Il rientro in città (i lavavetri non m’hanno aggredito!)

 Sarò pure sconfortato, ma sembro in preda agli acidiAlla fine è successo. Ho dovuto lasciare i miei monti per tornare in città e riprendere il lavoro. Come ricorderanno i più assidui, sono insegnante di scuola media e, porca miseria, l’anno scolastico è iniziato. Sembra che nei giorni scorsi il ministro Fioroni abbia voluto dare un’immagine di serietà; pensate: ha persino ripristinato il voto di ammissione all’esame di terza media, quello che aveva tolto lui l’anno scorso, per intenderci (forse dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso). Ha anche detto che d’ora in poi darà la caccia ai professori fannulloni e tutto questo mi starebbe bene, se non puzzasse di pubblicità a buon mercato. In fin dei conti, io al rientro mi sono ritrovato in una classe di 26 alunni rumorosi, la III C (che per la mia generazione evoca subito un telefilm di qualche anno fa). Per i non addetti ai lavori, preciserò che 26 alunni sono tanti, ma che, purtroppo, oggi costituiscono la norma. Vorrei invitare il ministro in aula, per vedere quanto ci mette solo a imparare i nomi… Nella nostra scuola le terze sono tre, tutte numerose. Sarebbe più ovvio farne quattro: seguiresti meglio gli alunni e daresti lavoro a qualche altro insegnante. Evidentemente, però, la logica economica non corrisponde a quella didattica, come potrebbe dimostrarci alla lavagna l’alunno Padoa Schioppa.
 Cambiamo argomento. Negli ultimi giorni l’impatto con il nuovo anno scolastico mi ha assorbito molto, per cui non ho potuto commentare il Vaffanculo Day, di cui pure avevo dato notizia. Come dimostrano le foto, sabato sera ho firmato anch’io.

 

 Le 50.000 firme necessarie per portare la proposta di legge popolare in Parlamento sono state abbondantemente superate e ad Aosta sono addirittura finiti i moduli. Ora tocca al potere legislativo dello Stato trovare il modo per insabbiare tutto senza dar troppo nell’occhio. Il mio consiglio, naturalmente, è quello di soffermarsi a riflettere su ciò che si fa: magari questa volta i cittadini non saranno disposti a perdonare… (No, ministro Amato, non è un invito all’insurrezione armata)
 A proposito del V-Day, ho letto in ritardo il commento lasciatomi da Ghost CCCP, che m’invitava a vedere il suo video promozionale per la giornata di sabato. Anche se l’appuntamento è passato, il video merita, quindi ve lo “giro” (ciccate qui per vederlo).
 Che altro dire? Ultimamente è successo di tutto, c’è stato persino un vertice a Palazzo Chigi in cui si è parlato di… lavavetri! Autorevoli esponenti della politica, invece, hanno tirato in ballo i graffitari. Inquietante il sito del TG5, che, cavalcando l’onda, ha lanciato un sondaggio, chiedendo ai cittadini di votare i reietti peggiori, scegliendo tra mendicanti e compagnia bella, fino ad arrivare all’incredibile voce “turisti stranieri” (che nel Paese delle contraddizioni sarà stata la più gettonata dagli albergatori).
 Frattanto, nel pavese, esseri umani inermi hanno rischiato il linciaggio. Forse per una volta non è azzardato parlare di emergenza sicurezza…


 Le foto che mi ritraggono sono di Silvia Rinaldi.

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Una risposta a Il rientro in città (i lavavetri non m’hanno aggredito!)

  1. licenzafissa scrive:

    anche se è passato quasi un mese dalla scrittura di questo articolo, lo commento approfittando della citazione del V-day, di cui molto si è discusso in questo mese, giustamente…
    L’altro giorno ho guardato un pezzo di Ballarò…era un po’ di tempo che non lo guardavo, sarà più di un anno. La ricordavo come trasmissione tutto sommato apprezzabile, se paragonata ad altre, con un conduttore in gamba. L’altro giorno invece mi è venuta la nausea soltanto dopo 5 minuti: che schifo. Che vergogna. Che retorica. Che teatrino. Che falsità. Sarà l’effetto V-day, o cosa? Quello che un anno fa mi sembrava tutto sommato apprezzabile ora mi dà il vomito. Evidentemente la misura è colma. Il livello di sopportazione di un cittadino come me è andato oltre il limite. Forse prima si dava semplicemente la colpa a Berlusconi e soci, il problema era lui. L’attuale maxi governo di centro-sinistra sta dimostrando che il vero problema è ben più grosso, è l’attuale sistema politico, ovvero “la Casta” ben descritta e messa a nudo nel libro di Rizzo e Stella (oltre che dal Beppe nazionale). Un libro che pare abbia contribuito a risvegliare non poche coscienze in questi ultimi tempi. Sono andato ad ascoltare la viva voce di Rizzo l’altra settimana (a Pont-st-Martin). Raccontando alcuni fatti contenuti nel libro, con pacatezza non faceva che confermare scientificamente quello che “l’uomo medio” sospetta da sempre nei confronti della classe politica: di approfittarne. Di ambire unicamente ad avere o a mantenere una poltrona. Di ambire a fare più soldi, ma non tanto per cattiveria, ma perché quando si è in posizioni di potere in questo sistema diventa naturale e scontato “favorire l’interesse particolare a quello collettivo”, per dirla con Rizzo.
    Ebbene, alla luce di queste drammatiche conferme, mi è diventato insopportabile assistere passivamente all’eterna commedia messa in atto in trasmissioni come Ballarò (per non parlare di altre, che da tempo mi rifiuto di guardare). La scena è sempre la stessa: il politico al governo, interpellato rispetto al suo operato, anziché cercare di rispondere alle questioni tecniche poste dal presentatore, va all’attacco provocando gli esponenti del precedente governo. I quali, ovviamente, non possono resistere e iniziano a protestare animatamente senza aspettare ilo loro turno, dicendo che quando c’erano loro andava tutto bene, dando il via a miseri battibecchi assolutamente incontrollabili privi di ogni contenuto (a parte qualche numero o percentuale sparato a vanvera…) e mirati soltanto a gettar fango sull’altro. In tutto ciò, ed è qui che mi sono ulteriormente disgustato, il conduttore non interviene e lascia che il tutto degeneri allegramente. Allegramente si, perché tanto i litigi sono solo da fare quando si è in onda, mentre a telecamere spente tutti amici come prima e impegnati a difendere lo status quo ed i loro comuni privilegi…privilegi che ha sia la maggioranza e l’opposizione. Che brutto spettacolo è diventato un dibattito politico in tivù. Ipocrisia allo stato puro. Il confronto, la dialettica, l’autentica Politica è ben altra cosa. Anche il giornalismo autentico dovrebbe essere un’altra cosa. I politici non sono più capaci di fare Politica, a parte qualche isolato eroe. I giornalisti non sono più capaci di fare i giornalisti, a parte qualche isolato eroe. I partiti non sono più capaci di coinvolgere i cittadini e di formare politici, sono solo più delle lobby raccolte intorno ad interessi privati di chi ne fa parte. E’ tempo di riformare il sistema. Come? con l’impegno civile e non violento, con il confronto, con il dialogo, con l’attivismo. E’ finita l’era di lamentarsi, di criticare senza fare nulla. Noi cittadini, se uniti da valori e intenti comuni, possiamo cambiare tante cose. L’alternativa, d’altronde, sarebbe pensare che nulla può cambiare. Ma, avendo ancora un po’ di fiducia nelle potenzialità dell’essere umano, a questo mi rifiuto di credere.

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