Allatti? Copriti, svergognata! (dal blog Femminismo a Sud)

 
 Quello che segue
è un articolo molto interessante, tratto dal blog Femminismo a Sud. Riguarda la tentazione di vietare, sempre più diffusa nella nostra società (come del resto in rete). Qualcuno decide cos’è bene e cos’è male – anzi, che cosa è conforme alla morale e che cosa invece è «osceno» – e tutt* devono prenderne atto e regolarsi. Anzi, forse non c’è neppure bisogno che ci uniformiamo, perché a monte di noi c’è sempre un qualche "gestore", un "servizio" che fa le nostre scelte in nostra vece. È il caso di Facebook, per fare un esempio, che ha deciso di vietare le foto delle tette che allattano: pare sia «osceno». Forse si potrebbe metterle sui siti a pagamento (magari qualcuno si eccita così). E invece che c’è di più naturale di una madre che allatta? Femminismo a Sud propone di reagire con «una catena di pubblicazioni di tette che allattano». Io evidentemente non posso allattare, quindi rubo la foto del post originale, tratta, a sua volta, dal blog Malapecora.
 
 
A proposito di "vietare l’osceno": guardate un po’ che succede su facebook. Di divieto di esposizione delle tette che allattano ne avevamo già parlato QUI. Ora più che parlarne, data l’assurdità della questione, suggerirei una catena di pubblicazioni di tette che allattano. Sarebbe ora di dire basta a questa censura misogina che deforma l’immaginario delle persone vietando persino che abbiano chiara la percezione del rapporto di carne e sangue che esiste tra una madre e la propria figlia o il proprio figlio. Io per ora non allatto e dunque prendo in prestito la tetta di Malapecora che allatta la meravigliosa Antonia.
 
 
È comunque veramente singolare che su facebook restino intatti nickname come "ebreo coprofilo merdoso" assieme a gruppi che progettano lo sterminio di rom, la carbonizzazione di centri sociali, e che esprimono valutazioni delicate sulle donne chiamandole non raramente vacche, e poi siano giudicate "oscene" le foto di madri che allattano i propri figli e le proprie figlie. Scatenare contraddizioni in quel luogo, così come in tutta la rete è okay ma riflettendo: quali sono gli altri spazi della rete che non impongono questi stessi limiti e queste stesse restrizioni nel mondo del social network? Servizi blog? Community? Canali di ricerca? È una questione che riguarda solo facebook o tutta la rete?
 
 
Parliamone.

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