Hanno il sapore della solitudine certi ricordi.
Feriscono come una musica dimenticata; portano indietro alle illustrazioni dei libri remoti, quelli di scuola, quand’eri bambino.
Il mondo, il sole; il freddo, pure.
Passeggio nel bosco, fra rami e fusti ischeletriti dall’inverno.
I piedi mi portano un po’ più in alto, finché il panorama si apre: le case in miniatura, lontane, fan molto presepio.
Da piccolo lo facevo enorme, ci mettevo dentro di tutto. Poi, con il colino e la farina, gli cambiavo colore.
Le grandi nevicate della Palestina!
L’aria è pungente, ma secca. Basta convincersi, per non sentire il freddo. Butto fuori dalla bocca il fiato fumante. Sotto la giacca a vento, il pile e tutti gli altri strati comincio ad avere caldo.
Ultimamente riesco meno a uscire. Una tastiera ingombrante, quella che pigio.
L’immagine di questo scritto raffigura il castello di Quart (Aosta)