Alessandro Robecchi: Gelmini e la maturità – Siamo soli nell’universo?

 Pubblico, con la cortese autorizzazione
dell’autore, un articolo di Alessandro
Robecchi
uscito sul manifesto di mercoledì 23
giugno.
 Le tracce ministeriali della prova d’italiano all’esame di maturità di quest’anno sembrano uscire direttamente dalla penna del ministro Gelmini (quella che vuole introdurre il berlusconismo a scuola), tanto son singolari.
 
Il più preoccupante è quello che cita il «leader» Mussolini e la sua opinione sui «giovani».
 Il più assurdo è quello che dà il titolo all’articolo che pubblico qui sotto: siamo soli nell’universo? Oppure c’è qualcuno che può farci compagnia?
 Domande in linea con il programma di scienze di quinta superiore
,
suppongo.
 
Lascio la parola a Robecchi.
 
 Voi siete qui – Gelmini e la maturità – Siamo soli nell’universo?

 
 Tema: siamo soli nell’universo? Svolgimento. Magari! E invece, porca miseria, c’è pure la Gelmini che ci dà ‘sti temi del menga. Cos’avranno pensato mezzo milione di giovani seduti ai banchi della maturità una volta lette le tracce? Come minimo che qualcuno ha sciolto dell’acido nei rubinetti del ministero. Prima, un’annata di bocciature senza precedenti, i cinque in condotta, gli scrutini severi. Poi, per i sopravvissuti, tracce al limite della follia. Prendete quella su Primo Levi. Interessante, per carità: se hai già fatto la tesi di laurea su Primo Levi potresti persino affrontare il tema di maturità con un certo successo. Ma andarsi a infilare nell’analisi delle letture di Levi senza aver letto quell’antologia (di cui la traccia è una prefazione) vuol dire rischiare di non uscirne vivi. Analisi del testo? Ibridismo? Ecco un modo interessante e ben congegnato per fingere di parlare di Primo Levi senza parlare di Primo Levi. Astuti come faine, eh!
 Meno male che ci sono le foibe. Inteso come tema. Lì sì che si può far bene: un po’ di patriottismo, un po’ di nazionalismo, un po’ di comunisti cattivi, e il tema lo saprebbe fare pure Gasparri, se non fosse che va scritto in italiano. In ogni caso, mica semplice, perché dal trattato di Londra a quello di Osimo passano più o meno sessant’anni, che nei manuali di storia della quinta liceo (anche se non sono ancora quelli rielaborati da Dell’Utri) saranno sì e no undici righe. Uno dice: va bene, mi butto sulla ricerca della felicità. Bell’idea: nella traccia ci sono pezzi di Costituzione, quella americana, e addirittura quella italiana. E per la precisione l’articolo tre, quello con la faccenduola del tutti sono uguali davanti alla legge, ecc ecc. Svolgimento: ma razza di imbecilli, siete gli stessi che hanno votato il Lodo Alfano e ci date un tema sull’articolo 3 della Costituzione? Volete prenderci per il culo? Svolgimento: sì.
 Passiamo oltre. Il tema sui piaceri può intrigare un bel po’, devo dire che non è niente male. E poi, permette al candidato di sbizzarrirsi. D’Annunzio e Matisse, Picasso e Botticelli. Bello, c’è davvero tutto, anzi no. E Palazzo Grazioli? E Tarantini? E il più edonista di tutti, Silvietto nostro nel lettone di Putin? E le trecento professioniste del piacere al servizio della cricca degli appalti ce le vogliamo dimenticare? E i massaggi al Salaria Sport Village? Insomma, anche qui la traccia è insufficiente. I piaceri da Botticelli a D’Annunzio non è male. Ma i piaceri da Tarantini a Bertolaso (passando per i bagni di Palazzo Grazioli) sarebbe stato meglio.
 Insomma, sembra che ai giovani non ci pensi nessuno. Anzi sì, ci pensa la traccia quattro, quella che si intitola “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica, parlano i leader”. Il primo leader che parla, questa è grossa, è Mussolini. Alquanto bizzarro che il più feroce dittatore della nostra storia finisca in una traccia della maturità sottoforma di “leader”. Le sue parole sono riportate nella traccia: “Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda”, diceva quel buontempone nel ’25. Profetico, perché il palo e la corda arrivarono vent’anni dopo, piazzale Loreto, Milano. La traccia riporta anche frasi di Togliatti, Moro e Wojtila, ma resta il fatto: su giovani e politica non si è trovato niente di meglio del duce? Date retta, meglio buttarsi sulla musica, con tanto di citazione di Aristotele, uno che ha gli stessi anni dei Rolling Stones e quindi se ne intende. Oppure, per non rischiare, meglio affrontare il tema fantascientifico: siamo soli nell’universo? No, ma cazzo, era meglio di sì. Perché qui c’è la Gelmini, povera stella, una che teorizza la scuola selettiva e poi per passare un esame di stato ha dovuto emigrare da Brescia alla Calabria. Bei temini, comunque. Con il duce, le foibe e – per gradire – i marziani. Magari arrivassero loro a liberarci da questi dilettanti, che se aspettiamo i partigiani – stavolta – altro che vent’anni!

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Una risposta a Alessandro Robecchi: Gelmini e la maturità – Siamo soli nell’universo?

  1. vortallow scrive:

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