Una lettera a Caruso

Lavori in corso Il 2 giugno, per festeggiare la Repubblica italiana, avevo pubblicato un elenco dei morti sul lavoro a partire dall’inizio dell’anno, tratto dal blog Guerrilla Radio. Da allora, purtroppo, la lista s’è allungata.
Recentemente Walter Veltroni, candidato di punta alla leadership del nascente Pd, ha dichiarato che la sicurezza non è «né di destra né di sinistra». Ma dubito si riferisse a quella sul lavoro… Destra e sinistra sono infatti troppo impegnate a commentare le parole di Francesco Caruso, deputato eletto con Rifondazione, secondo il quale la responsabilità delle morti sul lavoro ricade sull’ex ministro Treu e su Marco Biagi, autori delle ultime riforme del mondo del lavoro. «Assassini», li ha definiti l’onorevole Caruso. Ha fatto bene o ha fatto male? Penserà ognuno quello che vuole; il mio parere l’ho inviato all'interessato con questa lettera. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa il navigante; se volete, lasciate un messaggio…
 
 Caro Francesco,
 
 anche se non ci conosciamo, mi permetto di darti del tu perché più o meno dovremmo avere la stessa età e perché non mi sembri uno che si formalizza. Quindi vengo al dunque e ti dico subito ciò che penso: secondo me hai sbagliato.
 Hai sbagliato nel dare dell’assassino a Marco Biagi e Tiziano Treu. Non perché non se lo meritino (la precarietà uccide, lo sanno tutti, al massimo potevi concedere l’attenuante della buona fede – non si sa mai… – e parlare di omicidio preterintenzionale).
 Hai sbagliato perché dovevi sapere che le tue parole avrebbero scatenato un putiferio strumentale e controproducente, dovevi sapere che in tanti, a destra come a sinistra, si sarebbero buttati a pesce sull’occasione che fornivi per spostare il discorso dal tema delle morti sul lavoro al piano dell’insulto personale.
 Hai sbagliato perché quei signori fanno casino, non fanno politica, ma chi non è con loro dovrebbe cercare di fare politica, non casino.
Così, ora che ti sei autosospeso, l’ex ministro Treu può gridare che non gli basta, quasi che spettasse a lui decidere…
 Hai sbagliato, allora. Le tue sono «parole indegne» – lo ha detto il Capo dello Stato. Persino il manifesto, che di precarietà e incidenti sul lavoro parla un giorno sì e l’altro pure, ti ha dato addosso: secondo galapagos, sei vittima del tuo «protagonismo». Ha ragione? Forse no, forse volevi solo richiamare l’attenzione sulla strage quotidiana che insanguina i nostri cantieri; volevi spezzare la cortina d’ipocrisia che ottenebra la vista a molti parlamentari… Ma adesso, quando tu o qualcun altro riprenderete il discorso e lotterete contro la trappola della flessibilità, gli “altri” avranno buon gioco nel dire che coi Caruso non si può discutere, perché per loro sarai sempre quello che ha definito assassino il “martire” Marco Biagi.
 È rivoltante l’ipocrisia di chi ha approfittato delle tue parole per trasformare in cagnara i fatti (1300 morti sul lavoro lo scorso anno, quasi 500 nei primi sette mesi del 2007). Allo stesso modo, è rivoltante che la «diplomazia» imponga di baciare e abbracciare i Bush e gli Olmert quando vengono in visita a Roma. Ma un po’ di diplomazia va appresa: lo so, contro l’apparato dei media si può ben poco… Ma per la maggioranza degli italiani (spero tanto di sbagliarmi, ma non so) il governo è veramente ostaggio della sinistra radicale quando, in realtà, la sinistra a sinistra del Pd ha perso una dopo l’altra tutte le sue battaglie. Ma chissà che, dopotutto, un poco di diplomazia non aiuti? In fin dei conti, viviamo in un Paese in cui è considerato terrorismo dire che la Chiesa non è evoluzionista, o che ha fatto il funerale a Pinochet, ma non a WelbyPerché lasciare che la forma delle parole getti ombra sul contenuto del discorso?
 Passione, dunque, ma con cautela. Soprattutto se si crede che ancora vi sia spazio per l’azione di chi non s’accontenta del mondo felice del liberismo assassino
 Scusa lo sfogo,
 Mario Badino

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