Monnezza

 

 
 Alle donne e agli uomini del Napoletano, che si mettono in gioco per difendere la loro terra
 (E, per conoscenza, alle anime belle, quelle secondo cui i campani sono stupidi, anzi, sono zozzi, no, sono selvaggi…)

 
 Sono decenni, ormai, che la camorra seppellisce illegalmente gran parte dei rifiuti tossici delle industrie del nord nel territorio campano. È un business molto redditizio, che distribuisce milioni ai camorristi e ai loro amici, tumori alla popolazione. Di questo bisogna tenere conto, prima di dire che i cittadini campani sono incivili o imbecilli perché preferiscono razzolare nella loro (loro?) immondizia invece di accettare le soluzioni (soluzioni?) proposte. Non sarà l’ennesima discarica a cielo aperto, situata a ridosso delle abitazioni, né l’ennesimo inceneritore (dispensatore di patologie tumorali, nonostante i filtri e i progressi della tecnologia) a ridare alla Campania, ai suoi campi e pascoli, ai polmoni dei suoi abitanti quella sicurezza che sola può garantire una speranza di futuro per una popolazione.
Ma sarà l’ennesima discarica a cielo aperto, dove magari bruciare allegramente anche i rifiuti tossici, sarà senz’altro il nuovo inceneritore a far piovere moltissimi milioni nelle tasche dei soliti noti. Al coro di politici clamanti, pronti a inviare l’esercito (a far che? Il tirassegno coi barattoli abbandonati per strada? A eliminare la monnezza con le bombe a mano?), pronti a indicare la via dell’accatastamento, la via dell’incenerimento autorizzato, procedendo ovviamente per il commissariamento speciale, senza mai chiedere un parere ai sindaci, senza coinvolgere le comunità locali, come a Vicenza, come in Val di Susa, alla genia dei troppi interessati, i cittadini campani si oppongono, cercando di ottenere per sé e per i propri figli il diritto alla cittadinanza attraverso la lotta, di più, il diritto all’esistenza. Questa la posta in gioco, da un lato; dall’altro i soliti miliardi. Se sposteremo i rifiuti che sono per la via un po’ più in là, appena qualche metro, la gente morirà lo stesso, ma l’emergenza sembrerà risolta, sparirà dalle pagine dei giornali e dai servizi televisivi, quindi non esisterà più. Anche se continuerà a uccidere. Se viceversa avremo il coraggio d’insistere, forse sarà possibile costringere il potere a dare il via a misure alternative, che ci sono e sono praticabili: limitare la produzione di rifiuti, innanzitutto, cosa che deve avvenire in tutto il ciclo vitale del prodotto, dalla produzione al confezionamento, alla distribuzione, al consumo. Differenziare la raccolta e favorire il riciclo dei rifiuti, in secondo luogo, anche se ciò significa togliere il cibo di bocca (e i fondi pubblici) agli inceneritori
 
Manifestazione a Napoli il 9 gennaioL’Italia fa parte degli 8 Paesi più sviluppati del mondo. Io abito ad Aosta, dove l’asfalto delle strade è tutto nuovo e liscio. Per amore ho conosciuto la Puglia, dove l’asfalto delle strade è un po’ più vecchio e pieno di buche. Ma tanto ad Aosta quanto a Mesagne (Brindisi) il tenore della vita dei cittadini è superiore a quello di tanti disperati che vivono nel terzo mondo. Eppure, ditemi in quale altro Paese dell’Unione europea intere regioni sono sotto il controllo delle mafie. Ditemi in quale altro Paese dell’Unione i rifiuti sono ammassati per strada. I cittadini esasperati che danno fuoco alla spazzatura (o agli autobus) mi ricordano altre immagini trasmesse dai telegiornali in questi giorni: quelle di giovani furibondi che danno fuoco ai copertoni, in Kenya. Ma il Kenya non fa parte degli 8 Paesi più sviluppati. Forse la lotta di tanti cittadini stanchi (un poco in tutta la Penisola, a guardare bene) degli interessi dei furbi e degli abusi del potere è l’unica speranza di salvezza che abbiamo per contrastare l’imbarbarimento della società. La tensione a
volte porta anche a menare le mani: mi riferisco ai gruppi violenti e,
naturalmente, alle solite forze dell’ordine, bravissime a caricare
i cittadini.
Confido nelle donne e negli uomini che in Campania si battono per difendere la propria terra dalle maxidiscariche, dagli inceneritori, dalle lobby e dalla camorra; esprimo loro la mia solidarietà e l’augurio che sappiano evitare che lo Stato, i media o chi per loro li infilino dallo nello stesso calderone dei facinorosi.


 PS: Questo mercoledì (9 gennaio) ci sarà una manifestazione a Napoli «per uscire dall’emergenza» e mettere in pratica le soluzioni alternative alle discariche. Invito a partecipare chiunque ne abbia la possibilità. Per ingrandire il volantino, cliccaci sopra.

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