Aggiornamento: apprendo dal blog Guerrilla Radio che «una squadra di terroristi israeliani in divisa è entrata nella notte in una casa a Tulkarem e ha ammazzato nel sonno il leader di Hamas As’ad Shelbaya, sparandogli tre colpi alla nuca e al petto».
Si legga anche: http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=315582
Ho appena visto il documentario «To shooot an elephant», girato a Gaza durante i bombardamenti dell’operazione «Piombo Fuso». Ho visto le immagini dei cadaveri di bambine e bambini. E bimbi feriti urlare di dolore per il bruciore del disinfettante. E altri bambini, per strada, in mezzo alle macerie.
Non riesco proprio a scrivere ora un commento di ciò che ormai ho visto, seppure comodamente seduto su una sedia in un locale di una città che non conosce la guerra.
Se scrivo queste righe è perché ho aperto il blog di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani attualmente presente a Gaza, e ho letto che stamattina alle 00.35 caccia F16 hanno bombardato, probabilmente verso Khan Younis.
«Seguiranno aggiornamenti», scrive Vik. Ma ciò che davvero importa è che il tiro al bersaglio condotto dall’esercito di Israele sui civili palestinesi della Striscia non è mai finito e che i 1412 esseri umani assassinati dal «Piombo fuso» non sono stati gli ultimi.
Consiglio a tutte e a tutti di vedere il film. Ritengo nostro dovere guardarlo e diffonderlo. Specie in questi giorni di “tran tran bellico”, e con una nuova carovana di attivisti pronta a partire per Gaza, sfidando i proiettili dell’«esercito più morale del mondo», quello – per intenderci – della Mavi Marmara.
>>> Del film «To shoot an elephant» ho parlato QUI.