Nei Cie si muore [da Femminismo a Sud]

 
 Dal blog
Femminismo a Sud. Buon Natale.
 


 Già lo sapevamo che quest’anno, come molti altri, c’era ben poco da festeggiare. Tante persone che tentano di non perdere il proprio diritto al lavoro, alla casa, al pane, alla vita. Tante forme di r-esistenza che subiscono criminalizzazioni e repressione. Diciamolo: se quel tizio di nome gesù fosse esistito e fosse vissuto oggi avrebbe fatto persino una fine peggiore rispetto a quella fatta tanti anni fa perchè sfidava l’ordine precostituito con le sue leggi e la sua ipocrisia. L’avrebbero chiamato terrorista, sovversivo o "clandestino" e l’avrebbero lasciato a marcire dentro un Cie.

 Dalla lista antirazzista di Milano:
 
 mentre milioni d’italiani banchettano allegramente, nel caldo tepore delle proprie case o nell’opulenza dei ristoranti di turno, migliaia di persone festeggiano nel gelo delle galere e di quei campi di concentramento che si chiamano CIE, proprio da uno di questi vi portiamo un augurio: oggi, attorno alle 3 del pomeriggio, una trans da poco rinchiusa in via corelli, si è impiccata…
 
 non sta a noi interpretare il significato d’un gesto essendo questo a qualificarsi da solo: nei CIE si muore!!
 
 non è il primo caso, non sarà tristemente l’ultimo, in un luogo dove solo la distruzione del proprio corpo pare unico strumento per cercare di rompere quel muro di silenzio e d’indifferenza in questo momento, ancora una volta, le parole potrebbero essere molte ma queste ci si strozzano in gola per la rabbia e lo schifo, non ci resta che augurare che vi vada tutto di traverso!!
 

 Nella tua città c’è un lager. Smetti di ignorarlo, perchè nei Cie si stupra e si muore.
 
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 Da Macerie:
 
 Una mezzoretta fa ci è arrivata una telefonata da dentro uno dei Cie qui del nord Italia: gira voce, ci hanno detto, che in via Corelli sarebbe morto un recluso, suicida. E proprio mentre cominciavamo a fare qualche verifica abbiamo rintracciato in rete questo lancio di agenzia:
 
 «Un trasessuale brasiliano di 34 anni, bloccato domenica scorsa perché irregolare, si è impiccato nel Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano. Per uccidersi ha usato un lenzuolo, fissato alle sbarre della finestra della sua stanza al Cie. Il cadavere è stato scoperto intorno alle 15.30 da un altro immigrato trattenuto nel centro, che ha dato l’allarme.
 
 Secondo la prima ricostruzione, il transessuale sarebbe entrato nella sua stanza attorno alle 14 e da quel momento nulla di strano è stato notato fino alla tragica scoperta del suo gesto. Liberato dalla stretta del lenzuolo, il trans è stato subito portato in infermeria dove sono iniziate, senza esito, le manovre rianimatorie. Quando è arrivata l’ambulanza, il rianimatore non ha potuto fare altro che constatare la morte. Ignota al momento la causa del suicidio. La polizia tiene a sottolineare che in questi giorni il Cie non è particolarmente affollato.»
 
 Aggiornamento ore 23.00. E già. Nel reparto trans di via Corelli, riaperto da pochissimo, una reclusa si è impiccata. Era stata catturata cinque giorni fa e, dai racconti che siamo riusciti a raccogliere fino ad adesso, prima di uccidersi avrebbe chiesto senza essere ascoltata di essere trasferita in un’altra sezione.
 
 Ascolta questo racconto a più voci, raccolto da Macerie per Radio Blackout, di alcuni reclusi di via Corelli: su http://www.autistici.org/macerie/ puoi ascoltare l’audio.

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