Tutti contro il PD o la sinistra muore (di Giulietto Chiesa)

 Copio e incollo dal sito Megachip (che pubblica con una licenza Copyleft, che incoraggia la libera riproduzione e diffusione del materiale) un articolo di Giulietto Chiesa sull’«ultima possibilità» della sinistra istituzionale. Sconfortato, in attesa delle elezioni, cercherò di proporre analisi della situazione (mie e altrui) per cercare di vedere cos’è ancora fattibile… L’articolo è anche comparso sul manifesto di oggi (13 febbraio 2008).
 
 Tutti contro il PD o la sinistra muore
 
di Giulietto Chiesa

 
 
Giulietto Chiesa all'espace populaire di AostaNon c’è più tempo per l’analisi e, del resto, non ce n’è nemmeno troppo bisogno. Perché le cose sono divenute chiare da sé. E’ tempo di decisioni e di chiarezza. Do il mio contributo, anche perché sollecitato a farlo da più parti.
 Andiamo a elezioni che significheranno una grave sconfitta dell’intero movimento democratico, non soltanto della sinistra. Chi ha provocato questa catastrofe? L’elenco dei responsabili è lungo. In esso trovano posto anche tutti e quattro i soggetti della “cosa rossa”. Ma il posto principale è tutto del Partito Democratico di cui, non a caso, il portabandiera oggetto delle più ampie lodi dei poteri forti, è Walter Veltroni. Lasciamoglielo!
 Incredibile a dirsi c’è ancora gente che pensa che il Partito Democratico sia un partiro di sinistra. Moderato ma di sinistra. Invece l’operazione – di successo – che questa sigla ha compiuto è quella di traghettare al centro una parte dell’ex elettorato di sinistra. Non c’è scusante per chi finge di non accorgersene. Il Partito di Montezemolo non può rappresentare gli operai della ThyssenKrupp, o i precari.
 Veltroni annuncia di correre da solo, scaricando tutti gli alleati del centro-sinistra che si sono dissanguati e anche abbastanza sputtanati a sua difesa. I partiti della “cosa rossa” vanno a pietire alla sua corte invece di capire, finalmente, che i giochi sono stati chiusi. Balbettano perché non si rendono conto, nemmeno adesso, che non c’è più partita alle vecchie condizioni. Subita la sconfitta pensano a un nuovo centro-sinistra con il Partito Democratico. Non vedono che sarà il Partito Democratico a negarglielo. E ciò è tanto più inescusabile di fronte all’evidenza: dopo le elezioni Berlusconi e Veltroni si metteranno d’accordo per cambiare insieme la Costituzione e la legge elettorale. Per questo, se lo scarto tra la destra e il PD sarà contenuto, potranno ancora meglio coprire l’inganno, dicendo che non se ne può fare a meno. A quel punto potranno, con vantaggio reciproco, chiudere i conti con tutte le opposizioni, privare i cittadini di ogni possibilità di reazione organizzata e democratica, blindare, con un bipartitismo tanto perfetto quanto truffaldino, la scena politica del paese. Poi si combatteranno, come si combattono democratici e repubblicani in America, ma all’interno della Casta, pronti a bastonare chiunque si opporrà ai loro termovalorizzatori, alla privatizzazione dell’acqua, alla privatizzazione della giustizia, al monopolio dell’informazione.
 C’è una sola risposta possibile, opposta a quella che alcuni della “cosa rossa” stanno già avanzando: Veltroni corra da solo dappertutto. Nessuna convergenza, nessuna alleanza, a nessun livello. Non a Roma, in nessun posto.
 Che è la condizione per non ricadere nella trappola del “grande babau” Berlusconi, nella quale da un decennio siamo stati tutti rinchiusi. Per non rimanere muti, per non essere costretti a fare sconti. Per non eleggere persone di cui non abbiamo stima e fiducia.
 L’attacco politico deve essere concentrato infatti proprio sul Partito Democratico. Per molte e convergenti ragioni. La più importante delle quali, tattica, è che una parte non indifferente del suo elettorato potenziale è ancora “di snistra” e si illude. Per questo è necessario e possibile tentare di recuperarla. Ma ciò è possibile solo non lasciando equivoci al riguardo del PD. Inoltre andare alle elezioni attaccando solo Berlusconi significa perdere le elezioni e perdere anche la faccia.
 E così veniamo alla “cosa rossa”.
 Il popolo democratico e della sinistra aspettava un segnale chiaro e non lo ha ancora avuto. Mi domando se vi sia ancora lo spazio. Il rischio di un astensionismo di massa a sinistra è altissimo. E giustificato.
 Dunque alla “cosa rossa” io dico: avete ancora la possibilità di dare questo segnale. Una sola. Non presentatevi al paese come la sommatoria di quattro apparati. Non rappresentate che una parte – per quanto importante e gloriosa – del vasto popolo della sinistra, ma non potrete costituire, da soli, il punto di aggregazione per tutti. E’ vostro dovere politico e morale contribuire a crearlo. Sarebbe deleterio, per tutti, se pretendeste di esaurire in voi le speranze di coloro che hanno ormai ingoiato tutte le medicine più amare in questi anni.
 Dovete accettare la formazione di liste aperte, decise in primarie dove chiunque potrà candidarsi, da farsi con una consultazione di massa sul web, nelle forme della maggiore trasparenza. I candidati che ne usciranno saranno i candidati di tutti, dei partiti, dei cittadini, dei movimenti.
 Se queste condizioni non saranno prese in considerazione io, personalmente, non vi voterò. Non costringete il popolo della sinistra e democratico a voltarvi le spalle.

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