Il documento che pubblico di seguito, sulla manovra del governo, è stato scritto da Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta. Nonostante il punto di vista locale, trovo che le riflessioni e le proposte contenute possano risultare interessanti anche per le altre regioni.
Documento PRC – FDS sui tagli alla Valle d’Aosta
Aosta, 18 agosto 2011
Il Partito della Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra della Valle d’Aosta appoggia la decisione del Governo di tagliare i consiglieri regionali da 35 a 20 membri e di dimezzare il numero degli assessori. Nel contempo concordiamo con quanti propongono il dimezzamento degli stipendi conseguiti dalle cariche di consigliere e assessore regionali e il ridimensionamento dei costi scandalosi della politica di Palazzo Deffeyes [sede della Regione, ndr] (così come di tutta la politica nazionale).
I fondi così ottenuti non dovrebbero però essere utilizzati per ingrassare ulteriormente grandi patrimoni e speculatori finanziari bensì, uniti a un adeguato investimento economico pubblico, utilizzati per:
* SANITÀ E SERVIZI SOCIALI – Impedire la reintroduzione del ticket sanitario e ridare ossigeno ai servizi socio-sanitari che sono stati costretti dai tagli del Governo a ridurre il tempo d’impiego degli operatori, danneggiando così la qualità del servizio offerto.
* BENI COMUNI E AMBIENTE – Difendere i beni comuni: oltre all’acqua la montagna, la paesaggistica, l’ambiente, i servizi pubblici fondamentali, che non devono essere soggetti a ulteriore mercificazione e privatizzazione.
* LOTTA ALLA PRECARIETÀ – Dare incentivi fiscali alle piccole-medie imprese che abbiano a carico (o provvedano a regolarizzare) almeno l’80% dei lavoratori con contratto regolare a tempo pieno e indeterminato.
* LAVORO “VERDE” – Avviare un piano industriale regionale teso alla ristrutturazione degli stabili pubblici secondo criteri di sostenibilità ecologica (uso delle energie rinnovabili) e di risparmio energetico (eliminando gli enormi sprechi e perdite), creando così ulteriori posti di lavoro.
Rileviamo inoltre che questa riforma delle istituzioni politiche valdostane permetterebbe di rimettere in discussione l’attuale legge elettorale, la cui democraticità è molto dubbia, se pensiamo che soltanto alle ultime elezioni regionali ben 4120 votanti (il 5,61% dei votanti) [la Valle d’Aosta conta appena 120 mila abitanti, ndr] è rimasto senza rappresentanza, evidenziando un grave vulnus democratico.
Proponiamo pertanto una riforma elettorale in senso proporzionale puro con rappresentanza minima di un seggio, garantendo minori costi politici e un tasso di rappresentatività maggiore rispetto a quello attuale.
Riguardo il possibile accorpamento dei comuni sotto i 1000 abitanti, rileviamo la pericolosità di tale manovra, che indebolirebbe notevolmente la democrazia di base, permettendo (se si dovesse verificare la soppressione di consigli comunali per lasciare solo la figura del sindaco) la possibilità di pericolose infiltrazioni delle mafie per gli appalti dei lavori pubblici e della corruzione clientelare. Positivo è invece l’iter di accorpamento dei servizi, compito da svolgere facendo ricorso al maggior coinvolgimento possibile della cittadinanza tramite varie forze di democrazia dal basso.
>>> Fonte: il sito di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta.
>>> Nell’immagine, il capoluogo regionale valdostano visto da un po’ più su.