Ripubblico, con il consenso dell’autore, un articolo di Alessandro Robecchi, comparso sul manifesto del 20 novembre. Mi scuso, innanzitutto con l’autore, se mi ci son voluti ben 10 giorni per fare un semplice copia e incolla, ma – davvero – non ho avuto un attimo di tempo. Nel frattempo Alessandro ha pubblicato diversi altri articoli, che consiglio spassionatamente (a me è piaciuto in particolare questo).
Della necessità (o meno) di “baciare il rospo”, accettando il governo «tecnico» come il minore dei mali hanno discusso tanti a sinistra. Alessandro lo fa con la consueta ironia, rilevando ad esempio che è «per il bene del paese», lo dicono tutti, «anche quelli che il paese l’hanno distrutto guadagnandoci un bel po’».
Che cosa pensi io, a chi frequenta il blog è probabilmente già chiaro. In proposito, rinnovo l’invito, a tutte le persone che intendono rifiutare la truffa della “responsabilità” ad aderire all’Appello per un Movimento degli Irresponsabili Estremisti (IE). (C’è anche il gruppo Facebook)
Lascio la parola a Robecchi.
Voi siete qui – Baciamo il rospo? Attenti alle controindicazioni
di Alessandro Robecchi.
Mettiamola così: siamo gente perbene che si concede poche e innocenti trasgressioni. Tra queste, una volta ogni vent’anni circa, ci viene questo strano impulso di baciare un rospo. Il manifesto ne discute con passione e con le sue intelligenze migliori: baciare il rospo? Personalmente preferirei baciare Kate Moss, ma mi rendo conto che il principio di realtà è una faccenda seria. Ora, baciare un rospo richiede un discreto sprezzo del pericolo. Prima di baciare un rospo, che so, un Dini, un Monti, consiglio di leggere il foglietto illustrativo e le controindicazioni. Ci sono casi noti? C’è una statistica? Lo sapete, vero, che i rospi e certe coloratissime rane del Costa Rica, provocano effetti allucinogeni? Per dire: uno bacia un rospo e vede gli elefanti rosa. I pro: sempre meglio che vedere Cicchitto. I contro: che ce ne facciamo di elefanti rosa, non sarebbe meglio avere qualche diritto in più, o un po’ di redistribuzione del reddito? Viviamo in un posto dove si possono baciare rospi ma non, per dire, ottenere diritti come coppie di fatto, quindi delle due l’una: o troppa gente ha baciato rospi allucinogeni per decenni, oppure Monti ha baciato il papa. Due ipotesi plausibili, ma della seconda c’è la foto sui giornali. Veniamo alla casistica nota. Che baciare rospi alteri la percezione del reale è sotto gli occhi di tutti: La Russa e Bersani che sostengono lo stesso governo mi pare una prova abbastanza decisiva che le allucinazioni non sono una favola. È per il bene del paese, dicono tutti, anche quelli che il paese l’hanno distrutto guadagnandoci un bel po’. Per ora, il pensiero dominante è che è meglio baciare un rospo che farsi mordere da un serpente a sonagli, fin qui ci arrivo anch’io, ma non vorrei che mentre siamo lì con rospo in mano ci distraiamo un po’ e non vediamo l’anaconda di undici metri che ci punta famelica: il famoso mercato che fa e disfa. Sarà lui a mangiarci tutti interi, mica il rospo! Capire quanto il rospo lo aiuterà nel pranzetto è solo un dettaglio. Coraggio. Smack!