La notizia buona è che non è detto che ce la facciano, a far saltare il referendum contro il nucleare.
Quella cattiva è che ci stanno provando alla grande. La Camera, col solito sistema della fiducia, miracoloso per coalizzare maggioranze instabili, ha approvato il decreto legge definito «omnibus» (un nome, un programma), che fra le altre cose prevede una moratoria di un anno sul nucleare.
Il voto definitivo del Senato è previsto per oggi, mercoledì 25 maggio. In caso di approvazione, sarà la Cassazione a decidere della legittimità del quesito referendario contro il nucleare il 12 e 13 giugno.
Ricordando che:
1- tornare alla produzione di energia nucleare (bandita dall’Italia propri a seguito di un referendum, nel 1987) è una decisione così importante che sottoporla alla cittadinanza è il minimo che un governo/parlamento democratico possa fare;
2- Berlusconi ha già dichiarato che la moratoria è solo un escamotage (in italiano, un trucco) per evitare la bocciatura del nucleare, e che il programma, sia pure con qualche ritardo, andrà avanti;
3- L’eliminazione del quesito sul nucleare potrebbe avere ripercussioni negative sulla speranza di raggiungere il quorum negli altri quesiti (acqua pubblica e giustizia);
la conclusione ovvia è che l’Italia è una democrazia fittizia fondata sul raggiro. Ora sta a noi cittadini impedire che tutto questo passi sotto silenzio e andare compatti a votare il 12 e 13 giugno per tutti i quesiti che saranno presentati, sperando che la Cassazione confermi la legittimità di quello contro il nucleare.
>>> La vignetta è di Lara Cavagnino.