Immagino che i miei 25 lettori (per dirla manzonianamente ma, in
questo caso, con qualche ragione in più) abbiano già avuto modo di
vedere questo video sul blog di Beppe Grillo, dal quale l’ho tratto. Chi non l’avesse fatto, clicchi sopra l’immagine, e si renderà meglio conto di che cosa sia diventata non l’emergenza, ma la norma, circa la questione rifiuti in Campania. In poche parole, si tratta di un giro di perlustrazione effettuato in loco dai corrispondenti dei giornali esteri in Italia. È stato ribattezzato “spazzatour”. Potrete assistere, fra l’altro, all’utilizzo come fertilizzante di materiale derivato da rifiuti tossici.
E vi domando: quale raccolto per questi campi contaminati? A me viene
in mente il titolo di una versione di latino con la quale mi sono confrontato in prima
superiore: "L’Italia è una terra bella e ubertosa".
Quella campana è una tragedia: ora che Napolitano se n’è accorto possiamo dirlo tutti, così tutti ripetono che bisogna intervenire immediatamente. Ma ai toni decisi, ai proclami, seguono decisioni sconsiderate. L’emergenza ha sete di discariche. L’emergenza ha sete d’inceneritori. E i
cittadini che protestano sono i soliti delinquenti, oppure deficienti
che non hanno capito, bestie che amano razzolare nelle loro deiezioni. Questo è ciò che pensano le sfere più alte, pare…
Ma se chiedessimo un parere ai tecnici? Sull’Unità di ieri, tanto per fare un esempio, il professor Giovan Battista de’ Medici, geologo
e idrogeologo, docente all’Università Federico II di Napoli, e
consulente del Commissariato straordinario all’emergenza rifiuti ai
tempi di Bertolaso, giudica la discarica di Pianura una scelta folle. Folle perché situata all’interno di un parco naturale, ma soprattutto folle perché si trova in una zona vulcanica attiva, a forte rischio di bradisismo. E anche il pericolo d’inquinamento delle falde acquifere (falde idrotermali) sarebbe estremamente concreto.
In qualità di consulente del commissario Bertolaso, de’
Medici aveva proposto alcuni siti alternativi, che rispondevano a
requisiti di «lontananza dai centri abitati» e «raggiungibilità». Erano terreni di non grande «pregio paesaggistico o economico» e soprattutto erano «impermeabili». Si trovano in provincia di Avellino, in Alta Irpinia e Baronia, ma nessuno li ha voluti utilizzare e, anzi, la relazione che de’ Medici ha tenuto lo scorso 27 luglio presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti è stata perfino secretata. Quali sono allora gli interessi che si nascondono dietro l’emergenza? Perché certe proposte sono sponsorizzate ad altissimo livello e altre, semplicemente, nascoste?
«Dio, liberaci dall’immondizia», ha chiesto il teologo campano Antonio Rungi in una preghiera composta ad hoc e ciò che sulle prime può sembrare assurdo (la spazzatura non è esattamente una piaga inviata dal Cielo) si chiarisce con la richiesta allo Spirito Santo di «illuminare e guidare coloro che hanno responsabilità governative». Sarebbe anche ora, viene spontaneo pensare.
Anche perché sembra prevalere la linea della riapertura del sito di
Pianura, nonostante tutto. In attesa che sia completato l’inceneritore
di Acerra. E, a proposito di inceneritori, il solito Beppe Grillo
pubblica questi dati interessanti, forniti dall’Arpa Piemonte (probabilmente, il solito covo di sinistrorsi eversivi, come suppongo direbbe il ministro Bersani!). E ora un
piccolo gioco, in stile Settimana enigmistica: cliccate su Continua e trovate, nella tabella, le 10 piccole
correlazioni tra inceneritori e patologie tumorali!
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