Ripubblico, con il permesso dell’autore, un commento alla manovra del governo scritto da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, uscito su Liberazione del 14 agosto 2011. Prima di fare il copia e incolla, voglio riportare le parole con cui Ferrero ha risposto alla mia e-mail, che trovo molto belle: «Possediamo poche cose, tra cui le nostre idee. Più circolano e più siamo contenti».
Una manovra costituente
di Paolo Ferrero.
Quella varata dal governo Berlusconi, sotto dettatura dalla Bce e dalla Germania, non è solo una manovra economica. È una grande rivoluzione conservatrice che usa il potere dello stato per stravolgere i rapporti tra le classi sociali e uscire dal compromesso democratico che ha caratterizzato il secondo dopoguerra.
Nella manovra si privatizza tutto il possibile e si demolisce il welfare. Nessuno capirà più perché bisogna pagare le tasse a uno Stato che non ti dà nulla in cambio o che ti obbliga a pagare un’altra volta i servizi attraverso le tariffe.
Nella manovra si accoglie in pieno la richiesta della Fiat di demolire il contratto nazionale di lavoro aprendo la strada a una pesantissima ulteriore riduzione salariale e frantumazione della classe operaia.
Nella manovra si attaccano in modo pesante i lavoratori pubblici, si aumenta l’età per andare in pensione, soprattutto per le donne ma non solo.
Nella manovra si demolisce il sistema delle autonomie locali e delle regioni e si usa la polemica contro la casta per tagliare la democrazia nel paese.
Nella manovra si modificherà la Costituzione per rendere eterne le politiche neoliberiste che sono già state costituzionalizzate a livello europeo. Parallelamente non si toccano i ricchi, quel decimo che possiede la metà della ricchezza italiana, non si tocca l’evasione fiscale e non si prende nessuna misura contro la speculazione finanziaria, nemmeno col divieto di vendita allo scoperto che altri paesi europei applicano normalmente.
Una manovra ingiusta, recessiva, che non colpisce la speculazione e che scardina la democrazia del paese.
Contro questa manovra occorre costruire il massimo di opposizione possibile.
Per essere efficaci non basterà però pronunciarsi contro i tagli. Infatti la manovra è stata costruita e giustificata in nome dell’emergenza e della necessità di battere la crisi e la speculazione. In assenza di una spiegazione generale diversa, è molto probabile che le singole persone siano contrarie alla manovra ma che poi pensino non ci sia null’altro da fare perché «i mercati hanno deciso così», «l’Europa ha deciso così», ecc. Vi è cioè una ideologia dominante – condivisa da quasi tutto l’arco politico e dai mezzi di comunicazione di massa – che deve essere messa in discussione pena l’inefficacia della nostra azione politica.
>>> Nell’immagine, bandiere di Rifondazione in piazza della Repubblica a Roma.
«Possediamo poche cose, tra cui le nostre idee. Più circolano e più siamo contenti».
Quando con la semplicità si riesce a dire frasi degne di un poeta…