In un recente commento, Sara mi chiede: “Secondo te cos’è la politica?”. La domanda mi spiazza: è enorme, come si fa a rispondere? E non conosco neppure Sara: per quanto ne so, potrebbe essere in buona fede, oppure avermi fatto di proposito una domanda impossibile, e io non ho saputo cogliere l’ironia. Voglio comunque tentare una risposta: se non altro darà un’idea, all’incauto navigante che si trovi ad affrontare questo tratto di mare, di che cosa deve aspettarsi dal blog.
Incominciamo dall’inizio, dalla tentazione di dire che è politica tutto ciò che è sociale e che riguarda il governo della società, le relazioni interpersonali, la felicità delle persone. Persone che, come individui hanno il diritto all’autorealizzazione, e come soggetti aggregati in un gruppo accettano di rinunciare a parte della propria libertà per evitare la guerra di tutti contro tutti. Niente d’innovativo, fin qui: è la vecchia teoria del contratto sociale. Quale spirito si voglia infondere nelle clausole stantie di questo accordo spetta al singolo decidere; l’importante è cercare regole che valgano per tutti e che abbiano il margine di consenso più ampio possibile.Ma, l’ho detto, ho un’idea alta di ciò che la politica dovrebbe essere. Una maniera per realizzare la felicità di tutti. E i politici dovrebbero essere tecnici, occupati in altre professioni, eccezionalmente “prestati” all’amministrazione e al governo dello Stato. Non politici permanenti, insomma, perpetuamente imboscati in Parlamento, dai diciott’anni alla tomba, almeno per evitare il formarsi di uno scollamento tra il modo di pensare e di decidere di un ceto sempre più vecchio e le aspirazioni della maggioranza dei cittadini. Introdurrei volentieri un limite pro capite dei mandati parlamentari, governativi, eccetera, perché gli Andreotti lascino finalmente il proprio posto ad altri.
La politica dovrebbe essere un modo per realizzare la felicità di tutti, abbiamo detto. Per dirimere pacificamente i contrasti. Per garantire la salute dei cittadini. Si dice che l’aria di Milano sia talmente inquinata che dopo pochi mesi i neonati hanno le stesse lesioni polmonari di un fumatore. Le amministrazioni comunali che si sono susseguite nella metropoli lombarda negli ultimi decenni non hanno fatto politica: hanno fatto affari. La sindaca Moratti ha dato il via libera alla costruzione di una serie di grattacieli nella zona della Fiera. Palazzi che oscureranno il sole agli edifici antistanti, contribuendo alla cementificazione della città. Neanche questa è politica.
Non è politica – e mi scuso se cedo alla tentazione di definire in negativo – neppure il manifesto della destra universitaria della Cattolica di Milano, che è riuscita a mettere un casco sulla testa e un manganello tra le zampe del piccolo Snoopy. Non lo è il comune di Vicenza, che svende la propria città alle richieste degli americani, bramosi di costruire un’altra base militare. E non è politica un governo che avalla tutto quanto, nel nome di impegni non scritti, e se ne lava le mani mentre la popolazione lotta per essere ascoltata.Questi esempi non sono politica perché non contemplano il dialogo, l’arte di mettere a confronto posizioni diverse, per “contaminarle” fra loro, nell’interesse di tutti. Questi esempi dimostrano che oggi governare significa sempre più difendere l’interesse di pochi gruppi di potere. Oggi la politica è un’appendice dell’economia, anche se avrebbe i mezzi legali per governarla. E non sto pensando a ipotesi di socialismo reale, ma più semplicemente a criteri di maggior giustizia distributiva, a una difesa reale dello Stato sociale, a un rigore nuovo nell’imporre il rispetto delle leggi anche a quei malfattori che hanno il portafogli pieno. Ma politica è più di questo, politica dovrebbe essere combattere l’appiattimento intorno a un unico modello pseudoculturale, quello che ci concepisce come famiglie felici del mulino bianco.In questo senso, principalmente, il blog vuole essere politico.
Chi continuerà a navigare in queste acque tormentate troverà, è ovvio, i commenti sulla politica ufficiale, ma soprattutto iniziative e proposte dalle molteplici realtà sociali che lottano per difendere la propria comunità, la propria idea – troppo spesso “eretica” – del mondo. E troverà qualche idea originale, prodotta da questa testa malata, qualche iniziativa pensata per riappropriarci dei nostri spazi, senza aspettare che qualche istituzione s’incarichi dell’organizzazione.
Prossimamente: qualche parola sulla Marcia Granparadiso Estate (prima gara a piedi – senza correre – completamente autogestita dai partecipanti). Un’iniziativa in difesa del Vallone di Comboé, in Valle d’Aosta, ambiente naturale sostanzialmente ancora intatto e minacciato dalla costruzione di un’inutile strada, che dovrebbe raggiungere… un alpeggio! Un discorso sullo stato dell’arte circa la questione del Dal Molin, troppo spesso messa da parte dagli ebeti strateghi dell’occhio-non-vede-cuore-non-duole-pensiero.