Ho visto una via 24 maggio.
Ora, a meno che la data non si riferisca a qualche altra occasione (ma mi sembra improbabile), il 24 maggio (1915) è la data dell’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale (il quale fece svariati milioni di morti e preparò il terreno ai totalitarismi e alla seconda guerra mondiale).
L’Italia uscì “vittoriosa” dalla «Grande Guerra». È questo che giustifica l’intitolazione della via? Si tratterebbe della stessa filosofia che, il 4 novembre, festeggia la “Vittoria” (festa delle Forze Armate), anziché la fine di quella pazzia chiamata guerra.
L’altro giorno era il 1° settembre, anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale. Se l’Italia avesse vinto oggi sarebbe lecito dedicarvi una via?
>>> NB: So bene che l’Italia non entrò in guerra il 1° settembre (1939), ma il 10 giugno 1940. La domanda retorica conclusiva, correttamente impostata, dovrebbe quindi essere: «Sarebbe lecito dedicare una via al 10 giugno, se l’Italia avesse vinto?». Ho tuttavia approfittato del ragionamento per ricordare, citando il 1° settembre, l’anniversario di una delle più grandi carneficine della storia umana. Oggi, naturalmente, la guerra non esiste più, non per gli Stati democratici, almeno, che vi hanno rinunciato: oggi ci sono le «missioni umanitarie» e spese militari che non conoscono crisi (in barba alla crisi sofferta dalla popolazione).