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L’approvazione del «pacchetto sicurezza», che reintroduce in Italia alcune misure caratteristiche delle leggi razziali, è oggi l’emergenza maggiore che il nostro Paese deve affrontare, il punto più basso al quale siamo giunti da quando Berlusconi e i suoi amici hanno ripreso in mano le redini del potere. Tuttavia, quasi fuori tempo massimo, voglio spendere qualche parola circa la grande manifestazione che si terrà a Vicenza, domani 4 luglio, contro la costruzione della base americana al Dal Molin. Dico subito che questa volta, con mio grande dispiacere, non potrò essere presente, ma invito di cuore tutte e tutti quell* che potranno a partecipare, perché la vicenda vicentina mostra, più di ogni altro esempio di mobilitazione popolare, la cruda ingiustizia dell’imporre dall’alto, sulla pelle dei cittadini, una struttura e un modello in nessun modo condivisi con la popolazione. La base, a Vicenza, è contestata perché strumento di morte: nonostante Obama sia più simpatico di Bush, infatti, la politica estera statunitense non è cambiata e dalla pista del Dal Molin partiranno, senza che il governo italiano, quand’anche volesse, possa farci qualcosa, i cacciabombardieri che negli ultimi anni si sono macchiati di tanti massacri di civili inermi in Afghanistan e in Iraq. Continua a leggere
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