Come se fossero immortali…

 Raggiungibile da destra e da sinistra
 20 luglio 2007: varata la riforma delle pensioni. Finalmente il vecchio adagio berlusconiano del “più lavoro per tutti” è stato realizzato. Non un milione di posti di lavoro in più, ma ancora qualche anno di lavoro per chi il posto ce l’ha già. Il tutto al grido di «diamo un futuro ai giovani» che, riferito ai nipotini di Montezemolo, pare perfettamente adeguato. Gli altri, invece, nipoti di uomini meno illustri, continueranno la loro esistenza a contratto, precari fortunati, perché dopo un po’ fare sempre lo stesso lavoro logora, mentre un poco d’incertezza aggiunge “sale” e “mistero” alla vita.
 
E allora vai d’inchiostro rosso! E appuntiamo sopra al calendario un’altra data, quella della notte del 23 luglio 2007.
 
 
PM: Dove si trovava, Professore, la notte del…
 
ROMANO: Zitto, lei, che finiremo col proibire di pronunciare quelle cose che, intercettate, potrebbero finire sui giornali!
 
 
La notte incriminata, il governo Prodi ha presentato il protocollo sul welfare e il lavoro. La legge 30 è rimasta, sostanzialmente, intatta. Cisl e Uil hanno espresso la loro soddisfazione. La Cgil no, ma che importa? Il Presidente del Consiglio (un consiglio che ha tutta l’aria di venire dalla mente di Padoa Schioppa) ha rimproverato Epifani, invitandolo ad abbozzare. E mentre Confindustria si dà ai festeggiamenti (il governo di centro sinistra ha saputo raggiungere obiettivi che forse a Berlusconi erano preclusi), la sinistra di governo si vede ancora una volta battuta.
 Con buona pace del programma dell’Unione (cancellazione dello scalone e superamento della legge 30), com’era già avvenuto in altre occasioni (una per tutte, la messa in discussione delle servitù militari: vedi base di Vicenza).
 
Chissà se la «battaglia d’autunno» promessa da Rifondazione e Comunisti italiani porterà a qualche cambiamento, oltre che alle solite accuse di “radicalità” rivolte agli esponenti di una sinistra fin troppo accomodante, in ogni caso succube delle altrui volontà.
 
Chissà se la base dei partiti cosiddetti non omologati saprà perdonare loro, perché non sanno quello che fanno (però il problema è che non smettono di farlo).
  
E a noi cosa rimane? Il sogno che la panchina della foto si popoli di nuovi pensionati, gente che l’età per la pensione (e la pensione) ce l’ha effettivamente, con la benedizione piena di Roma – di entrambe le sponde del Tevere – e di Bruxelles: gli arzilli settantenni che si ostinano a governare, imponendoci la loro visione del mondo e delle cose.
 
Come se fossero immortali…

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