Il contenuto e le conseguenze del comma “ammazza blog”, previsto nel disegno di legge sulle intercettazioni, sono spiegati nel dettaglio nel post a Rete unificata che ho ripreso da Valigia Blu. Aggiungo alcune riflessioni mie.
Per chi si collegasse solo ora, comunque, preciso che con il comma in questione si intende introdurre l’obbligo di pubblicare, entro due giorni, tutte le richieste di rettifica che si ricevono (indipendentemente dalla loro fondatezza o dalla correttezza di quanto pubblicato), pena un’ammenda di 12.500 euro, importo che, scusate l’autocitazione, mi rovinerebbe alla prima infrazione.
Io posso controllare tutti i giorni i miei indirizzi di posta elettronica per sapere se ho ricevuto una richiesta di rettifica o no, ma mi capita anche di essere stanco, di ammalarmi, di andare in vacanza e stare qualche giorno senza internet; gestisco il blog da solo e non sono sicuro di potermi accorgere in tempo di ogni richiesta. Di più, dal momento che il materiale di un blog rimane online tendenzialmente all’infinito, mi inquieta molto l’idea di poter essere colpito da richieste di rettifica per cose scritte e pubblicate anni fa. L’obbligo di pubblicazione della rettifica, insomma (secondo me illegittimo: un blogger si limita a esprimere il proprio pensiero, una cosa che dovrebbe far parte, se ben ricordo, dei diritti fondamentali del cittadino), rischia di trasformarsi in una trappola con cui far fuori chi “rompe i coglioni”.
Anzi, a ben vedere la norma non minaccia neppure i “grandi rompicoglioni”, quelli che hanno al loro servizio vari collaboratori e sono online 24 ore al giorno. L’ammazza blog si limita a scoraggiare quella partecipazione diffusa che internet ha fin qui favorito. I potenti non sono tanto spaventati dall’idea che ci sia un Beppe Grillo che dalla Rete lancia i suoi strali contro di loro, neppure se Beppe Grillo è una macchina da guerra che ai suoi post può sommare i libri, i dvd, gli spettacoli e anche le liste civiche del Movimento 5 Stelle, ormai presenti in tutto il Paese.
Ai potenti il nemico singolo non interessa. Quello che proprio non accettano è il concetto di cittadinanza attiva, la possibilità di informazione “altra” rispetto a quella del regime, il fatto di poter raggiungere tanta gente e far circolare le proprie idee senza essere per forza “qualcuno”, politico, comico o giornalista famoso non importa. Si cerca di bloccare un’opportunità di demorazia e partecipazione, di soddisfare l’esigenza consueta di avere un popolo bue per poterlo governare a piacimento.
Ho più possibilità io di essere rovinato attraverso una rettifica non pubblicata in tempo (e non ho mai avuto nessun problema a pubblicarne una!) di quante non ne abbia un qualsiasi grosso nome della Rete. E questo anche se saranno loro a ricevere il maggior numero di richieste. Del resto, benché abbia più volte scritto lettere di fuoco a Berlusconi e altri signori, non è da loro che mi aspetto di essere “attaccato”. Internet consente di agire allo stesso tempo localmente e globalmente e io mi aspetto di dover avere a che fare con qualche signorotto di zona, qualche sindaco la cui “grande opera” o il cui provvedimento ho contestato, il piccolo imprenditore che ho accusato di aver voluto perseguire il proprio interesse contro quello comune.
Perché ci sarà sempre la possibilità di voler rettificare anche solo un’imprecisione, un termine che proprio non è andato giù, o magari il semplice desiderio di colpire un avversario attraverso un’arma “impropria”, ma legale.
L’altro giorno, una mia “amica di Facebook” diceva di aver provato l’impulso, sentendo la Santanchè in televisione, di gettare il pc dalla finestra, ma di non averlo fatto perché non se lo poteva permettere. Credo che la differenza tra le persone normali e i rappresentanti delle varie “caste” sia essenzialmente questa: noi non ci possiamo mai permettere niente, neppure di pagare 12.500 euro perché non ci siamo accorti di una richiesta di rettifica. Loro hanno stuoli di segretarie, passacarte, maggiordomi, non devono perdere tempo a lavare i piatti o pulire la casa, hanno a disposizione tutto il tempo e tutti i mezzi del mondo. Possono permettersi, se vogliono, anche di scagliare il proprio pc dalla finestra. Ma, a quanto pare, preferiscono spegnere il nostro.