Ama il prossimo tuo

 
 Finirà per sembrare una scusa, ma il tempo mi manca sempre.
 In più, non amo scrivere a vanvera (non dico di non averlo mai fatto), perciò prima di fare un post preferisco documentarmi e riflettere.
 Di conseguenza, la storia della mia vita religiosa la scriverò un’altra volta (ho ricevuto un’educazione cattolica,
lentamente me ne sono allontanato); la voglio raccontare perché mi permette di ragionare su ciò che sta avvenendo nella Chiesa, non certo limitatamente alla questione della pedofilia.
 Oggi mi accontenterò di dire che non riesco a capire posizioni come quelle vaticane, volte a coprire scandali che – opportunamente denunciati – non avrebbero su chi crede le conseguenze devastanti che produce l’immagine di una Chiesa distante dai propri fedeli, concentrata perennemente a far altro, dalla cura delle relazioni politiche ed economiche alla rivendicazione di un’etica inventata che non trova riscontro neppure nelle Scritture e non può essere proposta ragionevolmente come assoluta, neanche da parte di chi crede in un Dio eterno e immutabile.
 M’infastidisce molto il modo con cui il signor Ratzinger si rivolge alla società, come se tutti condividessero la visione del mondo cattolica, come se i principi di una società laica non fossero scritti a chiare lettere nelle Costituzioni degli Stati democratici. Continua a leggere

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Mussolini sbagliò: gli italiani erano già suoi

 
 A dispetto di quanto detto ieri (il blog starà fermo qualche giorno) devo assolutamente dire qualche parola sugli esiti elettorali. Che le elezioni fossero regionali non ha la minima importanza: erano state trasformate nel solito banco di prova per la tenuta di Berlusconi e della (estrema!) destra e come tali vanno trattate. Risultato: agli italiani Berlusconi piace e devo dire che Mussolini, quando vietò tutti quei partiti che non erano il suo, fece una cosa inutile, prima che sbagliata, perché agli italiani PIACE salire sul carro del vincitore.
 Capisco benissimo (e condivido) il disgusto che ha tenuto moltisismi elettori lontani dalle urne per il degrado della politica italiana e per una scelta impossibile tra Pidielle e Pidisenzaelle. Lo capisco ma non lo giustifico: l’astensione può essere un segnale solo se è generale, ma sapevamo tutt@ che le destre hanno i loro sostenitori entusiasti e i loro clientes, perciò chi non ha votato ha contribuito a consegnare il Paese – legato mani e piedi – a Berlusconi e a Bossi, a quello schieramento che sembrava perdere pezzi sotto il peso degli scandali e della (dolorosa) crisi economica e che oggi, anticipando la Pasqua, sembra risorgere. Continua a leggere

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Sappiate che

 
 Sappiate che nei prossimi giorni non avrò facilità di accesso a internet e aspettatevi almeno una settimana di inattività più o meno completa del blog.
 Chiamatele, se vi pare, vacanze di Pasqua.
 Naturalmente non si tratta di una legge rigida e magari domani stesso pubblicherò un nuovo articolo.
 

 
^°°^

 


 Prima di lasciarvi, in realtà, avrei voluto parlare dell’inceneritore attualmente in previsione ad Aosta (alla fine anche questa giunta ha optato per l’incenerimento dei rifiuti).
 Non faccio in tempo, ne parlerò tra qualche giorno.
 In proposito, intanto, vi rimando QUI e, se avete Facebook, v’invito a iscrivervi al gruppo NO al pirogassificatore!!. Continua a leggere

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Mobilitarsi contro un’opera inutile: la strada per Comboé

 
 Attenzione: trovate dati più aggiornati QUI
 Faccio parte
degli Amici del Vallone di Comboé, un insieme di cittadini in lotta per la tutela di un meraviglioso vallone alpino, un angolo di paradiso ancora incontaminato, minacciato dalla costruzione di un’opera inutile, una strada poderale che dovrebbe servire – pensate un po’ – un unico alpeggio attivo due mesi all’anno, aiutando i suoi conduttori negli approvigionamenti.
 L’alpeggio è del comune di Charvensod (Aosta)
, che pensa di costruire la strada con soldi pubblici, aggredendo con vari tornanti un "gradino" glaciale, lungo un itinerario esposto a un’imponente frana, per poi addentrarsi nel vallone vero e proprio, splendida Zps (zona a protezione speciale) per la ricchezza della fauna), all’interno della quale il torrente Comboé serpeggia in mezzo ai prati, originando un’importante zona umida.
 Lo scorso 18 marzo, il Consiglio di Stato ha bocciato un pronunciamento del Tar della Valle d’Aosta, che aveva accolto il ricorso di Legambiente contro la strada e impedito l’inizio dei lavori. La strada
dunque è stata approvata dal massimo grado di giudizio previsto dall’ordinamento giuridico italiano e non c’è più spazio per nuovi ricorsi. L’unica lotta possibile è ora legata alla protesta e alla sensibilizzazione delle persone, contro una strada che costerebbe un sacco di soldi pubblici e segnerebbe un incantevole vallone montano, senza procurare benefici significativi alla comunità.
 Copincollo l’invito degli Amici del Vallone di Comboé a partecipare in massa alla prossima Marcia a piedi a Comboé, domenica 20 giugno 2010.
 Tornerò sull’argomento a ridosso dell’iniziativa.
 

 Sesta Marcia a piedi a Comboé
 dal blog amicicomboe

 
 Vedremo poi se mettere il lutto al braccio per la sentenza
del Consiglio di Stato
o rinnovare il nostro entusiasmo nella
lotta, però quest’anno alla sesta Marcia a piedi a Comboédomenica 20 giugno 2010 – dobbiamo proprio esserci tutti.
 
Prima di tutto perché potrebbe
essere l’ultima occasione di vedere il vallone ancora incontaminato; e
poi perché abbiamo bisogno di dimostrare che le nostre ragioni
non sono meno valide ora che una sentenza ha bocciato il nostro ricorso.
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L’erta

 
 Il Purgatorio di Dante siede sull’erta delle Côtes de Gargantua, nella fatica di salire un passo dietro l’altro, che mi purifica e guadagna qualche barlume d’idea, ma non mi basta a cancellare il mal di testa. E come il pellegrino dantesco salito in cima al monte, cerco il mio Eden nel cerchio di montagne che mi cinge.
 Accidenti al vento, però, e maledetti i palazzoni del fondovalle! Continua a leggere

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Giustizia e diritti, non eserciti

 Aosta, piazza Chanoux con le bandiere delle delegazioni

 A un giorno
dalla chiusura dei Giochi militari mondiali di sport invernali (Valle d’Aosta, 20-25 marzo), pubblico un commento dell’amico Giancarlo Rosso, membro della sezione valdostana del Movimento Internazionale per la Riconciliazione (Mir).
 Gli esercitiè il messaggio – non sono costruttori di pace e solo la politica (concetto diverso dal teatrino indecente osservabile ogni giorno nei nostri telegiornali, ndr) può portare a una «pace vera e duratura, fondata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani».
 
 Il commento:
 
 Ospitare una manifestazione sportiva internazionale può sicuramente rappresentare, per la nostra Regione, un’opportunità pubblicitaria di portata mondiale.
 È, viceversa, discutibile quale manifestazione sia corretto e dignitoso sponsorizzare.
 Nel caso dei Giochi Mondiali Militari ritengo ci siano almeno tre punti da evidenziare.
 Si deve ritenere sia giusto e meritevole, per una regione democratica e sostenitrice dei diritti umani, ospitare in un clima a-critico e di festa eserciti provenienti da Paesi dittatoriali che violano quotidianamente i diritti umani, civili e sociali come pure quelli delle minoranze etniche come l’Iran (si vedano le repressioni interne) o la Cina (si veda l’occupazione e la repressione nel Tibet peraltro condannata dall’Assemblea delle Nazioni Unite)?
 Perché cercare di legittimare gli eserciti, i quali sono storicamente fautori di guerre e di distruzione, rendendoli “buoni e pacifici” agli occhi dell’opinione pubblica attraverso etichette fuorvianti quali “portatori di pace”? Occorre fare chiarezza: la pace vera e duratura, fondata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani, non è mai stata conseguita dagli eserciti ma dalla Politica. Laddove la Politica è inconsistente o fallisce, la parola passa alle armi che non portano la pace ma al massimo a una tregua. È d’altro canto dimostrato che lo stesso peace-keeping (mantenimento della pace) risulta efficace solo se fondato su solidi accordi politici…
 Infine, a fronte di un milione e trecentomila euro spesi per la manifestazione, sarebbe responsabile da parte dei politici che l’hanno fortemente voluta, dare un rendiconto all’opinione pubblica dei costi-benefici derivanti dall’evento para-bellico.
 
 Cordiali saluti.
 
 Giancarlo Rosso
 Movimento Internazionale per la Riconciliazione – Sezione Valle d’Aosta
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«timori per l’ordine pubblico»

 
 Che cosa doveva succedere ad Aosta, secondo il quotidiano La Stampa, in
occasione dell’apertura (sabato 20 marzo) dei primi Giochi mondiali
militari invernali?
 Che cosa doveva succedere secondo la questura, che ha mobilitato circa
250 agenti delle varie forze dell’ordine per mantenere il controllo di
una piazza che più pacifica non poteva essere?
 «E alla fine, nessun incidente», scrivono Daniele Genco e Stefano Sergi
nell’edizione di domenica 21 (primo giorno di primavera, auguri!), «ma
soltanto qualche timida e pacifica contestazione alla Cina e all’Iran». I
giornalisti sembrano stupiti, mentre commentano la cerimonia «che
aveva suscitato timori per l’ordine pubblico».

 Timori.

 Ho scritto tre articoli in cui criticavo l’ipocrisia di chi presenta
gli eserciti come portatori di pace e la faccia tosta di chi da tutti i
telegiornali tuona contro l’Iran, o contro il mancato rispetto dei
diritti umani in Cina e poi accoglie come se nulla fosse le delegazioni
militari(!) di quegli Stati, con tanto di epistola del ministro Meloni
che esalta la «meglio gioventù» in divisa.
 Questi articoli mi sono valsi (ero indeciso se raccontarlo, ma non
credo ci sia niente di male
) una telefonata della Digos che ha voluto
incontrarmi, convinta che fossi una specie di capo-organizzatore della
protesta. Devo ammettere che i due agenti sono stati gentili, ma ciò che
trovo strano è che le mie argomentazioni (di cui nessuno, tengo a
precisarlo, mi ha contestato la legittimità
) mi siano valse il titolo di
organizzatore quando, l’ho detto altrove, per motivi personali non avrei
neppure partecipato al volantinaggio di protesta. Continua a leggere

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