Voi siete qui – L’argine manifesto alla deriva liberista [di Alessandro Robecchi]

Ripubblico, con il permesso dell’autore, l’articolo di Alessandro Robecchi L’argine manifesto alla deriva liberista, pubblicato sul manifesto del 12 febbraio 2012.

All’importanza di aiutare il manifesto nella sua battaglia per la propria esistenza, per non privarsi di una delle rare voci libere nel panorama dell’editoria italiana, ho già accennato QUI. Invito ora a visitare quest’altra pagina e scegliere come sostenere l’unico quotidiano italiano che non ha padrone.

Voi siete qui – L’argine manifesto alla deriva liberista
di Alessandro Robecchi.

Se siete di quelli che avrebbero comprato un caricatore dello Sten al partigiano Johnny, o pagato un pranzo a un grande filosofo tedesco con la barba, o dato un passaggio a un migrante clandestino in fuga da Lampedusa, siete anche di quelli che oggi devono cacciare qualche soldo per il manifesto. Potranno sembrare esagerati i paragoni, ma non è così, o forse sì, è esagerato. Ed è questo il bello: esagerare. Dal latino “exaggerare”, cioè “innalzare”, o meglio ancora: “ammassare a guisa d’argine”. E se guardate i filmati che vengono dalla Grecia, dolente anticamera dell’Europa, è proprio un argine che ci serve, e ci serve come il pane. Perché la piena liberista pare irrefrenabile e tutto sommerge, e prima di tutto le voci che non cantano nel coro. Esagerare è una buona pratica per passare dalla difesa all’attacco. Per rispondere a chi dice di “voler cambiare il modo di vivere degli italiani”. Di quali italiani? Di quelli che da mesi stanno al gelo su una torre per difendere il posto di lavoro, forse. Di quelli che si aggrappano all’articolo 18 per non essere travolti dalla piena, forse. Di quelli che chiedono un’informazione libera e ancora ne parlano come un diritto e un bene comune, forse. “Merito e concorrenza”, parole di moda: sono i tronchi portati dalla piena, che fanno crollare i ponti, che travolgono la gente. Quale merito, quello di esser considerati parassiti alla pari di un Lavitola per chiedere un sostegno all’editoria? Bel merito. Quale concorrenza, quella che affida alla tivù la stragrande maggioranza delle risorse pubblicitarie? Bella concorrenza. Esagerare vuol dire anche ribaltare le parole, rendere ridicole e vuote quelle che rimbombano come un segnale di modernità. Esagerare vuol dire anche volere fortemente qualcosa, come per esempio un argine all’orribile piena che arriva, che è già qui. Il manifesto è un sacco di sabbia su quell’argine. Metterne altri, rinforzare quelli che ci sono, portarne altri ancora, e ancora, a spalle, a mani nude, è un modo di esagerare. Non lo fate per noi. Lo fate per voi. E allora fatelo. Esagerate.

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il manifesto: liquidazione coatta amministrativa decisa per decreto

Importante: compriamo il manifesto di oggi, 9 febbraio, nel quale è spiegato il procedimento di liquidazione coatta amministrativa del quotidiano; ma, soprattutto, compriamolo tutti i giorni e aiutiamo a vivere un’anomalia politica ed economica oggi quantomai necessaria.

Perché non vinca l’oligopolio dell’informazione e non si rimanga senza un giornale vero in edicola.

>>> Nel video, l’appello della direttrice del manifesto, Norma Rangeri.

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«Scrivendo, incontri di lettura» – Restiamo Umani, the reading movie


Come promesso
, pubblico il podcast della trasmissione Scrivendo, incontri di lettura, condotta da Fabiola Megna, andata in onda oggi, mercoledì 8 febbraio, su Radio Proposta In Blu.

Ero in studio per parlare del libro «Gaza. Restiamo Umani», la testimonianza di Vittorio Arrigoni, presente a Gaza durante l’operazione militare israeliana «Piombo fuso» (dicembre 2008-gennaio 2009), e del progetto di lettura filmata – reading movie – che l’associazione culurale Azione Sperimentale sta realizzando in questi giorni.

Spero di non aver detto troppe stupidaggini.

A proposito del progetto, invito una volta di più a consultare il sito www.restiamoumani.com, ma ricordo sin d’ora che è possibile partecipare attivamente, “dal basso”, alla fase della produizione, acquistando una o più quote – del valore di 10 euro ciascuna – sul sito Produzioni dal Basso, fino al 31 marzo.

Mercoledì prossimo, infine, il 15 febbraio, sempre alle ore 10, si “bisserà”, con una seconda puntata sul progetto, alla quale sarò nuovamente presente, questa volta insieme a Fulvio A. T. Renzi, presidente dell’associazione che sta realizzando il reading movie, che interverrà telefonicamente. QUI le frequenze per ascoltare Radio Proposta (in Valle d’Aosta). Per tutt* gli/le altr* pubblicherò il podcast.

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Voi siete qui – Risotto al tartufo con articolo 18 [di Alessandro Robecchi]

Ripubblico, con il consenso dell’autore, un articolo di Alessandro Robecchi, uscito sul manifesto di domenica 5 febbraio 2012.

Voi siete qui – Risotto al tartufo con articolo 18
di Alessandro Robecchi.

L’ufficio stampa del professor Monti si scusa con gli italiani. Purtroppo, per sopraggiunti impegni, il Presidente del Consiglio Tecnico non ha ancora potuto essere presente alle seguenti trasmissioni televisive: “Novantesimo minuto speciale serie B”, “Elisir dossier prostata” e “Uomini e donne” di Maria De Filippi, dove avrebbe trovato inaccettabile sottoporsi a un contraddittorio con due giovani cubiste precarie. In compenso, lo stesso ufficio stampa rileva gli ottimi esiti della partecipazione del professor Monti al segnale orario, dove ha precisato con puntiglio che le tredici e trenta erano in realtà le tredici e trentuno grazie all’azione del suo governo, per la cui stabilità ringrazia, in ogni caso, il suo predecessore. Buonissima anche la performance televisiva del Primo Ministro a “Debitodebitibù”, trasmissione per bambini dove ha intrattenuto i piccoli ospiti spiegando che i papà gli rubano il futuro restando aggrappati alle loro mirabolanti garanzie sociali, e che se proprio ambiscono ad avere un futuro (che razza di pretese per un ragazzino!) è meglio che lo affidino a lui o a maga Fornero.

Le divertenti ospitate televisive, tutte rigorosamente senza nessuno che faccia una domanda che non somigli a un salamelecco, non hanno distratto il Premier dal suo indefesso lavoro per la risoluzione della crisi e per il rilancio dell’economia. In particolare, ecco alcune cose che nessuno prima di lui aveva fatto: ordinare dei sondaggi sull’operato del suo governo (una vera novità!), e sostenere di essere stato frainteso dopo una frase particolarmente infelice (anche questa, cosa mai accaduta prima). Forte di questa discontinuità con gli esecutivi che l’hanno preceduto, il professor Monti tiene a precisare che è ora di finirla con il buonismo sociale che ha portato l’Italia ai vertici delle classifiche mondiali della diseguaglianza economica. Non perdete comunque, questa sera, l’edizione speciale di “Risotti al tartufo”, dove il Premier spiegherà che l’articolo 18 non è un tabù.

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Domani, ore 10, Radio Proposta In Blu: parlando del libro Restiamo Umani (e del reading movie)


Domani mercoledì 8 febbraio alle ore 10 su Radio Propsta In Blu sarò ospite nel programma «Scrivendo, incontri di lettura», condotto da Fabiola Megna.

Parleremo del libro di Vittorio Arrigoni, «Gaza. Restiamo Umani», e del progetto di “reading movie”, la lettura filmata del libro a cura dell’associazione culturale Azione Sperimentale, attualmente in fase di realizzazione.

Alla co-prodzione è possibile partecipare dal basso, prenotando (fino al 31 marzo) una o più quote del valore di 10 euro ciascuna.

Radio Proposta copre solo la Valle d’Aosta (ad Aosta FM 107.8; vedi le altre frequenze), ma subito dopo la trasmissione sarà disponibile il podcast, che naturalmente ripubblicherò anche qui.

Mi auguro di cuore di non dire troppe sciocchezze!

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Elsa Coccodrillo getta la maschera


Una vignetta satirica di Ronnie Bonomelli, liberamente scaricabile e utilizzabile (con finalità a-commerciali e citando il nome dell’autore; cliccateci sopra per ingrandirla).

Ne trovate altre, insieme ad altro materiale non protetto da diritti d’autore, all’indirizzo http://appropriazionedebita.noblogs.org/, blog – al quale partecipo anch’io – che sta muovendo i primi passi, ma che ambisce a trasformarsi in uno strumento libero a disposizione di tutt* quell* che ne condividono la filosofia, vale a dire che l’arte e la conoscenza non sono merci che si vendono o si comprano.

Chi desiderasse partecipare al progetto può inviare il proprio materiale grafico, testuale, audio e video (non protetto da diritto d’autore) all’indirizzo camminante[at]inventati.org.

Tutte le opere saranno pubblicate con licenza Creative Commons 3.0.

>>> Scarica la vignetta in formato PDF: Dietro la maschera di Elsa Coccodrillo

>>> Visita il blog appropriazionedebita.

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Trenitalia: pendolari esasperati per la solita odissea denunciati ai carabinieri


Strane cose
accadono in Italia, anche in quella regione misteriosa chiamata Valle d’Aosta, presunta oasi di ricchezza ed efficienza situata ai piedi del Monte Bianco nell’estremo nord ovest del Paese. Strane cose, dicevo, oppure storie ordinarie di disservizi e repressione; chi legge si faccia la sua idea. In appendice al post, un comunicato stampa di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta, che lega la vicenda ad altre occasioni di repressione del dissenso e al concetto di sistema ferroviario inteso non come servizio pubblico, ma come attività da cui trarre profitto. Sulla pelle del cittadino!

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Antefatto: la linea ferroviaria Chivasso-Aosta è stata aperta nel lontano 1886. Da allora a oggi non si registrano miglioramenti significativi. Il binario è ancora unico (i treni, per evitare di scontrarsi, devono “aspettarsi” nelle varie stazioni) e, se il vecchio carbone è stato sostituito dal gasolio, la linea a tutt’oggi non è ancora elettrificata. Quando andavo all’università (grosso modo fino al 2000), per raggiungere Torino da Aosta impiegavo un po’ meno di due ore. Quasi due ore per un centinaio di chilometri di viaggio non è un gran viaggiare, ma oggi sono necessarie dalle due ore ai 140 minuti. Perché, giustamente, in Piemonte le nostre inquinanti motrici a gasolio non le vogliono più. Perciò addio diretto Aosta-Torino, si cambia il treno a Ivrea, appena oltre i confini della Valle, o al limite a Chivasso, con conseguente aumento dei tempi di viaggio. Tempi lunghi e disservizi hanno portato gli utenti valdostani a protestare più volte, fino a dar vita al comitato dei Pendolari Stanchi, ma il problema è lontano dall’essere risolto.

La vicenda: lo scorso venerdì, giornata critica per questa piccola linea a causa dell’afflusso degli studenti universitari di ritorno in Valle per il fine settimana, il treno delle 16.30 in partenza da Torino è soppresso per cause ignote. I pendolari si riversano su quello delle 17.30, già pieno. Arrivati a Ivrea, trovano ad attenderli per la coincidenza verso Aosta non il solito Minuetto, ma un treno più piccolo. Tra le proteste generali, il capostazione vorrebbe far partire il convoglio, proponendo a chi rimane a terra di proseguire con un pullman, anche questo insufficiente a contenere tutti i viaggiatori. Almeno 100 persone dovrebbero restare a Ivrea e aspettare il treno successivo. Alcuni passeggeri, esasperati, decidono di sedersi sui binari. Soltanto a seguito di tale gesto viene allestito un Minuetto (che era fermo a Ivrea!) e i viaggiatori possono riprendere il viaggio. Tutto bene? No: a seguito dell’occupazione dei binari, 13 pendolari vengono denunciati per interruzione di pubblico servizio.

«È evidente a tutti che la responsabilità di ciò che è accaduto è interamente di Trenitalia», scrive, in un comunicato di solidarietà ai 13 denunciati, il comitato Pendolari stanchi, che ha anche avviato una sottoscrizione per sostenere le loro spese legali. «I pendolari non hanno inteso interrompere nessun servizio ma, semmai, esattamente riattivare un servizio che era stato interrotto da altri». Non a caso, per trovare una soluzione è stata necessaria la protesta.

Intanto il comitato Pendolari Stanchi annuncia un’assemblea pubblica per venerdì 10 febbraio, ore 20.30, presso il C.C.S. Cogne, in Corso Battaglione, 18, ad Aosta. Sarà un’occasione per fare il punto sulla vicenda dei 13 denunciati, e per parlare dello stato del sistema di comunicazioni valdostano, anche tenuto conto dell’aumento delle tariffe autostradali, che si somma a quello del costo del carburante.

Sulla vicenda, infine (ma davvero non per ultimo), il bel comunicato di solidarietà di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta, che ha il merito di mettere insieme la vicenda dei 13 denunciati e le altre magagne di Trenitalia.

Denunciamo Trenitalia!
di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta.

Ma perché non denunciano Trenitalia?

L’incredibile notizia della deferimento all’autorità giudiziaria di 13 sventurati utenti (cui va tutta la nostra solidarietà) della sciagurata linea Aosta-Chivasso per «interruzione di pubblico servizio» merita un adeguato commento.

a) Se c’ è qualcuno che dovrebbe essere denunciato, questo è Trenitalia per «gestione impropria, inaccettabile e indecente di pubblico servizio». Continua a leggere

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