Una firma per non cancellare le idee

Se in Valle d’Aosta non saranno raccolte entro il 10 aprile 3mila firme a favore della presentazione de «L’Altra Europa con Tsipras», la lista non potrà candidarsi alle elezioni europee nell’intero collegio elettorale del Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta).

Questo perché la legge prevede, solo per i partiti non rappresentati in Parlamento, l’obbligo di raccogliere 150mila firme in tutt’Italia, di cui almeno 30mila per collegio elettorale e 3mila per regione, equiparando di fatto un territorio come la Lombardia alla piccola Valle d’Aosta (80mila elettori).

Tutto questo è spiegato nel video qui sopra dallo storico e sociologo Marco Revelli, uno dei fondatori della lista.

Aiuta la lista «L’Altra Europa con Tsipras» a partecipare alle prossime europee. Basta una firma. Per firmare bisogna essere residenti in Valle d’Aosta e muniti di carta d’identità. In questi giorni, molti sono i banchetti allestiti ad Aosta, ma è anche possibile recarsi a firmare presso tutti i municipi della Valle.

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Giornata mondiale dell’acqua

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Oggi è la Giornata mondiale dell’acqua, bene comune per eccellenza eppure bene oggetto di tante attenzioni da parte dei privatizzatori di tutti gli schieramenti, nonostante l’esito del referendum che in Italia ne ha ribadito la natura pubblica.

Riflettere sui beni comuni è sempre più necessario, considerato che le “cure” proposte dai più contro la crisi passano attraverso la privatizzazione/svendita sempre più spinta di ciò che è indispensabile alla vita delle persone.

Promettono meno tasse, meno spesa pubblica (come se uno Stato non dovesse spendere a vantaggio dei cittadini, ma mettere i soldini nel salvadanaio, magari per pagare l’inetersse dell’interesse sul debito), il tutto condito con qualche simpatica operazione pubblicitaria, ma beni comuni e stato sociale sono più che mai sotto attacco.

Riflettiamo su questo, oggi 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua. E diamo un’occhiata a chi la pensa in maniera diversa.

Ripubblico la mia poesia «Diluvio», piena di acqua e privatizzazioni.

Diluvio

Dice Noè che ha l’arca
e che si salverà dal brutto tempo,
mentre noi resteremo tutti zuppi.
Ha pure cominciato a radunare
animali randagi:
l’ho visto litigare col leone
che non voleva cedere lo scettro.
«Povero pazzo!», dico,
e penso al tempo in cui stimavo il vecchio
per la sua posatezza.
Contro il diluvio servono riforme,
altro che imbarcazioni!
«Riforme condivise»,
ha chiesto ieri il Capo dello Stato:
meno diritti e Stato, più mercato.
Oggi le prime gocce.
Il Parlamento ha trasformato in legge
l’ennesimo decreto:
aiuti e sgravi per chi fa gli ombrelli
e per i fabbricanti di gommoni
anche il cavalierato del lavoro.
In solidarietà con i piccioni
di San Marco, il Consiglio dei Ministri
si riunirà a Venezia.

[Mario Badino, 8 ottobre 2012]

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Diamoci una mano

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Le prossime elezioni europee, a quanto dicono i sondaggi, potrebbero portare al Parlamento di Bruxelles/Strasburgo un gruppo di parlamentari di sinistra, non allineati con le posizioni della Commissione in fatto di austerità, debito, ricette “obbligate” per l’economia.

Si tratta della lista «L’altra Europa con Tsipras».

Non si tratta dell’ennesimo gruppo populista, tentato dall’addio all’Europa, ma di chi non concepisce che una sola ideologia – quella liberista – debba dettare le regole alle quali dovranno sottostare i milioni di persone che vivono nell’Unione europea.

È il gruppo di chi vuol cambiare l’Europa standoci dentro, rifiutando qualsiasi chiusura nazionalistica, ma anche un progetto di unione che è diventato il grimaldello del capitale finanziario per scardinare ciò che rimane dei diritti e dello stato sociale nel nostro continente.

È anche un’occasione per negare il proprio consenso alla retorica del pensiero unico, del “voto utlile”, dell’appiattimento delle differenze. Chi scrive, almeno da due legislature, non è più rappresentato all’interno del Parlamento italiano, perché la nostra legge elettorale, con i suoi assurdi sbarramenti, priva decine di migliaia di persone del loro diritto di essere rappresentate.

Chi scrive vorrebbe che, almeno in Europa, riprendessero a circolare idee che non sono quelle dei partiti più grandi, appiattite sui dettami della Commissione e del Fondo Monetario Internazionale.

Votare la lista «L’altra Europa con Tsipras», guidata dal leader greco di Syriza, che nel Paese più vessato dalle imposizioni degli Stati “virtuosi” dell’Unione, ha avviato un percorso politico originale, significa mettersi contro un’idea di Europa che nulla ha a che fare con le conquiste dei diritti e della democrazia raggiunte a partire dal secondo dopoguerra.

Nel collegio elettorale del Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), la candidatura della lista Tsipras dipende – incredibilmente – dalla possibilità di raccogliere 3mila firme in Valle d’Aosta, la regione più piccola d’Italia, che conta un elettorato di appena 80mila abitanti.

La legge prevede infatti che ogni lista nuova, per candidarsi, raccolga 30mila firme in ogni collegio (risultato assolutamente raggiungibile) e almeno 3mila firme in ogni regione, equiparando di fatto territori diversi come la Lombardia e la piccola Valle d’Aosta.

In Valle la raccolta è partita, con tanto impegno da parte dei simpatizzanti e del candidato valdostano, Andrea Padovani. Oggi è intervenuta anche la candidata piemontese Giuliana Sgrena, giornalista del manifesto, mentre nei prossimi giorni dovrebbe essere in Valle anche Moni Ovadia.

3mila firme, tuttavia, sono un obiettivo quasi impossibile in Valle d’Aosta, a meno di non decidere in tant* – che poi si intenda votare «L’altra Europa con Tsipras» o meno – che consentire la partecipazione di questa nuova lista (che senza la Valle d’Aosta sarebbe esclusa da tutto il Nord-Ovest d’Italia) è un atto di democrazia, e magari anche un favore fatto a se stessi.

Diamoci una mano, dunque, e andiamo a firmare presso i banchetti appositamente allestiti, oppure presso il nostro comune di residenza.

Grazie a chi vorrà metterci la firma.

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Aiutiamo Rossanina

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Riporto il caso di Rossana, una bambina di 4 mesi alla quale è stata diagnosticata una rara malattia degenerativa, il morbo di Krabbe, che riduce a pochi anni la speranza di vita. Rossana è nella prima fase della malattia, nella quale è ancora possibile intervenire.

Siccome le cure sono molto costose, la famiglia ha bisogno dell’aiuto economico di tutt*. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Il testo che segue è tratto dalla pagina Facebook «Forza Rossanina».

Ho modo di affermare che la vicenda, della quale stanno incominciando a occuparsi anche i media, è purtroppo completamente vera.

Rossana è una bimba di 4 mesi alla quale è stato da poco diagnosticato il morbo di Krabbe, rara e violenta malattia metabolica ereditaria neurodegenerativa che riduce a pochi anni la speranza di vita e che si manifesta con contratture spastiche degli arti inferiori e superiori, problemi all’apparato digerente, regressione delle facoltà mentali e motorie, atrofia ottica e in alcuni casi sordità.

I genitori con la piccola partiranno nei prossimi giorni per Israele dove, dopo un’accurata visita medica, si valuterà se procedere con le infusioni di cellule staminali. 
Queste cure sono molto costose e la possibilità che diano risultati positivi è legata anche alla tempestività d’intervento. 
Pertanto la famiglia ha bisogno di un sostegno economico, in tempi rapidi.

Chi volesse offrire il proprio contributo può effettuare un versamento sul c/c appositamente creato per la raccolta fondi intestato a: 
CANALE – GAGLIANO – IBAN IT96A 06175 49100 0000 0080 3280 indicando come causale “donazione per cure mediche di Rossana”- Banca Carige filiale di Valle Crosia (IM).

Sulla pagina Facebook “Forza Rossanina” è possibile avere maggiori informazioni e contattare la famiglia.

Ringrazio tutte le persone che vorranno contribuire alle spese mediche della piccola Rossana.

>>> Credo di non far male nel pubblicare la foto di Rossana, presa da Facebook.

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E 7…

E così sono 7 anni di blog. In attesa di riprenderlo un po’ sul serio, accetto eventuali auguri.

Qui sotto.

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Condannati

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Di fronte alle conseguenze ambientali delle attività produttive umane, dei consumi, alla continua devastazione e occupazione di spazi naturali, ci troviamo spesso inconsapevolmente indifferenti.

Eppure siamo, per molti versi, attaccati alla vita, affezionati ad altre persone, intenzionati a garantire il meglio (almeno) ai nostri figli. Siamo spesso disposti a convincerci che determinate condotte alimentari, sportive, certi stili di vita debbano essere seguiti al fine di preservarci in salute, rasentando talvolta il retropensiero di peter essere eterni.

Ciò nonostante, accettiamo, forse perché convinti di non poter farci nulla:

1) il cibo spazzatura;
2) una pessima qualità dell’aria;
3) la contaminazione dei suoli, compresi i terreni agricoli e quelli adibiti a uso residenziale;
4) l’impiego di prodotti tossici nel confezionamento e nella colorazione di vestiti (anche per bambini), giocattoli e alimenti;
5) l’onnipresenza delle onde elettromagnetiche derivanti dall’uso quotidiano del wi fi e della telefonia mobile.

Analizzando uno per uno i punti di questo elenco incompleto, possiamo dedurre che non tutte le voci hanno la stessa rilevanza e – in alcuni casinon sono al cento per cento sottratte alla nostra possibilità di intervento.

Ritengo ovvio, tuttavia, che alle azioni di “autodifesa” occorre affiancare la pressione e la lotta su chi realmente conta – aziende, politica, altri poteri – in una prospettiva che è e dev’essere sociale, economica e politica. È il modello vigente, che non funziona, innanzitutto quello economico, al quale però tutta la politica parlamentare è uniformata.

Per questo non posso proprio sopportare le lodi di Renzi o il rimpianto che non sia passata la linea – più di sinistra – di Civati, o chi per lui. Tutte le forze politiche presenti in Parlamento – in gran parte anche il Movimento 5 Stelle – sono sottomesse all’ideologia del mercato, responsabile dello sfacelo, in primo luogo umano e ambientale, cui stiamo andando incontro, e le ricette proposte per uscire dalla crisi economica costituiscono un piede fieramente pigiato sull’acceleratore della devastazione e dell’avvelenamento.

Della Terra, e nostro. Il che fa di noi dei condannati. Almeno finché non prenderemo in considerazione l’idea di cambiar strada. Alle elezioni, naturalmente, e dal basso – com’è di moda dire – nella nostra vita quotidiana. Senza buonismi o autoindulgenze, che la situazione è grave.

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Dissesto

Dissesto
(Filastrocca, Italia, 2014)

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Terra che trema,
terra che frana
avvelenata,
stupida trama,
un po’ spompata,
dicono esausta
ma si va avanti,
la si calpesta
con i palazzi
di cartapesta,
con i binari,
con i trafori,
con gli altri fori,
con gli altiforni,
con le centrali,
con il carbone,
coi militari

a_alta.jpg(Spara, dai, spara
Spala, dai, spala)

Con i turisti
da trarre in salvo,
coi cittadini
presi in ostaggio
Chiudi la strada,
compra stivali,
toglili al gatto,
tappa la falla,
prendi e puntella,
compra barella,
ti succhia e affoga,
macchia la giacca

[Mario Badino – 25 gennaio 2014]

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>>> Questa poesia è stata pubblicata all’indirizzo ziapoe.noblogs.org.

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