Sulla questione del pirogassificatore, nella testa di qualcuno, al cittadino non va proprio lasciato diritto di esprimersi.
Questo martedì, 30 ottobre, a pochi giorni dalla scadenza referendaria, il tribunale ordinario della Valle d’Aosta dovrà decidere se accogliere o ricusare la richiesta di inammissibilità del referendum propositivo che potrebbe vietare tutti i trattamenti a caldo nello smaltimento dei rifiuti prodotti nel territorio regionale.
La richiesta viene da ANIDA, consorzio che raggruppa le imprese costruttrici di inceneritori, dunque un soggetto che un “piccolo” interesse nell’impedire il referendum ce l’ha.
Da un lato c’è chi dall’appalto si aspetta un guadagno, dall’altra chi teme per la salute propria e soprattutto dei propri figli. Io l’ho già detto: credo di avere il diritto di esprimermi e di pretendere che anche chi è a favore del pirogassificatore accetti le regole della democrazia e si spenda per sostenere la propria tesi con argomentazioni, invece di cercare di impedire o il conseguimento del quorum o il referendum tout court.
Quale confronto c’è stato tra gli esperti chiamati da Valle Virtuosa per esporre alla popolazione l’alternativa a freddo nei numerosi incontri pubblici e i «responsabili» sostenitori del pirogassificatore? L’idea di un dibattito pubblico era stata lanciata dal dottor Stefano Montanari, uno dei massimi studiosi al mondo di nanopatologie, presente la scorsa settimana a Pont-Saint-Martin e ad Aosta in occasione della proiezione del documentario Sporchi da morire. Montanari aveva invitato a confrontarsi pubblicamente con lui i membri del comitato Valle Responsabile, ma non mi risulta che l’invito sia stato accolto.
In assenza di contraddittorio, voglio ricordare le parole di Montanari che, dall’alto della sua competenza scientifica, ha sbugiardato la retorica dei «responsabili», affermando che il pirogassificatore è a tutti gli effetti un inceneritore, per così dire la sua «traduzione patois».
«L’inceneritore è brutale perché prende l’immondizia e la brucia», ha spiegato lo scienziato. Il pirogassificatore invece brucia gas caratterizzato da una composizione molto variabile, che mescola diversi elementi metallici, al punto che non si può dire esattamente da cosa è composto. Questo perché ogni secondo l’impianto brucia qualcosa di diverso. «L’inquinamento da inceneritore è allora diverso da qualsiasi altro, perché produce una varietà infinita di inquinanti, dati da reazioni chimiche sempre diverse». Il punto è che tali inquinanti agiscono in sinergia tra loro aumentando la tossicità in maniera non quantificabile.
«Quando si dice che si filtreranno il 99,9% delle polveri», ha detto ancora Montanari, «si dice la verità, ma ci si riferisce a quella minima parte di inquinanti, superiore per dimensione ai 2,5 micron, che è filtrabile». Il grosso delle polveri passa invece sotto forma di nanoparticelle, che hanno la dimensione adatta per infiltrarsi negli alveoli polmonari e circolare nel sangue, causando la rottura del Dna durante la duplicazione cellulare, con conseguenze in termini di patologie di sottosviluppo fisico e cerebrale del feto, tumori infantili, autoimmuni, infarti, ictus, sterilità, aborti, diabete, Parkinson, Alzheimer e autismo.
Queste esposte sono solo alcune delle ragioni che mi portano a rifiutare il pirogassificatore. Sono ragioni tecniche e sanitarie. Che qualcuno la metta in politica è non solo inevitabile, ma persino legittimo, se si pensa che dovrebbe esistere una politica alta, interessata al bene comune. Da parte mia, c’è il desiderio di impedire una scelta che considero catastrofica per la salute, oltreché lesiva della mia possibilità di partecipazione in quanto cittadino alle decisioni che mi riguardano direttamente.
Qualunque cosa accada martedì, domenica 18 novembre all’ora di apertura dei seggi o giù di lì io mi presenterò davanti alla scuola media Einaudi di Aosta e esprimerò pubblicamente il mio «Sì», sia che il referendum si faccia, sia che la richiesta delle aziende costruttrici lo renda «inammissibile».
Invito tutt* a fare altrettanto.
>>> Confesso di essermi aiutato, nel citare le parole di Montanari, con questo articolo di AostaSera.
>>> A chi non lo avesse già visto raccomando il documentario ufficiale realizzato da Valle Virtuosa: è semplice, è chiaro e spiega tutto.
>>> Sugli interessi economici nella vicenda del pirogassificatore ricordo il bel dossier realizzato dai Giovani Comunisti della Valle d’Aosta.
Grazie per il contributo. Anche io sarò presente all’apertura del seggio per votare il mio SI.