Lettera aperta: i soldati in strada col mitra spianato aiutano a fare chiarezza

 
 Questa è una lettera aperta che scrivo ai comandi delle caserme militari, alla società civile e, per conoscenza, al ministro della guerra, signor Ignazio La Russa.
 Nei giorni scorsi mi è capitato più volte di vedere
ad Aosta, in piena città, convogli militari formati da blindati con tanto di soldato armato di mitra in torretta. Si tratta, immagino, di mezzi di ritorno da qualche esercitazione e non intendo seriamente contestare il diritto dell’esercito a utilizzare le pubbliche vie per spostare i propri veicoli.
 Mi ha fatto una certa impressione, però, vedere i militari ritti sulla cima dei mezzi, armati, col passamontagna verde a nascondere il volto. Mi ha turbato, perché si tratta di contesti urbani, quotidiani, luoghi nei quali non sono abituato a vedere certe immagini. Si tratta delle strade di tutti, dei bambini in bicicletta già fin troppo fascinati dalle armi, e anche di chi si porta dentro ferite dovute alla violenza o alla guerra. Si tratta di luoghi civili, di pace. Continua a leggere

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Cappuccetto Rosso 2.0.

 
 Sembra che il ministro della Pubblica istruzione, signora Mariastella Gelmini, stia per sposarsi e scrivere un libro di fiabe.
 Non ho capito se una cosa è propedeutica all’altra, ma ho ben chiaro in mente a quale personaggio s’ispira il ministro: il lupo.
 
 Quella che segue
è una fiaba che avrebbe potuto scrivere lei, però l’ho scritta
io. La domanda sorge, allora, spontanea: potrei fare il ministro? E il
lupo?
 
 Cappuccetto Rosso 2.0.
 
 C’era una volta
una bambina che si vestiva di rosso ma non era comunista, vestiva di
rosso e basta. Aveva un cappuccio che si metteva in testa quando si
sentiva in imbarazzo, ad esempio durante le interrogazioni e i compiti
in classe. Qualcuno diceva che nel cappuccio c’era una trasmittente per
i suggerimenti, ma nessuno aveva mai controllato. Tutti, senza
eccezione, la chiamavano Cappuccetto Rosso.
 
 «Dove pensi di andare?» le disse la mamma una mattina, mentre la bambina usciva con un panierino pieno di libri. Continua a leggere

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Gaza. Restiamo Umani: Vittorio Arrigoni in tour

 
 Vittorio Arrigoni, rientrato in Italia da Gaza, dove ha vissuto i bombardamenti di dicembre e gennaio, che hanno fatto strage di 1400 esseri umani, e l’embargo israeliano (tutt’ora in corso) che affama la Striscia, sta portando avanti una tournée di presentazione del suo libro, «Gaza. Restiamo umani», resoconto dei giorni terribili in cui il «Piombo fuso» cadeva dal cielo, scaricato dai cacciabombardieri di Israele.
 Quello che segue è il calendario degli appuntamenti italiani (il 14 dicembre Vik sarà ospite del circolo Arci di cui faccio parte, l’espace populaire di Aosta).
 Le date sono molte (sto cercando di aggiornarle in tempo reale), perciò dovrebbe essere facile per tutt* trovarne una non troppo lontana. Invito dunque ad approfittare di una testimonianza straordinaria e ricordo che
«chiunque intenda partecipare», come dice Vittorio nelle sue e-mail, «è pregato di portare con
sé almeno una persona che di Gaza e Palestina sa poco o nulla, o ha le idee
confuse. Perché comprendere significa condividere»
.
 
 
Bulciago (Lecco), giovedì 29 ottobre alle ore 21, presso la biblioteca comunale Giovanni Paolo II, piazza Aldo Moro.
 Bologna, lunedì 2 novembre alle ore 20, presso il vag61 di via Paolo Fabbri, 110.

 Ferrara, martedì 3 novembre alle ore 21 nella Sala Estense (piazza municipale).
 Firenze, venerdì 6 novembre alle ore 19 presso il cinema Odeon.
 Cagliari:
 giovedì 12 novembre alle ore 16.30 presso il Teatro dei Ciechi (Facoltà di Scienze politiche);
 giovedì 12 novembre alle ore 21.45, in via Lamarmora, 45 (organizzano Amnesty International Cagliari e Università di Cagliari).
 Iglesias: venerdì 13 novembre alle ore 17 presso l’Archivio storico comunale sito in via delle Carceri;
 Loc. Funtana Marzu, sabato 14 novembre alle ore 9, presso il Liceo di scienze sociali;
 Genova:
 
venerdì 20 novembre alle ore 17, in piazza Alimonda, incontro con il comitato piazza Carlo Giuliani.
 venerdì 20 novembre alle ore 18, presso il circolo Arci Zenzero, via Torti, 35, conversazione pubblica con Vittorio Arrigoni, Gabriele Taddeo (presidente Arci Genova), Bice Parodi (associazione «Senza paura. Restiamo umani»), Haidi Giuliani.
 venerdì 20 novembre alle ore 20.30 presso la biblioteca Berio, Sala dei Chierici via del Seminario, 16, dibattito pubblico con Vittorio Arrigoni, Angela Lano (direttrice dell’agenzia di stampa Infopal).
 sabato 21 novembre alle ore 15, via Monticelli, 25 rosso (civico 9), sede del Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus.
 sabato 21 novembre alle ore 17.30 presso la libreria Books in the Casba, via Pre, 137.
 Vedi il programma genovese QUI.
 Roma, martedì 24 novembre alle ore 21 al csoa Forte Prenestino, via Federico Delpino, Centocelle.
 
Pisa, mercoledì 25 novembre alle ore 21 al circolo Agorà, via Bovio, 50.
 Brindisi, giovedì 26 novembre, ex Csm, via Annunziata, 17.
 Lecce, venerdì 27 novembre, libreria Icaro, via Liborio Romano angolo via Trinchese.
 San Vito dei Normanni (Brindisi), sabato 28 novembre, libreria Icaro, via Cavour, 2 (traversa del corso).
 
Torre Santa Susanna (Brindisi), domenica 29 novembre, sala convegni Cgil, piazza Umberto 1.
 Taranto, lunedì 30 novembre, biblioteca comunale, piazza Dante, zona Bestat.
 Foggia
 martedì 1° dicembre, biblioteca provinciale, presso la stazione ferroviaria.

 mercoledì 2 dicembre, alle ore 21, cinema Falso Movimento, via Campanile, 10.
 Ascoli, giovedì 3 dicembre, sala docens del Cup (Consorzio Universitario piceno).
 Jesi (Ancona), venerdì 4 dicembre, alle ore 18, presso il csa TNT, Via Politi.
 Pesaro, venerdì 4 dicembre, alle ore 21, presso il csa Oltrefrontiera, Via Leoncavallo, 15 (Villa S. Pesaro).
 Ancona, sabato 5 dicembre, alle ore 17.30, Ambasciata dei Diritti Marche, via Urbino, 18.
 
Torino, mercoledì 9 dicembre, alle ore 21.00, presso il csoa Askatasuna, Corso Regina Margherita, 47. Con Vittorio Arrigoni interverrà anche Alfredo Tradardi di International Solidarity Movement Italia.

 Aosta, lunedì 14 dicembre, alle ore 21.30, presso il circolo Arci espace populaire, via J-C. Mochet, 7.
 
Milano, mercoledì 16 dicembre, alle ore 21.00, presso il centro sociale Vittoria, via Murartori angolo via Friuli.
 Torino, giovedì 17 dicembre, dalle 14 alle 16, presso l’aula N, in via Plana, 10. A cura del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Torino. Con Vittorio Arrigoni interverranno la professoressa Diana Carminati («Brevi note sulla storia del sionismo») e la professoressa Franca Balsamo (coordinatrice).
 Ivrea (Torino), giovedì 17 dicembre, alle ore 21.00, presso la sala Cupola del Centro culturale multimediale La Serra, in corso Botta, 30. Con Vittorio Arrigoni interverrà anche Alfredo Tradardi di International Solidarity Movement Italia.
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Caso Marrazzo: non mi sono rincoglionito (precisazione)

 Siccome il mio articolo Piero Marrazzo. Ultime notizie dal regime.
ha avuto una discreta fortuna di visite (più di 500 in pochi giorni)
sono piuttosto imbarazzato nel precisare di essere partito in quarta
prima di conoscere alcune informazioni. Il presidente della Regione
Lazio, per cominciare, aveva già ammesso le sue frequentazioni, cosa
che non sapevo al momento della pubblicazione dell’articolo. In secondo luogo – il che mi sembra più rilevante – ha ammesso di aver tentato di pagare i ricattatori per mettere tutto a tacere, il che naturalmente è inaccettabile, soprattutto da parte di un amministratore pubblico.
 Il tono che ho utilizzato nell’articolo tende un po’ troppo a trasformare Marrazzo in una sorta di perseguitato, ma in realtà non era neppure mia intenzione difendere il governatore del Lazio. Volevo invece mettere in evidenza le differenze rispetto al caso Berlusconi (credo che in questa luce l’articolo possa ancora essere letto).
 Nel caso del (poco) cavaliere, infatti, la corruzione trasforma i favori (sessuali, ma non solo) in candidature o posti in tivù, cioè si erge a sistema di governo,
ciò che non avviene con Marrazzo. Limitatamente all’aspetto sessuale
della vicenda, questo secondo scandalo è ingiustificato, se si basa
sulla censura di comportamenti o gusti personali e in
quanto tali privati. Per tutto il resto, i rilievi penali della
questione sono un argomento che la magistratura deve valutare.
 Nessuno mi toglie dalla mente, in ogni caso, che sia interesse del capo del governo
(e padrone della maggior parte dei media) allontanare l’attenzione
dalle sue disavventure montando un caso mediatico che porti non a
biasimare la ricattabilità di un amministratore, ma a mettere tutto nello stesso calderone (Pd e Pdl, Marrazzo e villa Certosa), al fine di minimizzare i comportamenti del premier dietro l’alibi di un improponibile «così fan tutti». Continua a leggere

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PD: vince D’Alema

 
 Vince D’Alema, allora; o sono cattivo e in realtà ha proprio vinto Bersani? Il candidato che non ha avuto paura a dire la parola «sinistra» sarà anche quello che si alleerà con Casini, finendo di traghettare la sinistra parlamentare verso il centro?
 
 Ha vinto Bersani, quello degli inceneritori, a dimostrazione che la politica economica delle destre e delle sinistre è sempre più somigliante.
 
 Dirà ora Bersani, sul lavoro e sui diritti civili, quel «
qualcosa di sinistra» che a suo tempo D’Alema non disse?
 
 Al nuovo segretario del Pd i miei migliori auguri di buon lavoro.
 
 Continueremo a seguire ognuno la propria strada. Come due rette. Continua a leggere

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«Nobel» Obama e la politica di pace

 
 Lo chiamerò «Nobel Obama»,
un poco a modo di sfottò, un po’ per ricordare le attese del mondo nei
confronti del presidente Usa che, nelle intenzioni, dovrebbe far
ci dimenticare la politica guerriera di Bush. Se con l’amministrazione Obama gli Stati uniti sono alla ricerca di una nuova pax Americana non so; quello che so è che è stato raggiunto l’accordo con la Colombia per l’installazione di basi americane in America latina (leggi l’articolo di PeaceReporter); quello che so è che la base di Vicenza è sempre una priorità dell’esercito stelle e strisce; quello che so è che un drone americano ha da poco mietuto decine di vittime e numerosi feriti in Pakistan (Paese col quale gli Usa non sono in guerra), a quanto si dice tutti talebani.
 
 Persino dove l’impronta obamiana si è fatta sentire davvero, la cancellazione del progetto di scudo antimissile che aveva portato a una nuova escalation di tensione tra Usa e Russia, non sembra detta l’ultima parola, con l’ambasciatore Usa presso la Nato che – più o meno all’indomani del nobel a Obama – in un’intervista al quotidiano La Stampa rivendicava il ruolo dell’Italia in un nuovo sistema antimissile pensato in chiave anti-iraniana. Continua a leggere

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Piero Marrazzo. Ultime notizie dal regime.

 
 
E, poco prima dell’alba, il plotone si mise in marcia per raggiungere il luogo dell’esecuzione.
 


 
Una precisazione prima dell’articolo
 
 Il post
che segue ha avuto una discreta fortuna di visite (più di 500 in pochi giorni)
e io sono piuttosto imbarazzato nel precisare di essere partito in quarta
prima di conoscere alcune informazioni. Il presidente della Regione
Lazio, per cominciare, aveva già ammesso le sue frequentazioni, cosa
che non sapevo al momento della pubblicazione dell’articolo. In secondo luogo – il che mi sembra più rilevante – ha ammesso di aver tentato di pagare i ricattatori per mettere tutto a tacere, il che naturalmente è inaccettabile, soprattutto da parte di un amministratore pubblico.
 
Il tono che ho utilizzato tende un po’ troppo a trasformare Marrazzo in una sorta di perseguitato, ma in realtà non era mia intenzione difendere il governatore del Lazio. Volevo invece mettere in evidenza le differenze rispetto al caso Berlusconi (credo che in questa luce l’articolo possa ancora essere letto).
 
Nel caso del (poco) cavaliere, infatti, la corruzione trasforma i favori (sessuali, ma non solo) in candidature o posti in tivù, cioè si erge a sistema di governo,
ciò che non avviene con Marrazzo. Limitatamente all’aspetto sessuale
della vicenda, questo secondo scandalo è ingiustificato, se si basa
sulla censura di comportamenti o gusti personali e in
quanto tali privati. Per tutto il resto, i rilievi penali della
questione sono un argomento che la magistratura deve valutare.
 
Nessuno mi toglie dalla mente, in ogni caso, che sia interesse del capo del governo
(e padrone della maggior parte dei media) allontanare l’attenzione
dalle sue disavventure montando un caso mediatico che porti non a
biasimare la ricattabilità di un amministratore, ma a mettere tutto nello stesso calderone (Pd e Pdl, Marrazzo e villa Certosa), al fine di minimizzare i comportamenti del premier
dietro l’alibi di un improponibile «così fan tutti».

 
 Piero Marrazzo. Ultime notizie dal regime.
 

 Ora,
io non so se Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, sia uso praticare o meno transessuali.
 Sono cose che riguardano lui e, al limite, la sua famiglia.
 Facciamo due ipotesi.
Una: è tutto vero. E allora? Cambia qualcosa alle qualità dell’uomo
politico? Se ha fatto bene fin qui non c’è nessuna ragione per cui lo
scandalo debba travolgere il suo lavoro. Se fin qui ha fatto male, non
è uno scandalo sessuale che fa la differenza. Invece, ci si permette d’infangare un essere umano nel nome di una morale bigotta, venduta come l’unica possibile.
 Seconda ipotesi: non è vero niente. E Marrazzo è vittima
due volte: come politico, visto che si è autosospeso, e come essere
umano, che teme di perdere la propria dignità e magari la famiglia.
Sono queste le cose con cui gioca chi non si fa problemi a gettar fango addosso agli altri. Continua a leggere

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