Sylvenoire… dopo la Fest!

 Sylvenoire Fest: I tavoli iniziano a riempirsi
 Missione parzialmente compiuta. Su tre sere, almeno una l’ho presa. Festa della birra nel bosco di Sylvenoire, grigliata (molto buona), persone, parole, casino, musica, luce che scende pian piano e naturalmente la birra. A posteriori mi hanno assicurato che ne ho bevuti quattro boccali da un litro: avevo sperato di essermi fermato a tre… Però è stato bello ballare nel capannone montato nel prato: la gente era quella di sempre, fra paesani e turisti, ma il contesto era insolito. Nuovo il posto, surreali i fuoristrada che portavano avanti e indietro quelli troppo pigri per farsi due passi nel bosco, belle le luci e la gente a spasso nel buio. Dopo i boccali cui ho accennato, per scendere in paese ho scelto le gambe, il mezzo di locomozione a me più caro, e ho trotterellato a valle, magari barcollando un poco e forse mettendoci più tempo del dovuto, ma non troppo: per l’indomani avevo in previsione una gita in montagna coi miei, opportuno dormire qualche ora.
Il Monte Bianco visto dal Vallone delle Acque Rosse
 
Così, il giorno dopo, ho sperimentato la bontà del vecchio detto, quello che parla di leoni e coglioni, mentre mi avviavo per le strade del paese, deciso a comprare un panino da mangiare in montagna. Continuavo a posare prima su una gamba e poi sull’altra, in fila al banco degli affettati, non riuscivo a stare fermo sui piedi. Poi la gita, il sole, il sentiero in salita… E come sempre, il momento peggiore è all’inizio, quando ti devi ancora abituare. Ma abituarsi non è sempre uguale, quando hai dormito e non hai passato la notte a buttare giù birra è più facile.
 
Bilancio conclusivo: bella la serata, ancor di più la passeggiata (panorami fantastici, laghetti, la sensazione stupenda del corpo che funziona, nonostante tutto).
 
Un suggerimento: provare a separare, la prossima volta, le due esperienze.

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