Questa mia poesia risale all’8 ottobre dell’anno scorso. Ci sono affezionato, ma pensavo che – con la fine del settennato del sig. Giorgio Napolitano – fosse in parte superata. Certo, sarebbe tornata di moda non appena il nuovo presidente avesse ripreso a intonare il vecchio, odioso ritornello delle «riforme condivise», ma così si accelerano i tempi. E dunque la ripubblico, come necessaria critica politica in versi di una situazione sconcertante.
Diluvio
Dice Noè che ha l’arca
e che si salverà dal brutto tempo,
mentre noi resteremo tutti zuppi.
Ha pure cominciato a radunare
animali randagi:
l’ho visto litigare col leone
che non voleva cedere lo scettro.
«Povero pazzo!», dico,
e penso al tempo in cui stimavo il vecchio
per la sua posatezza.
Contro il diluvio servono riforme,
altro che imbarcazioni!
«Riforme condivise»,
ha chiesto ieri il Capo dello Stato:
meno diritti e Stato, più mercato.
Oggi le prime gocce.
Il Parlamento ha trasformato in legge
l’ennesimo decreto:
aiuti e sgravi per chi fa gli ombrelli
e per i fabbricanti di gommoni
anche il cavalierato del lavoro.
In solidarietà con i piccioni
di San Marco, il Consiglio dei Ministri
si riunirà a Venezia.
[Mario Badino, 8 ottobre 2012]
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A quando una raccolta su carta? E’ bellissima….