Report della giornata del 17/07/10 a Novara contro le spese militari e la guerra

 
 Ho visto al telegiornale il ministro della pubblica istruzione (sic: il titolo è quello), Mariastella Gelmini, a un’esposizione di novità aeronautiche militari in Gran Bretagna. Il servizio vantava l’eccellenza di alcune produzioni italiane, fra le quali un drone da ricognizione e non ricordo cos’altro.
 Che ci faceva il ministro della pubblica istruzione (la delega è quella) a una kermesse militaresca? Mi sembra sintomatico dello stato attuale della politica.
 
 Pubblico "invece" il report della giornata di sabato, a Novara, contro le spese militari e la guerra,
a cura
dell’Assemblea Permanente NO-F35
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 Report della giornata del 17/07/10 a Novara contro le spese militari e la guerra

 a cura di Assemblea Permanente NO-F35 (Novara)
 
 Sabato sera si è conclusa la giornata promossa dall’Assemblea Permanente NO F-35, che si è tenuta nel salone del circolo Banditi di Isarno a Novara con la presenza di realtà organizzate del Piemonte, della Lombardia, della Liguria e della Toscana.
 
 Il dibattito si è sviluppato partendo dalle difficoltà che il Governo incontra per attuare i vari progetti (sospensione per l’acquisto dell’ultima trance degli Eurofighter e non rientro delle commesse già preventivate a industrie belliche italiane per l’F-35).
 
 Nonostante queste difficoltà, e con due anni di ritardo rispetto al programma, si dà inizio alla costruzione del FACO (linea di assemblaggio) all’interno della base di Cameri, assegnando il primo appalto per ben 185 milioni di Euro (circa 370 miliardi delle vecchie lire) alla ditta Maltauro di Vicenza. La Maltauro è un’azienda già nota nell’ambito di costruzioni in basi militari; era tra l’altro anche dentro il progetto C.A.S.E. in Abruzzo, e coinvolta in losche vicende di tangenti e relazioni con la cricca e la mafia.
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Opere inutili e ideologia unica

 
 Opere inutili e ideologia unica, s’intitola questo post: ideologia unica devastante, con buona pace di chi certi sistemi economico-filosofici li aveva dati per morti. Dico del liberismo, che sopravvive a tutto, anche a quella crisi finanziaria che avrebbe dovuto ridisegnare le regole dei mercati. A distanza di alcuni mesi dai proclami (non soltanto) obamiani, quelle banche cui i soldi pubblici (semplifico: i miei, i nostri) hanno evitato il fallimento ricominciano con i giochetti e le pretese di indicare la giusta rotta; le imprese che godono e hanno goduto di sgravi fiscali e altri incentivi pretendono di calpestare qualsiasi criterio di utilità sociale: «Non siamo associazioni caritatevoli», sembrano sussurrare. Però i fondi pubblici se li sono presi.
 È naturalmente il caso della Fiat, che a Pomigliano ha imposto di rinunciare ai diritti (malattia, sciopero) in cambio di lavoro; la stessa Fiat che chiude Termini Imerese e sembra voler abbandonare il meridione d’Italia. Ma sorge spontanea la domanda: quanti miliardi di soldi pubblici (miei, nostri, nuovamente) erano stati dati – direttamente o meno – alla casa automobilistica di Torino perché investisse nelle aree meno sviluppate del Paese? Può davvero Fiat smontare baracca e burattini senza restituire il maltolto?
 Certo, per imporre politiche aziendali più eque ci vorrebbe un governo diverso, che non identifichi il bene comune con l’interesse di certi settori della società, praticando in tal modo distinzioni «di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche (vedi tessera Fiom, ndr), di condizioni personali e sociali». Un governo capace (e desideroso) di imporre almeno alcune regole in cambio dell’aiuto alle aziende; regole che non possono essere quelle del mercato e del liberismo, ma dovranno essere in linea con le leggi dello Stato e i principi sanciti dalla Costituzione, ad esempio la concezione del lavoro come un diritto.
 Un governo capace di chiedere contropartite alle imprese che aiuta o che salva: ad esempio uno stop alla precarizzazione delle formule contrattuali, che non significa flessibilità, ma vite precarie; ad esempio uno stop alle delocalizzazioni; ad esempio uno stop ai licenziamenti.
 Un governo che non è certo quello del Presidente senza Consiglio, che ha detto di voler campare fino a 150 anni, ma neppure delle attuali, sedicenti, opposizioni parlamentari, con il piddì che ha appena proposto un comitato a favore della privatizzazione dell’acqua; un partito senz’anima guidato da quel Bersani che ha equiparato i termovalorizzatori alle energie rinnovabili; il movimento che spinge per l’alta velocità in Val di Susa, quello che mai e poi mai si è opposto alle opere milionarie o alle spese militari.
 Nella piccola Aosta (35mila abitanti) la giunta composta da partiti autonomisti e Pdl ha condotto la propria campagna elettorale, conclusasi con la vittoria alle comunali dello scorso 23 maggio, all’insegna delle grandi opere, fra cui brillerebbe per idiozia una bella metropolitana: poco più di un chilometro di linea sotterranea per attraversare il capoluogo – peraltro lungo il lato corto. Circa 4 minuti di percorrenza per evitarne 20 a piedi, con una stazione di capo e una di coda, rispettivamente presso l’ospedale regionale e il piazzale della cabinovia che conduce alla stazione sciistica di Pila. Un’unica fermata intermedia, a metà percorso, in corrispondenza di piazza della Repubblica. Spesa prevista: 50 milioni di euro. Più anni e anni di disagio per i cittadini, visto che il centro storico diventerebbe un cantiere.
 Ovviamente, ora che le elezioni sono avvenute, della metropolitana (People Mover, l’hanno chiamata) non parla più nessuno, il che non saprei dire se è segno buono o cattivo. Spesso le opere partono in sordina e la cittadinanza viene presa in contropiede.
 Bisogna vigilare, perché non occorre essere dei geni per capire che una linea di metropolitana interrata per una città di appena 35mila abitanti è il classico esempio di opera inutile, resa interessante agli occhi di alcuni dall’ideologia unica cui si accennava sopra, quella degli appalti milionari.
 Per cambiare le cose non basta cambiare governo, nazionale o locale, e, se Dio vuole, Berlusconi non camperà veramente fino ai 150 anni. Per cambiare le cose bisogna avere/pensare un’alternativa da proporre: ricordare, almeno a sinistra, che anche senza fare la rivoluzione armata del proletariato (in questi ultimi anni siamo diventati tutti nonviolenti), se il sistema è iniquo bisogna cambiare sistema, non cercare di pettinarlo per renderlo più presentabile.
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Perché le mucche

 
 Perché quando una cosa non funziona alcuni dicono che «va in vacca»?
 Che cos’han fatto di così vergognoso le mucche per essere elette a simbolo negativo?
 Perchée qui si sfiora la filosofia – attribuiamo agli animali modelli e comportamenti umani?
 Se l’Italia andasse veramente «in vacca», potremmo stare tranquilli; chi siede a Palazzo Grazioli (ex Chigi) avrebbe lo sguardo limpido e fiero dei ruminanti qui sopra.

 Purtroppo l’Italia non è «in vacca», ma è preda di boss bipedi e altri faccendieri, umanissimi tutti, senza un briciolo di bovina dignità.
 Se il post vi sembra sciocco, avete ragione, ma non invocate l’afa o l’estate: si è trattato di un semplice pretesto per pubblicare la foto.
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Granparadiso estate: gli annali della Marcia

 
 Pubblico in questo spazio il nome di tutte le persone che hanno partecipato alle varie edizioni della Marcia Granparadiso estate, iniziativa che si disputa ogni anno a Cogne (Aosta) la seconda domenica di luglio. Per ogni annata, riporterò anche la classifica con i tempi di percorrenza dell’itinerario. Questo post sotituisce la sequela di PDF fin qui allegati in disordine nel blog.
 
 Ricordo la possibilità di iscriversi, su Facebook, al gruppo Marcia Granparadiso estate/AICRAM Granparadiso
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 Edizione 2010: VII Marcia Granparadiso estate (Cogne, 12 luglio 2010)

 
 Classifica generale
 
 
1) Barbara
Tutino
(Valnontey, Aosta) – 7h40′;
 2 ex aequo) Gianni
Di
Mambro
e Nunzia Di Lanna (Saint
Pierre, Aosta
) – 8h41′;
 4) Henry Doran (Bethesda, Maryland) – 8h55′;
 5) Mario Badino (Aosta) – 9h05′;
 6 ex aequo) Laurent Vicquéry (Sarre, Aosta), Simone
Soldà
e Wilma Cheillon (Valpelline, Aosta) – 10h05′;
 9) Vally Lettry (Gimillan, Aosta) – 10h10′;
 10) Louis Ronchail (Aymavilles, Aosta) – 10h14′.
 [All’ultimo arrivato è stata consegnata la coppa offerta dal circolo Arci Espace Populaire di Aosta]
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Assemblea Permanente NO F-35: Contro le spese militari e l’aggravamento delle condizioni di vita dei cittadini.

 

 Ricevo e volentieri rilancio questo comunicato dall’Assemblea Permanente NO F-35 di Novara, che promuove un convegno nazionale per questo sabato, 17 luglio, «contro le spese militari e l’aggravamento delle condizioni di vita dei Cittadini». NB: il link che rimanda all’articolo sulla ditta appaltatrice della base di Cameri, la Maltauro di Vicenza, è mio.
 
 Contro le spese militari e l’aggravamento delle condizioni di vita dei cittadini
 Assemblea Permanente NO F-35
 
 L’Assemblea Permanente NO F-35 promuove un Convegno Nazionale a Novara per il 17 luglio 2010 presso la sede del Circolo Banditi di Isarno (Via Martiri di Isarno, Fr. Vignale-Novara) sul tema: «Contro le spese militari e l’aggravamento delle condizioni di vita dei Cittadini».
 
 All’iniziativa sono invitati i Cittadini, i Comitati e le Associazioni che da anni si battono contro la guerra, contro le Basi militari e le “Fabbriche della Morte” presenti sul territorio nazionale e per varare un calendario di iniziative locali sino ad arrivare a una scadenza centrale.
 
 Dobbiamo tener conto che le spese militari programmate sono quantificate attorno ai 29 miliardi, che escono dalle tasche dei cittadini (5 miliardi in più dell’ultima finanziaria), e saranno la causa principale dell’aggravamento generalizzato delle condizioni di vita della popolazione.
 
 Promuovere l’opposizione a queste enormi spese militari vuol dire prendere coscienza che qui, presso la base aerea di Cameri è stato assegnato l’appalto per 150 milioni di euro (circa 300 miliardi delle vecchie lire) alla ditta Maltauro di Vicenza per la costruzione del capannone della FACO (futuro centro di assemblaggio dell’F-35), con ricadute quasi nulle sul territorio. Sbugiardando così la propaganda bipartisan dei partiti istituzionali.
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Nave libica tenta di rompere il blocco di Gaza. La marina israeliana la circonda.

 Aggiornamento: La nave libica ha fatto rotta sull’Egitto, accettando il diktat israeliano.



 Non ne so ancora molto, ma la notizia è autentica perché mi è stata inoltrata da Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano per i diritti umani che in questo momento si trova a Gaza, il quale ha passato ai propri contatti QUESTO LINK, cui frettolosamente rimando.
 Ho qualche difficoltà a connettermi a internet quando voglio, in questi giorni, ma conto di pubblicare quanto prima possibile un aggiornamento.
 In sostanza, alle 16.50 locali (le nostre 15.50), una nave libica carica di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile di Gaza è stata intercettata e circondata da navi guerra israeliane a circa 100 miglia dalla meta. I militari israeliani hanno minacciato un attacco se la nave non cambierà direzione e volgerà verso l’Egitto.

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Vittoria femminile alla Granparadiso estate

 Barbara Tutino al traguardo della VII Marcia Granparadiso estate
 È Barbara Tutino, pittrice residente a Valnontey (Cogne, Aosta) la sesta atleta a salire sul gradino più alto del podio della Marcia Granparadiso estate.
 Si tratta della prima vittoria al femminile di questa competizione, che Tutino dedica al coscritto Elmo Glarey, guida alpina di Cogne scomparsa lo scorso maggio
in
montagna
.
 Pubblico di seguito un breve testo della vincitrice (il regolamento prevede che il primo classificato scriva un piccolo commento; naturalmente pubblico volentieri anche quelli – facoltativi – degli altri partecipanti).
 
 «È la prima volta che vinco, insomma, che arrivo prima in qualche cosa, perciò non nascondo che ne sono fiera e contenta, anche se la marcia non è competitiva e noi partecipanti proprio questo apprezziamo. Avendo una certa avversione istintiva per la retorica dello sport, non per lo sport in sé, anzi, siamo tutti piuttosto sportivi, ma per i primati, le coppe e le medaglie, i fanatismi… lontani parenti  delle fanfare militari… Dove non si ride mai e si finisce sempre col farsi del male.
 E dedico questa vittoria al mio coscritto Elmo Glarey»
 
 Questo spazio sarà aggiornato quanto prima con materiale vario, anche fotografico. I nomi dei partecipanti sono registrati negli annali della Marcia.
 

Concorrenti alla partenza della VII Marcia Granparadiso estate

 
 Anticipo intanto l’ordine d’arrivo dei 10 concorrenti che hanno concluso il percorso:
 
 1) Barbara Tutino (Valnontey);
 2 ex aequo) Gianni
Di
Mambro
e Nunzia Di Lanna (Saint Pierre);
 4) Henry Doran (Bethesda, Maryland);
 5) Mario Badino (Aosta);
 6 ex aequo) Laurent Vicquéry (Sarre), Simone Soldà e Wilma Cheillon (Valpelline);
 9) Vally Lettry (Gimillan);
 10) Louis Ronchail (Aymavilles).
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