La Valle d’Aosta sceglie da 30 anni lo stesso partito per il governo regionale, l’autonomista Union Valdôtaine (UV), che premia in molti modi i saggi, gli avveduti concittadini; ad esempio traforando le Alpi nostrane per “arricchirle” di strade poderali inutili quanto impattanti e costose, oppure promettendo l’incredibile, non importa quanto ridicolo (la metropolitana ad Aosta, 35mila abitanti!) o pericoloso (un piro-gassificatore per far fuori i rifiuti prodotti da 120mila persone, tanto – pochi – sono gli abitanti dell’intera regione).
Alle azioni e alle proposte concrete, l’UV alterna alte riflessioni di etica delle istituzioni e filosofia politica, partorendo ragionamenti del tipo: «negli ultimi anni siamo stati alleati con la sinistra, però adesso vogliono fare il federalismo e, siccome a Roma comanda il PDL, se non vogliamo rimetterci troppo dobbiamo andare da quella parte».
Dopo un paio di tornate elettorali in cui l’UV si è presentata con il (centro)destra (europee e poi comunali, anche se limitatamente al capoluogo regionale) e il voto di fiducia a sostegno del governo Berlusconi da parte del senatore valdostano (in quota UV) “finalmente” la scelta è stata ufficializzata: l’Union passa a destra e con questo fine della suspence.
Prima del grande passo, il partito autonomista ha atteso che davanti agli occhi dei propri concittadini scorresse di tutto, dagli affari di “cuore” di un premier da rottamare, a – in ordine assolutamente sparso – la “riforma” Gelmini, il delirio nuclearista, la farsa criminale del miracolo-monnezza in Campania, quella crudele della ricostruzione aquilana a tempo di record (e in realtà ancora da avviare), le leggi razziste della Lega, la vergogna dei CIE, nuovi campi di concentramento, i fondi tolti alle regioni a statuto speciale dal ministro (sic!) Calderoli, le “rivelazioni” di WikiLeaks su come i diplomatici Usa considerano il nostro Paese e i suoi governanti, le amicizie compromettenti, da Gheddafi alla (nipote di) Mubarak.
Tutto questo e molto altro ancora è stato atteso prima di pronunciare le parole fatidiche: «Sì, lo voglio».
E a noi rimane un’unica considerazione: come titola lo splendido comunicato stampa della Federazione della Sinistra Valle d’Aosta che pubblico di seguito, tu «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei».
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei
Un proverbio particolarmente adatto a commentare la notizia del giorno: la decisione dell’UV di allearsi col PdL.
Un partito con un unico proprietario. PdL sta per Partito di Lui, e Lui è il migliore rappresentante del sovversivismo che ha sempre caratterizzato la grande borghesia italiana, molto poco amante della democrazia e pronta ad affidarsi a un uomo forte.
Lui detesta le regole della democrazia, la divisione dei poteri e la Costituzione repubblicana, che vuole stravolta sulla base delle indicazioni del suo maestro Licio Gelli.
Lui disprezza la cultura e la scuola pubblica, l’ istruzione, l’ ambiente e soprattutto le donne, che considera come giocattoli da comperare.
Lui è il miglior sostenitore di chi, come Marchionne e Confindustria, vuole rimettere in discussione il diritto di sciopero e il contratto nazionale di lavoro.
Lui ha come miglior alleato una Lega che sotto un federalismo di facciata nasconde la sua organica simiglianza con forze che, come il partito neonazista di Le Pen, ci rimandano agli anni più bui della storia del ‘900.
Lui rivendica la vicinanza con tutti quegli ex (molto ex) socialisti, Craxi in testa, che hanno affondato il nostro Paese in un mare di corruzione.
Con questo “partito”, con Lui, l’UV stringe alleanza, vendendosi per molto meno di un piatto di lenticchie.
Vengono in mente le parole del Presidente della Repubblica Sandro Pertini:
«La Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. Ma dobbiamo difenderla anche dalla corruzione. La corruzione è una nemica della Repubblica. I corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare loro solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti. Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno di questo popolo colui che compie atti di disonestà e deve essere colpito senza alcuna considerazione. Guai se qualcuno, per amicizia o solidarietà di partito, dovesse sostenere questi corrotti e difenderli. In questo caso l’amicizia di partito diventa complicità ed omertà. Deve essere dato il bando a questi disonesti e a questi corrotti che offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onestamente impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie».
Stiamo davvero rischiando che si verifichi – mutatis mutandis – la nera previsione del notaio Emile Chanoux:
«Lo ripetiamo col Lussu: una repubblica può essere peggiore della monarchia, se la sua struttura rimane quella della vecchia monarchia. Togliete il re e mettete un presidente (eletto dal popolo? unto dal Signore?, ndr) in sua vece. Sopprimete il senato a vita e rendetelo elettivo. Date una parvenza di libertà con elezioni politiche nelle quali il suffragio universale, abilmente manovrato (magari con sei televisioni ed una porcata di legge elettorale, ndr), si risolve in una buffonata e tutti i mali dell’Italia prefascita riaffiorerebbero, sicuri apportatori di un nuovo fascismo (E. Chanoux, Federalismo ed Autonomie).
Si Chanoux voyait cela…
Per la Federazione della Sinistra VdA
Francesco Lucat
16/03/2011