perché è chiaro che nel grave momento presente un liberismo à la Bersani non è in alcun modo più appetibile di un liberismo à la Alfano o alla mariomonti.
Con buona pace del “Garante della Costituzione”.
La dichiarazione di Paolo Ferrero da Atene, oggi 18 giugno:
In Grecia vincono le forze che stanno distruggendo l’Europa con le politiche di austerità ed antisociali ma la sinistra avanza moltissimo e dice che larga parte del popolo non accetta più queste politiche, le politiche della Merkel e di Monti. Syriza raggiunge il 27% dei voti e complessivamente le forze della sinistra antiliberista raggiungono il 40%. Anche in Grecia verrà fatto un “governo Monti” – che vede insieme centro sinistra e conservatori – ma Monti ha poco da festeggiare perché l’unica strada per salvare l’Europa dal disastro è quella indicata da Syriza e dal Partito della Sinistra Europa di cui Syriza fa parte insieme a Rifondazione Comunista. A Vendola vogliamo dire che da Atene arriva un messaggio chiaro: occorre costruire una sinistra unita e autonoma dal Pd.