
Con un PS del 30 ottobre
Ripubblico, con il permesso dell’autore, un articolo sul referendum del 18 novembre scritto dal dottor Stefano Montanari, uno dei massimi studiosi mondiali di nanopatologie.
Ne condivido ogni parola e credo che possa fornire elementi di riflessione, in vista della consultazione popolare, a quelle persone che ancora non sanno cosa pensare intorno al pirogassificatore e all’alternativa possibile.
Montanari infine, presente in Valle in occasione della proiezione del documentario Sporchi da morire, ha più volte invitato a pubblico dibattito quegli “esperti” che nelle tribune elettorali si spendono a favore del pirogassificatore e dell’astensione. E non mi sembra un caso se quelli si sono guardati bene dall’accettare il confronto…
>>> Visita sito di Stefano Montanari.
Come trattare i Valdostani da buoi e governare felici
di Stefano Montanari
Non voglio entrare nei particolari, nei cavilli, nelle eccezioni legali, nei poteri che spettano a questo o a quel politico, a questo o a quel burocrate. Non ci voglio entrare perché non m’interessano e, anzi, m’infastidiscono. Qui si tratta di ragione e di dignità e basta. La giustizia viaggia con loro.
Poco più di una settimana fa ho passato un paio di giorni in Valle d’Aosta. Non in vacanza come il luogo inviterebbe a fare, ma a parlare con chi mi voleva ascoltare di ambiente e di salute, due argomenti che ogni giorno di più camminano affiancati, talmente vicini da essere ormai gemelli siamesi.
In quella nanoregione bellissima incastonata tra Italia, Francia e Svizzera, estesa come una piccola provincia con i suoi poco più di 3.200 chilometri quadrati e con una popolazione che non arriva a 130.000 abitanti, l’equivalente di un piccolo quartiere romano, ci sono le montagne più alte d’Europa, un po’ degli ultimi ghiacciai, torrenti limpidi, pascoli verdi, boschi… e politici.
Governare una regione del genere non può che essere una pacchia, anche perché, essendo a regime di statuto speciale, gode di privilegi che fanno venire le lacrime agli occhi ai cittadini di plaghe meno fortunate.
Ormai dappertutto i rifiuti sono senza dubbio un problema, però, nelle condizioni di Aosta e dintorni, il problema non pare proprio insolubile, essendo stato felicemente risolto in comunità ben più popolose e variegate, da San Francisco all’intera Nuova Zelanda, o più o meno paragonabili da Mercato San Severino a Ponte nelle Alpi.
Se cuocere l’immondizia è una maniera sbrigativa per affrontare il problema, e una maniera che rende pure tanti quattrini a chi fa impresa con i soldi altrui e ai cosiddetti politici che fanno da sponsor a quelle imprese, sempre e rigorosamente con i denari non loro, non è certo una maniera intelligente. Non è intelligente perché costa un patrimonio alla comunità che la sostiene a suon d’incentivi che, per illegittimi che siano, sono legge nella nostra Repubblica delle Banane, e non è intelligente perché devasta l’ambiente e la salute, il tutto, marginalmente, con costi immensi mai contabilizzati e sempre a carico di chi subisce i danni. Furbo e intelligente sono aggettivi niente affatto sinonimi.
Orbene, chi guida la regione Valle d’Aosta propone proprio la cottura dei rifiuti per affrontare il problema.
Come sempre, senza eccezioni, accade in questi casi, per farlo è necessario che il popolo sia tenuto nell’ignoranza più assoluta e, anzi, sia infarcito di nozioni stravaganti che nulla hanno a che vedere con i princìpi che regolano l’andamento dell’Universo.
Tra questi il Principio di Conservazione della Massa, enunciato scientificamente già nel lontano 1786 e uno dei pilastri della scienza, va accuratamente censurato. Secondo la “scienza” valdostana, s’introduce una determinata quantità di materiali – i rifiuti – chimicamente costituiti da tutti o quasi gli elementi della Tavola Periodica che in Natura sono una novantina e, dopo cottura, per alchimia, questi svaniscono sia per quantità sia per qualità. Insomma, io ficco nell’impianto un chilo di mercurio e mi esce a malapena uno sbuffetto di vapor d’acqua. Sì, siamo alla bocciatura a calci nel sedere di qualunque studente liceale, ma in Valle è così perché la maggioranza che siede nel parlamentino regionale così ha decretato, con tanti saluti al Creatore che ha voluto altrimenti.
Non contenti, i politici locali sono andati oltre. Un loro burocrate che mi si assicura essere laureato in medicina risponde a un documento allarmato di quattro oncologi che prospettano i pericoli che la produzione di diossina innescherà. Continua a leggere→